William
Shakespeare può essere considerato il maggiore sceneggiatore del
mondo di tutti i tempi. Negli ultimi 20-25 anni, inoltre, le opere
del Bardo hanno stimolato la crescita di un mercato parallelo a
quello canonico che si può ascrivere a tutti gli effetti alla categoria
"porno".
Ad
onor del vero, ben poche opere realmente hard sono giunte ai vertici
di un vero successo cinematografico (questo è vero soprattutto
nel mercato non inglese - o meglio- anglofono) e quindi, per quanto
riguarda rifacimenti pornografici delle opere shakesperiane giunteci
in Italia, abbiamo ben poco materiale disponibile per un'analisi.
Innanzitutto
vanno distinte 2 categorie nell'ambito della produzione definita
come "erotica": quelle propriamente pornografiche o HARD CORE
e quelle con una base erotica molto spinta ma non propriamente
porno, definibile come SOFT CORE. In questa ricerca-analisi
verranno trattati entrambi i generi, con un approfondimento soprattutto
del secondo genere (soft core).
La
scelta è stata fatta prevalentemente per una questione di scarsità
di materiale reperibile per quanto riguarda l'hard core e anche
- va detto - per una problematica legata alla "particolarità"
del tema, con una probabile conseguente difficoltà di analisi
delle "opere" hard. (che, in fondo, hanno ben poco di commentabile!).
L'analisi partirà dalla distinzione tra l'omosessualità correlata
a Shakespeare nei film a lui ispirati o che lo trattano in maniera
sottile e, in secondo luogo, al vero e proprio mercato pornografico-erotico
legato al mito del Bardo.
Per
semplificazione ho scelto 2 film diversi (per trama e per genere)e
ho selezionato le parti più rappresentative di essi, montando
alcune sequenze filmate tratte da "IN & OUT" e "TROMEO
& JULIET", rispettivamente una commedia brillante e una commedia
trash/soft core. Prima di passare all'analisi dei 2 films, è opportuno
spiegare quali argomenti verranno affrontati.
Quest'analisi
seguirà un binario tematico semplice: partendo dalla questione
socio-culturale di Shakespeare nella cultura americana come sinonimo
di gayness fino alla vera e propria produzione cinematografica
legata a questa concezione. In poche parole vedremo in primo luogo
PERCHE' avviene la smitizzazione di un mito come Shakespeare,
e soprattutto COME avviene questa smitizzazione. Partendo
dal dato di fatto che il più grande drammaturgo inglese ha stimolato
nei secoli una grandissima produzione teatrale e, nell'ultimo
in particolare, cinematografica, nonché, -va detto - il fiorire
di un vero e proprio mercato "allargato" legato al suo nome e
al suo mito, si scopre quanto e come il mercato del genere erotico
abbia sfruttato più di tutti gli altri questo mito del Bardo.
L'omosessualità
maschile e femminile (e lo vedremo nelle sequenze filmate) è stata
il motivo conduttore di gran parte della produzione erotica e
non. "A midsummer night's dream" diretto dal regista Celestino
Coronado è un adattamento gay di Lindsay Kemp del 1984:
Demetrius, Lysander, Helena e Hermia finiscono per formare coppie
gay. "Playboy 12th night", film del 1972 tratta di amori
lesbici: questo film, in realtà ben poco conosciuto e soprattutto
distribuito, è famoso e leggendario in quanto circolava sottobanco
tra gli studenti liceali negli anni 70, proprio come oggi circolano
cassette e giornalini porno tra gli studenti adolescenti. In realtà
questo film, più che uno dei tanti, fu un vero e proprio film
"cult" tra gli studenti del periodo, periodo - va ricordato -
in cui la pornografia non aveva raggiunto ancora i vertici della
metà degli anni 80.
Quindi,
noi non dobbiamo immaginare il mercato del porno degli anni 70
come l'attuale: si trattava innanzitutto di un tipo di pornografia
diversa, più soft se vogliamo, certamente meno sbandierata e scontata
di quella odierna, in una società che viveva il sesso in maniera
libera ma in cui la pornografia non aveva l'aspetto che ha assunto
negli ultimi 15/10 anni. Società in cui venivano censurati libri
a tema scabroso, nella quale il sesso non era un tema quotidiano
( e mi riferisco alla tv di oggi, in cui anche nello spot di un
orologio, di una macchina o di un libro si hanno espliciti riferimenti
alla sfera sessuale).
La
grande fioritura del mercato pornografico legato al nome e alle
opere shakespeariane si ha a partire dagli anni 80: solo di Romeo
e Giulietta si hanno 4 versioni accertate e regolarmente distribuite:
1988: "Juliet's desire", rifacimento di un soft- core movie
del 1968, intitolato "Sexual secret of Romeo and Juliet".
Si hanno due "Romeo & Juliets" datati 1987, il sui titolo
richiama evidentemente una trama orgiastica e un "Juliet and
Romeo" del 1994. Altre versioni decisamente porno riguardano
"Hamlet" e "A midsummer night's dream", realizzati
sempre a cavallo tra gli anni '80 e '90. Particolare attenzione
a un porno del 1990, dal titolo originale "Merchant of Venice"
nel quale la storia d'amore non è tra Bassanio e Porzia ma tra
Antonio e Bassanio. L'esile trama narra la storia dei pretendenti
di Porzia che al posto dello scrigno le rendono "omaggio" con
prestazioni sessuali di diverso genere, il tutto condito con la
partecipazione dell'ancella all'"omaggio".
Alcuni
titoli di hard-core italiani (ovviamente parodistici!) sono "il
magnaccio di Venezia" e "Trombeo e Fighetta", film
dal titolo già di per sé molto chiaro con location stravaganti
(una piscina con delle barche e delle sdraio il primo, i due innamorati
vestiti-svestiti in un improbabile costume cinquecentesco). La
trama di questi film è facilmente immaginabile (se di trama vogliamo
parlare!). Il nome di Shakespeare è utilizzato solo come richiamo,
mentre in realtà questi 2 hard core sono ben poco vicine alle
storie originali.
Prima
di passare alla questione "Shakespeare e omosessualità", va fatto
un breve accenno al "marchio" Shakespeare, sfruttato in Internet
per scopi di mercato pornografico. Si trova di tutto. Dal sito
"Shakespeare Fucking Sonnets", creato da originali e creativi
ammiratori di Will, a video-books con donne nude dai nomi famosi
(Ofelia, Desdemona, the Queen) , fino a un sito italianissimo
che utilizza il nome Shakespeare per vendere un vibratore nero
dal nome "Otellopisello". Interessante è il sito "Shakespeare
Fucking Sonnets": vengono ripresi alcuni sonetti (1, 3, 20)
e ad alcune parole ne vengono sostituite altrettante spinte, come
whores al posto di winters. Abbondano: rod, cock, dick (slang
amer che sta per pene), bastrich (parolaccia sconosciuta; suppongo
un mix tra bastard + bitch), ass-hole, ass, freak.
In una sequenza filmata trovata casualmente e fortunatamente (fortunatamente
inteso solo per questa ricerca!), ho trovato uno spezzone di uno
"stag movie" (film per soli uomini) della durata di 4 minuti con
Shakespeare protagonista che si concedeva a tutti i suoi personaggi:
da Romeo e Giulietta, passando per Amleto e Gertrude. L'attore
era vestito e truccato da Shakespeare e ad ogni entrata di un
personaggio nella stanza, il Bardo chiedeva: "Who are you?" e
il personaggio rispondeva: "It's me Will, Juliet" e l'attore a
sua volta commentava mentre iniziava a svestirsi: "Come here,
I want to fuck you!". E iniziava un nuovo atto! Torniamo ora al
discorso un po' più serio della cinematografia legata alla concezione
di omosessualità.
Proseguendo
negli anni, troviamo in Kenneth Branagh un grandissimo
regista-attore shakesperiano che ha trattato nei suoi film anche
parti erotiche. La cosa interessante è quanto Shakespeare sia
stato sfruttato soprattutto da registi e attori gay. Innanzitutto,
si è sempre vociferato su una presunta omosessualità di Branagh-
nonostante il matrimonio con Emma Thompson di alcuni anni fa,
peraltro ora finito - . Questo fattore, comunque mai ufficialmente
confermato, ma nemmeno smentito, ha comunque una sua rilevanza
se prendiamo in considerazione un film del regista.
Nel
"MUCH ADO ABOUTH NOTHING", Branagh inscena una relazione
sadomasochistica fra gay tra Don John e Conrade. Il personaggio
di Don John è stato interpretato dall'attore Keanu Reeves
in una aderentissima tuta nera. Questa scelta costumistia è già
di per sé molto significativa. In più, se si aggiungce che l'attore
(Reeves) è gay dichiarato, è facile trarne le conclusioni.
Nell'
"OTHELLO" di Oliver Parker del 1995, Iago
ama segretamente Othello. Questo dubbio distrugge il rapporto
tra Othello e Desdemona, soprattutto quando Othello in una scena
tocca i genitali a Roderigo. Questa è la parte propriamente gay,
mentre si accenna vistosamente al sesso quando Emilia pretende
un rapporto sessuale da Iago in cambio del fazzoletto. Dalla scena
si suppone che i due abbiano avuto un rapporto anale.
L'altra
importante questione da tenere in considerazione in questa analisi
è appunto la dicotomia Shakespeare-gayness. Questo è vero soprattutto
nella cultura popolare americana dove, da sempre, il drammaturgo
inglese è sinonimo di omosessualità. Shakespeare, e tutto ciò
che vi è correlato, viene "sentito" come legato alla gayness,
a qualcosa di effeminato e femminile ma allo stesso tempo sensibile.
La
connotazione che Shakespeare assume in questo senso, non è però
del tutto negativa. (lo vedremo meglio in "IN & OUT",
dove, nonostante tutto, il prof. Brackett alla fine verrà premiato
nonostante l'omosessualità). Quanto detto viene ben illustrato
se prendiamo in considerazione il film "IN & OUT" del regista
statunitense Frank Oz: il personaggio direttamente correlato
a Shakespeare, il prof. Brackett, insegnante di letteratura inglese,
si rivelerà omosessuale.
Al
contrario, analizzando un film conosciutissimo e recentissimo,
"Shakespeare in love", scopriamo come sia regista (John
Madden), sia cast (Gwyneth Paltrow, Joseph Fiennes
ne sono un esempio) siano rigorosamente "british" e come, quindi,
l'immagine di Shakespeare venga riabilitata. Ci viene infatti
presentato uno Shakespeare latin-lover, amante delle belle donne
e perciò tutt'altro che gay.
Passiamo
ad analizzare il film "IN & OUT" del 1997. Questo
film esemplifica magnificamente quanto detto in precedenza, ovvero
come l'omosessualità correlata alla figura di Shakespeare viene
vista con ironia ma con un alone di positività. Per chi non ha
visto il film: la storia parla di un professore di letteratura
inglese che insegna in un liceo di una ridente cittadina americana,
Greenleaf. Un suo ex studente, Cameron Drake, bellone e idolo
del momento, vince l' Oscar come miglior attore protagonista per
aver interpretato la parte di un marine gay. Nel
classico discorso, ringrazia anche il suo ex professore e dichiara
in mondovisione che quest'ultimo è gay. Sbigottimento generale
nella non più ridente cittadina e sbigottito resta anche il professore
che si deve sposare di lì a 3 giorni. Nel giro di 24 ore Greenleaf
è assediata dai media e alla fine, dopo numerose smentite con
se stesso e con gli altri, Brackett sull'altare realizza che quanto
detto da Cameron è verità:_confessa a tutti la sua omosessualità,
perde il lavoro, pare che tutti gli voltino le spalle ma alla
fine verrà capito e premiato.
Il
film, apparentemente, non ha nulla a che vedere con Shakespeare
e la gayness. In realtà il Bardo è presente dall'inizio alla fine,
in maniera molto sottile, ma sempre presente. Cameron Drake, nel
suo discorso di ringraziamento all'Oscar, ringrazia tra gli altri
il prof. Brackett: parla del suo ex insegnante con grande ammirazione
e stima, riconoscendogli sensibilità e cultura. Ma alla fine afferma
che il professore è gay e questa dichiarazione- che vuole essere
secondo Cameron un ulteriore motivo di stima - si rivelerà fatale
per il futuro della vita di Brackett e della comunità con tutti
i cambiamenti che ne seguiranno.
Possiamo
tentare un'analisi comparata dei 2 personaggi e dei loro corrispondenti,
seguendo una logica definibile come un "play within the play",
o meglio un film nel film. Da un lato abbiamo l'attore Matt
Dillon, che interpreta la parte (PLAY) di Cameron Drake, a
sua volta attore che interpreta la parte di un gay nel film che
presenterà agli Oscar. (WITHIN THE PLAY). Se il prof. Brackett
dimostra di non accettare la sua omosessualità (almeno all'inizio),
Cameron Drake è il prototipo del vero uomo nella vita reale: bello,
famoso e di cultura bassina (lo si nota dal modo con cui parla
di Shakespeare e di letteratura nella sequenza filmata del ringraziamento).
Nel film per il quale vince l'Oscar interpreta la parte del militare
gay che affronta l'omosessualità con coraggio. Ma si rende conto
che questa sua rivelazione-condizione lo aliena dalla società:
lui stesso chiede alla statua del presidente: "…sono ancora un
bravo americano?". Questo dimostra quanto è importante la questione
dell'omosessualità per gli americani, tanto più per i militari,
figure che da sempre si contrappongono alle figure cosiddette
"di cultura".
Vediamo
così come la cinematografia si sovrappone alla realtà (pur sempre
una realtà cinematografica!). Dopo questa introduzione, quindi,
perché e come possiamo collegare Shakespeare alla gayness? Innanzitutto,
va detto che negli States tutto ciò che è cultura è sinonimo di
qualcosa di femminile. Tutto ciò che non è olio di motore, lavoro,
muscoli, birra e sesso è sentito come "femminile" e quindi gay.
(sequenza della prova-virilità in cassetta: "….pensa a John Wayne
e Arnold Swarzenegger…loro non ballano…i veri uomini lavorano,
sudano, hanno la schiena a pezzi..…."). Questo perché la cultura
media degli americani è piuttosto bassa, molto "popular". (per
esempio Cameron Drake è uno studente scarso).
Se
vogliamo spezzare una lancia a favore degli americani, va detto
che in fondo la loro è una letteratura relativamente recente rispetto
a quella inglese e, in maniera più ampia, a quella europea. La
loro tradizione letteraria e culturale, infatti, parte sostanzialmente
dall'inizio del 1800. Anche dal punto di vista linguistico (fonetico-lessicale),
la "englishness" viene avvertita come qualcosa di femminile, di
impettito, di "rigorous". (sequenza in cui Mike dice riferendosi
esplicitamente a Shakespeare: "…e poi con tutti quei fiocchetti…sonetti….")
In "IN & OUT" il prof. Brackett è proprio il tipico
"non americano": acculturato, gentile, vita privata irreprensibile
e standard, dalle buone maniere e dagli interessi tipici delle
donne, ovvero, nell' immaginario americano, il prototipo dell'omosessuale.
Inoltre, è significativo in questo contesto, anche l'abbigliamento
con cui ci viene presentato il protagonista: Brackett indossa
il bow-tie, il papillon, che richiama la frase di Mike: "… e poi
si guardi….com'è leccato…con tutti quei fiocchetti…. Il bow-tie,
infatti, è spesso considerato un "simbolo" che identifica un gay.
Brackett inoltre, essendo insegnante di letteratura inglese, porta
il pensiero e le opere del drammaturgo ai suoi studenti ed è chiaro
che il prof. è visto come una sorta di "rappresentante" di Shakespeare,
il quale viene identificato con il professore e viceversa, in
una sorta di "gayness carrying gayness".
La
cultura quindi, viene avvertita come assenza di mascolinità, come
sintomo di omosessualità. (sequenza intervista studenti: "….hanno
detto che è gay solo perché gli piace Shakespeare e la letteratura…."-
come dire che è scontato che Shakespeare sia considerato gay e
che il pensare a lui porti necessariamente alla nozione di omosessuale.
Ciò si vede soprattutto nella sequenza in cui Mike spiega a Brackett
il motivo che ha originato la dichiarazione di Cameron: "….lei
è un insegnante di inglese…. Ha fondato il circolo teatrale….Shakespeare
e i sonetti…."(come dire: ma è ovvio che l'hanno accusata di essere
gay! Insegna inglese!). Ciò dimostra come nella cultura americana
sia fortemente radicata l'idea di "Shakespeare and gayness". Ultimo
esempio: tornando al discorso di Cameron agli Oscar, va notato
come il nome di Shakespeare venga collegato alla nozione "gay"("….Brackett
mi ha insegnato tante cose sulla letteratura, su Shakespeare…insomma…a
stare svegli gente!…-3/4 secondi di applausi-….ed è gay….").
Tra la parola "Shakespeare" e la parola "gay" passano pochissimo
secondi. A mio avviso, in questa scena, si lega (volutamente?
Casualmente?) il drammaturgo alla nozione di omosessualità in
maniera strettissima. La velocità con la quale si passa a "specificare"
che è gay, porta a pensare che si voglia in qualche modo ricordare
e imprimere bene nelle menti (prima che qualcuno se lo scordi!)
che Shakespeare ha quel significato.
Con
l'analisi del secondo film, "TROMEO & JULIET" girato
negli USA nel 1996 per la regia di Lloyd Kaufman, si parlerà
del SOFT CORE parodistico. Shakespeare è qui nel contempo ridicolizzato
a livelli estremi e "usato" come sfondo per una storia erotica.
Questo movie appartiene al genere definibile come "porno-trash",
ovvero un film di bassa leva ad alto potenziale erotico.
La casa produttrice è la Troma Entertainment, specializzata
in film "spazzatura" che propongono trame ridicole, dissacranti
e dagli effetti speciali disgustosi (come dita tagliate, vermi,
mutazioni genetiche etc…). Il film narra la storia della bella
Juliet Capulet costretta dal padre maniaco e avido a sposare un
macellaio miliardario di nome London.
Juliet
è una lesbica ninfomane, amante dei telefoni erotici la cui vita
e le cui perversioni sessuali fanno da sfondo all'intera storia.
Juliet non accetta il destino che il padre ha programmato per
lei e per evadere e confortarsi si abbandona ai sogni erotici
più indecenti ai quali si aggiunge una storia lesbica che intrattiene
con Ness, la Nurse.
Tutto
cambia quando Juliet incontra Tromeo Que, uno sbandato e volgare
hippy con la passione per i cd interattivi a carattere sessuale.Tra
i due scoppia un'irrefrenabile passione: ma il destino è loro
avverso. Tra le due famiglie scorrono fiumi di odio a causa di
un segreto che li porta a guerre di quartiere, omicidi, pestaggi
e violenze sessuali. Alla fine, pur di non sposare London, Juliet
ricorre ad una pozione magica che (a differenza dell'originale!)
non la fa sembrare morta ma la trasforma in un mostro: il matrimonio
salta, Juliet e Tromeo scappano alla faccia di tutti e vivono
felici e contenti. Il film, come si vede dall'introduzione filmata,
è ambientato in uno squallidissimo quartiere di Los Angeles.
La
questione della location è significativa: nell'originale Shakespeare
ambientava la storia nella meravigliosa e storica città di Verona,
mentre Kaufman smitizza la location degradandola fino al punto
ambientare la storia in una specie di ghetto. Altro elemento significativo
è la storpiatura del cognome di Tromeo: Que, (pr. KIU:) che volendo,
potrebbe avere il significato di QUEER, ovvero "gay".
Di
notevole rilievo è anche l'amore lesbico tra Juliet e la Nurse:
nella tragedia la Nurse viene vista come una presenza confortante,
consolatrice, materna, nel film di Madden addirittura complice.
Tutto questo, seppur in maniera diversa, compare in "TROMEO
& JULIET": Ness è una presenza confortante per Juliet
(sessualmente parlando s'intende) e ne è complice quando Tromeo
e Juliet hanno il loro primo rapporto sessuale nel box di plexiglas
nel quale il padre di lei la rinchiude ogni volta che la scopre
nelle sue perversioni sessuali.
Pur
soffrendo, Ness indica a Tromeo dove trovare Juliet, accertandosi
che il padre di lei sia davvero addormentato. Non manca nella
Nurse di Kaufman una certa componente voyeristica: Ness guarda
i due ragazzi che fanno sesso. (nello "Shakespeare in Love" di
Madden la Nurse appena si accorge della presenza di un uomo nella
camera di Juliet chiude frettolosamente la porta imbarazzata ma
complice). Il film di Kaufman ha come leit-motiv questa fortissima
componente sessuale: dall'incesto alla masturbazione (sia di Juliet
che di Tromeo) nulla sfugge al tema "sesso".
Curioso
il soundtrack: curato dai Motorhead, gruppo heavy-metal,
totalmente inadatto ad una storia d'amore quale quella dei due
amanti di Verona, è però azzeccato in questo contesto, dove l'asprezza
della colonna sonora ridicolizza ancora di più il già super-smitizzato
Shakespeare.
Il fatto di ridicolizzare fino a questi estremi tutti i personaggi,
e di conseguenza, il Bardo, dimostra quanto poco valga quest'ultimo
nell'american popular culture. Questo non è solo vero per la produzione
Troma, ma anche, come abbiamo visto, per film di un livello nettamente
superiore, come "IN & OUT".
La modernità di Shakespeare, la sua capacità di parlarci oltrepassando
la collocazione temporale, viene espressa anche in questi film.
A ribadire ancora una volta che la sua poesia, i suoi personaggi
non solo sono una delle espressioni più moderne del genio umano,
ma anche una delle più vitali. Che si manifesti in maniera ironico-brillante
come in "IN & OUT", dove il Bardo assurge a Bardo
dell'omosessualità fino a "TROMEO & JULIET", dove
viene parodiato fortemente e in chiave porno il mito della cultura
made in England. Un esempio su tutti a concludere quanto detto:
i titoli dei Cdrom con l'aiuto dei quali Tromeo ogni sera si masturba
("As you lick it", "The merchant openings") a sottolineare ancora
una volta la grandissima "produttività" del marchio "Shakespeare"
negli ultimi anni soprattutto in questo tipo di mercato.
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