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Sono Davide. Sono nato di parto cesareo nel 1980, un giorno prima del terremoto in Irpinia.

Studio medicina a 300 metri da casa. Per compensare questo fatto vado abbastanza in giro. Nel 1998 mi è iniziata a ronzare in testa l’idea dell’Africa e fu così che per tre estati di fila sono andato a almeno 10000 kilometri da casa: Tanzania e Kenya, India, Mozambico. Per cui se volete che ne parliamo ditemelo.

Da bambino ero serio e diligente. Per compensare questo fatto è da un po’ di anni che mi piace molto giocare, suonare la chitarra possibilmente per strada anche se non sono molto bravo, fare stranezze, cercare di mettere in crisi i comportamenti normali, reclutare matti per improvvisare arte per strada. Lo faccio meno di quanto vorrei. Per cui se qualcuno ne vuole parlare o mi vuole aiutare me lo dica.

Ho vissuto e vivo con molti dei privilegi del cittadino modenese standard medio-alto. Per compensare questo fatto sto cercando di capire come posso vivere trovando un compromesso fra il bello della comodità, la nausea del benessere ma soprattutto i bioritmi del mondo intorno, insomma sono alla ricerca di una mia personale "sobrietà" che non invada il vicino e il lontano, uno stile di vita per cui "se vivessero tutti come me il mondo non andrebbe allo sfascio e ci staremmo tutti felici e contenti". Per cui se ne volete discutere o avete qualche suggerimento parliamone.

Mia mamma mi ha (quasi) sempre rifatto il letto e preparato la pappa. Per compensare questo fatto nella mia vita voglio essere a disposizione delle persone che incontrerò, voglio il loro bene come il mio bene e oltre al mio quotidiano mi rompo la testa pensando a che cosa ha senso fare e dove per essere utili davvero. Su questo ne discuterei volentieri e tanto, per cui chi ne ha voglia me lo dica.

Mio papà aveva un’Olympus OM-1 con tre obiettivi ma non la usava più. Per compensare questo fatto mi sono messo a fotografare, e anche se non ne voglio fare il mestiere della mia vita è una cosa che mi piace. E visto che faccio/facevo anche il giornalista per un giornale locale, sogno di fare in futuro qualche vacanza chissà dove, tornare e trovare qualcuno che mi pubblichi un reportage fotogiornalistico.

Mi sento molto "global" per i viaggi che ho fatto, le persone che ho conosciuto e conosco, gli oggetti che mi sono portato dietro.. mi piace quest’opportunità, ma mi mette in crisi che sia un privilegio di pochi. Inoltre mi accorgo con quel poco che mi informo dell’ingiustizia del mondo d’oggi – non tanto perché alcuni vivono in un modo e in altri in un altro, ognuno ha le sue tradizioni e i suoi tempi, ma per lo sfruttamento delle risorse e delle persone che pochi fanno/facciamo – e dell’ipocrisia marcia di chi ci racconta come vanno le cose, delle dichiarazioni ufficiali, delle motivazioni, delle cose viste solo in bianco o in nero.. un’ipocrisia che non serve a sopravvivere, ma serve perché "il nostro stile di vita non può essere negoziato" (George Bush padre, 1990). Per cui se volete ne discutiamo più in dettaglio perché qui sono superficiale.

Ecco un po’ del Davide d’oggi. Ma voi ci pensate mai a come sarete fra dieci anni?