Elettricità dalle olive: in Spagna si può    

    

MADRID (Reuters) -- Tutti i cuochi sanno che le olive sono molto più che un ottimo antipasto visto che dalle olive si ricava l'ingrediente base per la dieta mediterranea, l'olio. Ma in Spagna, il maggiore produttore di olive al mondo, presto saranno usate per produrre un altro elemento fondamentale per la vita moderna: l'elettricità.

    

Il progetto di Endesa

Endesa, la maggiore società elettrica spagnola, sta costruendo due impianti per generare elettricità dai residui delle olive: si tratta di uno dei primi progetti al mondo per utilizzare gli scarti della produzione di olio d'oliva come combustibile.

Il residuo della spremitura delle olive - in spagnolo "orujillo" - è difficile da smaltire e può essere pericoloso per l'ambiente: una volta nei fiumi infatti toglie ossigeno ai pesci e li porta lentamente alla morte. Ma può fornire combustibile pulito per le centrali elettriche.

"In passato l'orujillo era usato per accendere il fuoco e riscaldare le case o nelle fornaci di mattoni; oggi lo usano sempre meno persone, quindi è difficile smaltirlo", spiega Angel Sancho, direttore dei progetti presso l'impresa Ghesa, che sta costruendo i due impianti per conto di Endesa. Le nuove centrali sorgeranno nelle province di Jaen e Ciudad Real, nel nord della Spagna, il cuore della regione delle olive.

       

Tecnica sperimentata

Un altro impianto simile a quelli in via si realizzazione è già operativo nella provincia di Cordoba: è alimentato a orujo, un residuo della lavorazione più concentrato dell'orujillo. Ora l'Endesa vuole sperimentare un processo di recupero anche per l'orujillo.

"Il problema principale era come estrarre l'energia da questo residuo: una volta che ci siamo resi conto che poteva funzionare abbiamo deciso di costruire gli altri due impianti". Per realizzare il progetto Endesa investirà più di 39 milioni di dollari, circa 78 miliardi di lire. L'impianto avrà un potenziale di 32 megawatts, e potrà soddisfare le richieste di energia elettrica per uso domestico di 100.000 persone.

Quando le due centrali saranno operative, nella seconda metà del 2001, ogni chilovattore consumato da una famiglia brucerà 0,92 chili di residuo di olive. Ogni impianto consumerà circa 105.000 tonnellate di orujillo all'anno.

Il futuro dell'energia pulita

Se l'esperimento funzionerà, Endesa pensa di costruire altre 30 installazioni in tutta la Spagna, per un totale di 500 megawatt, la metà dell'energia prodotta da una centrale nucleare.

L'efficienza di questo di questo tipo di impianti dipende naturalmente dal prezzo dell'orujillo: che al momento è fra le 2,5 e le 4 pesetas (28-46 lire) al chilo. "Mi sembra un progetto interessante perché lo smaltimento dell'orujillo stava iniziando a diventare un problema per noi", ha detto José Ramon Diaz, coordinatore nazionale della produzione di olio dell'associazione dei coltivatori Asaja.

La trasformazione di residui organici in materiale da combustione non si ferma all'olio d'oliva. Hidoelectrica de Catabrico, la società rivale di Endesa, ha annunciato lo scorso novembre che investirà circa 25 milioni di dollari per due impianti che riciclino il letame degli animali. Gli impianti saranno i primi di una serie di dodici. Il primo sorgerà nella regione delle Asturie, nel Nord del Paese.

In corso di elaborazione o di realizzazione ci sono progetti per usare di tutto, dalle barbabietole da zucchero ai noccioli di mandorle, alla cacca degli animali.

       

28 marzo 2000 - cnnitalia.it

    

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