Shakespeare e la pornografia
(ovvero la cultura erotica)

di Fabienne Agliardi


William Shakespeare può essere considerato il maggiore sceneggiatore del mondo di tutti i tempi. Negli ultimi 20-25 anni, inoltre, le opere del Bardo hanno stimolato la crescita di un mercato parallelo a quello canonico che si può ascrivere a tutti gli effetti alla categoria "porno".

Ad onor del vero, ben poche opere realmente hard sono giunte ai vertici di un vero successo cinematografico (questo è vero soprattutto nel mercato non inglese - o meglio- anglofono) e quindi, per quanto riguarda rifacimenti pornografici delle opere shakesperiane giunteci in Italia, abbiamo ben poco materiale disponibile per un'analisi.

Innanzitutto vanno distinte 2 categorie nell'ambito della produzione definita come "erotica": quelle propriamente pornografiche o HARD CORE e quelle con una base erotica molto spinta ma non propriamente porno, definibile come SOFT CORE. In questa ricerca-analisi verranno trattati entrambi i generi, con un approfondimento soprattutto del secondo genere (soft core).

La scelta è stata fatta prevalentemente per una questione di scarsità di materiale reperibile per quanto riguarda l'hard core e anche - va detto - per una problematica legata alla "particolarità" del tema, con una probabile conseguente difficoltà di analisi delle "opere" hard. (che, in fondo, hanno ben poco di commentabile!). L'analisi partirà dalla distinzione tra l'omosessualità correlata a Shakespeare nei film a lui ispirati o che lo trattano in maniera sottile e, in secondo luogo, al vero e proprio mercato pornografico-erotico legato al mito del Bardo.

Per semplificazione ho scelto 2 film diversi (per trama e per genere)e ho selezionato le parti più rappresentative di essi, montando alcune sequenze filmate tratte da "IN & OUT" e "TROMEO & JULIET", rispettivamente una commedia brillante e una commedia trash/soft core. Prima di passare all'analisi dei 2 films, è opportuno spiegare quali argomenti verranno affrontati.

Quest'analisi seguirà un binario tematico semplice: partendo dalla questione socio-culturale di Shakespeare nella cultura americana come sinonimo di gayness fino alla vera e propria produzione cinematografica legata a questa concezione. In poche parole vedremo in primo luogo PERCHE' avviene la smitizzazione di un mito come Shakespeare, e soprattutto COME avviene questa smitizzazione. Partendo dal dato di fatto che il più grande drammaturgo inglese ha stimolato nei secoli una grandissima produzione teatrale e, nell'ultimo in particolare, cinematografica, nonché, -va detto - il fiorire di un vero e proprio mercato "allargato" legato al suo nome e al suo mito, si scopre quanto e come il mercato del genere erotico abbia sfruttato più di tutti gli altri questo mito del Bardo.

L'omosessualità maschile e femminile (e lo vedremo nelle sequenze filmate) è stata il motivo conduttore di gran parte della produzione erotica e non. "A midsummer night's dream" diretto dal regista Celestino Coronado è un adattamento gay di Lindsay Kemp del 1984: Demetrius, Lysander, Helena e Hermia finiscono per formare coppie gay. "Playboy 12th night", film del 1972 tratta di amori lesbici: questo film, in realtà ben poco conosciuto e soprattutto distribuito, è famoso e leggendario in quanto circolava sottobanco tra gli studenti liceali negli anni 70, proprio come oggi circolano cassette e giornalini porno tra gli studenti adolescenti. In realtà questo film, più che uno dei tanti, fu un vero e proprio film "cult" tra gli studenti del periodo, periodo - va ricordato - in cui la pornografia non aveva raggiunto ancora i vertici della metà degli anni 80.

Quindi, noi non dobbiamo immaginare il mercato del porno degli anni 70 come l'attuale: si trattava innanzitutto di un tipo di pornografia diversa, più soft se vogliamo, certamente meno sbandierata e scontata di quella odierna, in una società che viveva il sesso in maniera libera ma in cui la pornografia non aveva l'aspetto che ha assunto negli ultimi 15/10 anni. Società in cui venivano censurati libri a tema scabroso, nella quale il sesso non era un tema quotidiano ( e mi riferisco alla tv di oggi, in cui anche nello spot di un orologio, di una macchina o di un libro si hanno espliciti riferimenti alla sfera sessuale).

La grande fioritura del mercato pornografico legato al nome e alle opere shakespeariane si ha a partire dagli anni 80: solo di Romeo e Giulietta si hanno 4 versioni accertate e regolarmente distribuite: 1988: "Juliet's desire", rifacimento di un soft- core movie del 1968, intitolato "Sexual secret of Romeo and Juliet". Si hanno due "Romeo & Juliets" datati 1987, il sui titolo richiama evidentemente una trama orgiastica e un "Juliet and Romeo" del 1994. Altre versioni decisamente porno riguardano "Hamlet" e "A midsummer night's dream", realizzati sempre a cavallo tra gli anni '80 e '90. Particolare attenzione a un porno del 1990, dal titolo originale "Merchant of Venice" nel quale la storia d'amore non è tra Bassanio e Porzia ma tra Antonio e Bassanio. L'esile trama narra la storia dei pretendenti di Porzia che al posto dello scrigno le rendono "omaggio" con prestazioni sessuali di diverso genere, il tutto condito con la partecipazione dell'ancella all'"omaggio".

Alcuni titoli di hard-core italiani (ovviamente parodistici!) sono "il magnaccio di Venezia" e "Trombeo e Fighetta", film dal titolo già di per sé molto chiaro con location stravaganti (una piscina con delle barche e delle sdraio il primo, i due innamorati vestiti-svestiti in un improbabile costume cinquecentesco). La trama di questi film è facilmente immaginabile (se di trama vogliamo parlare!). Il nome di Shakespeare è utilizzato solo come richiamo, mentre in realtà questi 2 hard core sono ben poco vicine alle storie originali.

Prima di passare alla questione "Shakespeare e omosessualità", va fatto un breve accenno al "marchio" Shakespeare, sfruttato in Internet per scopi di mercato pornografico. Si trova di tutto. Dal sito "Shakespeare Fucking Sonnets", creato da originali e creativi ammiratori di Will, a video-books con donne nude dai nomi famosi (Ofelia, Desdemona, the Queen) , fino a un sito italianissimo che utilizza il nome Shakespeare per vendere un vibratore nero dal nome "Otellopisello". Interessante è il sito "Shakespeare Fucking Sonnets": vengono ripresi alcuni sonetti (1, 3, 20) e ad alcune parole ne vengono sostituite altrettante spinte, come whores al posto di winters. Abbondano: rod, cock, dick (slang amer che sta per pene), bastrich (parolaccia sconosciuta; suppongo un mix tra bastard + bitch), ass-hole, ass, freak.

In una sequenza filmata trovata casualmente e fortunatamente (fortunatamente inteso solo per questa ricerca!), ho trovato uno spezzone di uno "stag movie" (film per soli uomini) della durata di 4 minuti con Shakespeare protagonista che si concedeva a tutti i suoi personaggi: da Romeo e Giulietta, passando per Amleto e Gertrude. L'attore era vestito e truccato da Shakespeare e ad ogni entrata di un personaggio nella stanza, il Bardo chiedeva: "Who are you?" e il personaggio rispondeva: "It's me Will, Juliet" e l'attore a sua volta commentava mentre iniziava a svestirsi: "Come here, I want to fuck you!". E iniziava un nuovo atto! Torniamo ora al discorso un po' più serio della cinematografia legata alla concezione di omosessualità.

Proseguendo negli anni, troviamo in Kenneth Branagh un grandissimo regista-attore shakesperiano che ha trattato nei suoi film anche parti erotiche. La cosa interessante è quanto Shakespeare sia stato sfruttato soprattutto da registi e attori gay. Innanzitutto, si è sempre vociferato su una presunta omosessualità di Branagh- nonostante il matrimonio con Emma Thompson di alcuni anni fa, peraltro ora finito - . Questo fattore, comunque mai ufficialmente confermato, ma nemmeno smentito, ha comunque una sua rilevanza se prendiamo in considerazione un film del regista.

Nel "MUCH ADO ABOUTH NOTHING", Branagh inscena una relazione sadomasochistica fra gay tra Don John e Conrade. Il personaggio di Don John è stato interpretato dall'attore Keanu Reeves in una aderentissima tuta nera. Questa scelta costumistia è già di per sé molto significativa. In più, se si aggiungce che l'attore (Reeves) è gay dichiarato, è facile trarne le conclusioni.

Nell' "OTHELLO" di Oliver Parker del 1995, Iago ama segretamente Othello. Questo dubbio distrugge il rapporto tra Othello e Desdemona, soprattutto quando Othello in una scena tocca i genitali a Roderigo. Questa è la parte propriamente gay, mentre si accenna vistosamente al sesso quando Emilia pretende un rapporto sessuale da Iago in cambio del fazzoletto. Dalla scena si suppone che i due abbiano avuto un rapporto anale.

L'altra importante questione da tenere in considerazione in questa analisi è appunto la dicotomia Shakespeare-gayness. Questo è vero soprattutto nella cultura popolare americana dove, da sempre, il drammaturgo inglese è sinonimo di omosessualità. Shakespeare, e tutto ciò che vi è correlato, viene "sentito" come legato alla gayness, a qualcosa di effeminato e femminile ma allo stesso tempo sensibile.

La connotazione che Shakespeare assume in questo senso, non è però del tutto negativa. (lo vedremo meglio in "IN & OUT", dove, nonostante tutto, il prof. Brackett alla fine verrà premiato nonostante l'omosessualità). Quanto detto viene ben illustrato se prendiamo in considerazione il film "IN & OUT" del regista statunitense Frank Oz: il personaggio direttamente correlato a Shakespeare, il prof. Brackett, insegnante di letteratura inglese, si rivelerà omosessuale.

Al contrario, analizzando un film conosciutissimo e recentissimo, "Shakespeare in love", scopriamo come sia regista (John Madden), sia cast (Gwyneth Paltrow, Joseph Fiennes ne sono un esempio) siano rigorosamente "british" e come, quindi, l'immagine di Shakespeare venga riabilitata. Ci viene infatti presentato uno Shakespeare latin-lover, amante delle belle donne e perciò tutt'altro che gay.

Passiamo ad analizzare il film "IN & OUT" del 1997. Questo film esemplifica magnificamente quanto detto in precedenza, ovvero come l'omosessualità correlata alla figura di Shakespeare viene vista con ironia ma con un alone di positività. Per chi non ha visto il film: la storia parla di un professore di letteratura inglese che insegna in un liceo di una ridente cittadina americana, Greenleaf. Un suo ex studente, Cameron Drake, bellone e idolo del momento, vince l' Oscar come miglior attore protagonista per aver interpretato la parte di un marine gay. Nel classico discorso, ringrazia anche il suo ex professore e dichiara in mondovisione che quest'ultimo è gay. Sbigottimento generale nella non più ridente cittadina e sbigottito resta anche il professore che si deve sposare di lì a 3 giorni. Nel giro di 24 ore Greenleaf è assediata dai media e alla fine, dopo numerose smentite con se stesso e con gli altri, Brackett sull'altare realizza che quanto detto da Cameron è verità:_confessa a tutti la sua omosessualità, perde il lavoro, pare che tutti gli voltino le spalle ma alla fine verrà capito e premiato.

Il film, apparentemente, non ha nulla a che vedere con Shakespeare e la gayness. In realtà il Bardo è presente dall'inizio alla fine, in maniera molto sottile, ma sempre presente. Cameron Drake, nel suo discorso di ringraziamento all'Oscar, ringrazia tra gli altri il prof. Brackett: parla del suo ex insegnante con grande ammirazione e stima, riconoscendogli sensibilità e cultura. Ma alla fine afferma che il professore è gay e questa dichiarazione- che vuole essere secondo Cameron un ulteriore motivo di stima - si rivelerà fatale per il futuro della vita di Brackett e della comunità con tutti i cambiamenti che ne seguiranno.

Possiamo tentare un'analisi comparata dei 2 personaggi e dei loro corrispondenti, seguendo una logica definibile come un "play within the play", o meglio un film nel film. Da un lato abbiamo l'attore Matt Dillon, che interpreta la parte (PLAY) di Cameron Drake, a sua volta attore che interpreta la parte di un gay nel film che presenterà agli Oscar. (WITHIN THE PLAY). Se il prof. Brackett dimostra di non accettare la sua omosessualità (almeno all'inizio), Cameron Drake è il prototipo del vero uomo nella vita reale: bello, famoso e di cultura bassina (lo si nota dal modo con cui parla di Shakespeare e di letteratura nella sequenza filmata del ringraziamento). Nel film per il quale vince l'Oscar interpreta la parte del militare gay che affronta l'omosessualità con coraggio. Ma si rende conto che questa sua rivelazione-condizione lo aliena dalla società: lui stesso chiede alla statua del presidente: "…sono ancora un bravo americano?". Questo dimostra quanto è importante la questione dell'omosessualità per gli americani, tanto più per i militari, figure che da sempre si contrappongono alle figure cosiddette "di cultura".

Vediamo così come la cinematografia si sovrappone alla realtà (pur sempre una realtà cinematografica!). Dopo questa introduzione, quindi, perché e come possiamo collegare Shakespeare alla gayness? Innanzitutto, va detto che negli States tutto ciò che è cultura è sinonimo di qualcosa di femminile. Tutto ciò che non è olio di motore, lavoro, muscoli, birra e sesso è sentito come "femminile" e quindi gay. (sequenza della prova-virilità in cassetta: "….pensa a John Wayne e Arnold Swarzenegger…loro non ballano…i veri uomini lavorano, sudano, hanno la schiena a pezzi..…."). Questo perché la cultura media degli americani è piuttosto bassa, molto "popular". (per esempio Cameron Drake è uno studente scarso).

Se vogliamo spezzare una lancia a favore degli americani, va detto che in fondo la loro è una letteratura relativamente recente rispetto a quella inglese e, in maniera più ampia, a quella europea. La loro tradizione letteraria e culturale, infatti, parte sostanzialmente dall'inizio del 1800. Anche dal punto di vista linguistico (fonetico-lessicale), la "englishness" viene avvertita come qualcosa di femminile, di impettito, di "rigorous". (sequenza in cui Mike dice riferendosi esplicitamente a Shakespeare: "…e poi con tutti quei fiocchetti…sonetti….") In "IN & OUT" il prof. Brackett è proprio il tipico "non americano": acculturato, gentile, vita privata irreprensibile e standard, dalle buone maniere e dagli interessi tipici delle donne, ovvero, nell' immaginario americano, il prototipo dell'omosessuale. Inoltre, è significativo in questo contesto, anche l'abbigliamento con cui ci viene presentato il protagonista: Brackett indossa il bow-tie, il papillon, che richiama la frase di Mike: "… e poi si guardi….com'è leccato…con tutti quei fiocchetti…. Il bow-tie, infatti, è spesso considerato un "simbolo" che identifica un gay. Brackett inoltre, essendo insegnante di letteratura inglese, porta il pensiero e le opere del drammaturgo ai suoi studenti ed è chiaro che il prof. è visto come una sorta di "rappresentante" di Shakespeare, il quale viene identificato con il professore e viceversa, in una sorta di "gayness carrying gayness".

La cultura quindi, viene avvertita come assenza di mascolinità, come sintomo di omosessualità. (sequenza intervista studenti: "….hanno detto che è gay solo perché gli piace Shakespeare e la letteratura…."- come dire che è scontato che Shakespeare sia considerato gay e che il pensare a lui porti necessariamente alla nozione di omosessuale. Ciò si vede soprattutto nella sequenza in cui Mike spiega a Brackett il motivo che ha originato la dichiarazione di Cameron: "….lei è un insegnante di inglese…. Ha fondato il circolo teatrale….Shakespeare e i sonetti…."(come dire: ma è ovvio che l'hanno accusata di essere gay! Insegna inglese!). Ciò dimostra come nella cultura americana sia fortemente radicata l'idea di "Shakespeare and gayness". Ultimo esempio: tornando al discorso di Cameron agli Oscar, va notato come il nome di Shakespeare venga collegato alla nozione "gay"("….Brackett mi ha insegnato tante cose sulla letteratura, su Shakespeare…insomma…a stare svegli gente!…-3/4 secondi di applausi-….ed è gay….").

Tra la parola "Shakespeare" e la parola "gay" passano pochissimo secondi. A mio avviso, in questa scena, si lega (volutamente? Casualmente?) il drammaturgo alla nozione di omosessualità in maniera strettissima. La velocità con la quale si passa a "specificare" che è gay, porta a pensare che si voglia in qualche modo ricordare e imprimere bene nelle menti (prima che qualcuno se lo scordi!) che Shakespeare ha quel significato.

Con l'analisi del secondo film, "TROMEO & JULIET" girato negli USA nel 1996 per la regia di Lloyd Kaufman, si parlerà del SOFT CORE parodistico. Shakespeare è qui nel contempo ridicolizzato a livelli estremi e "usato" come sfondo per una storia erotica. Questo movie appartiene al genere definibile come "porno-trash", ovvero un film di bassa leva ad alto potenziale erotico.

La casa produttrice è la Troma Entertainment, specializzata in film "spazzatura" che propongono trame ridicole, dissacranti e dagli effetti speciali disgustosi (come dita tagliate, vermi, mutazioni genetiche etc…). Il film narra la storia della bella Juliet Capulet costretta dal padre maniaco e avido a sposare un macellaio miliardario di nome London.

Juliet è una lesbica ninfomane, amante dei telefoni erotici la cui vita e le cui perversioni sessuali fanno da sfondo all'intera storia. Juliet non accetta il destino che il padre ha programmato per lei e per evadere e confortarsi si abbandona ai sogni erotici più indecenti ai quali si aggiunge una storia lesbica che intrattiene con Ness, la Nurse.

Tutto cambia quando Juliet incontra Tromeo Que, uno sbandato e volgare hippy con la passione per i cd interattivi a carattere sessuale.Tra i due scoppia un'irrefrenabile passione: ma il destino è loro avverso. Tra le due famiglie scorrono fiumi di odio a causa di un segreto che li porta a guerre di quartiere, omicidi, pestaggi e violenze sessuali. Alla fine, pur di non sposare London, Juliet ricorre ad una pozione magica che (a differenza dell'originale!) non la fa sembrare morta ma la trasforma in un mostro: il matrimonio salta, Juliet e Tromeo scappano alla faccia di tutti e vivono felici e contenti. Il film, come si vede dall'introduzione filmata, è ambientato in uno squallidissimo quartiere di Los Angeles.

La questione della location è significativa: nell'originale Shakespeare ambientava la storia nella meravigliosa e storica città di Verona, mentre Kaufman smitizza la location degradandola fino al punto ambientare la storia in una specie di ghetto. Altro elemento significativo è la storpiatura del cognome di Tromeo: Que, (pr. KIU:) che volendo, potrebbe avere il significato di QUEER, ovvero "gay".

Di notevole rilievo è anche l'amore lesbico tra Juliet e la Nurse: nella tragedia la Nurse viene vista come una presenza confortante, consolatrice, materna, nel film di Madden addirittura complice. Tutto questo, seppur in maniera diversa, compare in "TROMEO & JULIET": Ness è una presenza confortante per Juliet (sessualmente parlando s'intende) e ne è complice quando Tromeo e Juliet hanno il loro primo rapporto sessuale nel box di plexiglas nel quale il padre di lei la rinchiude ogni volta che la scopre nelle sue perversioni sessuali.

Pur soffrendo, Ness indica a Tromeo dove trovare Juliet, accertandosi che il padre di lei sia davvero addormentato. Non manca nella Nurse di Kaufman una certa componente voyeristica: Ness guarda i due ragazzi che fanno sesso. (nello "Shakespeare in Love" di Madden la Nurse appena si accorge della presenza di un uomo nella camera di Juliet chiude frettolosamente la porta imbarazzata ma complice). Il film di Kaufman ha come leit-motiv questa fortissima componente sessuale: dall'incesto alla masturbazione (sia di Juliet che di Tromeo) nulla sfugge al tema "sesso".

Curioso il soundtrack: curato dai Motorhead, gruppo heavy-metal, totalmente inadatto ad una storia d'amore quale quella dei due amanti di Verona, è però azzeccato in questo contesto, dove l'asprezza della colonna sonora ridicolizza ancora di più il già super-smitizzato Shakespeare.
Il fatto di ridicolizzare fino a questi estremi tutti i personaggi, e di conseguenza, il Bardo, dimostra quanto poco valga quest'ultimo nell'american popular culture. Questo non è solo vero per la produzione Troma, ma anche, come abbiamo visto, per film di un livello nettamente superiore, come "IN & OUT".

La modernità di Shakespeare, la sua capacità di parlarci oltrepassando la collocazione temporale, viene espressa anche in questi film. A ribadire ancora una volta che la sua poesia, i suoi personaggi non solo sono una delle espressioni più moderne del genio umano, ma anche una delle più vitali. Che si manifesti in maniera ironico-brillante come in "IN & OUT", dove il Bardo assurge a Bardo dell'omosessualità fino a "TROMEO & JULIET", dove viene parodiato fortemente e in chiave porno il mito della cultura made in England. Un esempio su tutti a concludere quanto detto: i titoli dei Cdrom con l'aiuto dei quali Tromeo ogni sera si masturba ("As you lick it", "The merchant openings") a sottolineare ancora una volta la grandissima "produttività" del marchio "Shakespeare" negli ultimi anni soprattutto in questo tipo di mercato.

 

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