Libri

Le newsletters di www.olio-oliva.it

Articoli - Rassegna Stampa

Parlano di noi


 Libri    

Enciclopedia Mondiale dell'Ulivo, Consiglio Oleicolo Internazionale, Maggio 1996

Olio di Oliva, Judy Ridgway, Idea Libri

L'extravergine, Unione Mediterranea Assaggiatori di Olio, 2000

Gli oli di Veronelli, Veronelli Editore, 2000

Guida agli Extravergini, Slow Food Editore, 2001

Olio Italiano - Le guide di Case & Country, Class Editori, 2001

L'olio di oliva, Silvana Bevilacqua Calzolari

Storia dell'olio di oliva in Calabria, di Augusto Placanica, ed. Meridiana Libri

Salute Naturale, Riza Editore, Novembre 1999

Olivicoltura, Morettini A., REDA 1950

La raccolta meccanica delle olive, L'informatore Agrario, n.48, 1986

Essere & Benessere, Gruppo Editoriale Futura, Febbraio 2000

Il Germoplasma dell'olivo in Emilia Romagna, a cura di Cristoferi, Rotondi, Magli (http://www.istea.bo.cnr.it/olivo/)

Olive Oil: Chemistry and Technology, Dimitrios Boskou Editor

Olive Oil Cookery: The Mediterranean Diet, Maher A. Abbas, et al.

History and Technology of olive oil in the Holy Land, Rafi Bet, Ha-Bad Ha-Kadrum Frankel Editor

Nueva Olivicultura. Andres Guerrero Garcia. 3ª edicion. Ediciones Mundi-Prensa

Enfermedades y plagas del olivo. Faustino de Andres Cantero 2ª edicion. Riquelme y Vargas Ediciones, S.L.

El cultivo del olivo. D. Barranco, D. Fernandez Escobar, L. Rallo. Coedicion Consejeria de Agricultura y Pesca. Ediciones Mundi Prensa

Regolamento (CEE) n. 2568/91 della Commissione dell'11 Luglio 1991 relativo alle caratteristiche degli oli d'oliva e degli oli di sansa d'oliva nonche' ai metodi ad essa attinenti

Biblioteca Europea Medica Informativa sull'olio di oliva. E' un sito realizzato dall'Unione Europea che ha lo scopo di fornire informazioni medico scientifiche sull'olio di oliva e l'alimentazione mediterranea. http://europa.eu.int/comm/dg06/prom/olive/medinfo/it/index.htm

The environmental impact of Olive Oil production in the European Union: practical opinions for improving the environmental impact. Studio realizzato dalla Commissione Europea. Vai al documento

   

         

 Articoli    

Elettricità dalle olive: in Spagna si può

   28/3/2000 Reuters - cnnitalia.it

Usa l'olio extravergine come doposole

   7/2000 Starbene     

Olio d'oliva, Bruxelles taglia i sostegni

   1/10/2000  

Quegli uliveti dell'altopiano di Asiago

   19/11/2000  

Olio d'oliva, un'annata a cinque stelle

Made in Italy? L'etichetta può ingannare

Consuntivi economici, benefici e programmi

Odori e sapori

  26/11/2000   

Per l'olio d'oliva boom di sofisticazioni

  13/12/2000   

Olio, la UE boccia l'Italia: sì all'uso di olive straniere

  15/12/2000   

Allarme negli oliveti della Toscana

  24/12/2000   

Mi è colato un ciociaro nel piatto

Cambiatelo, come il vino; i consigli dello chef Aimo

  7/9/2001  

Un extravergine della Liguria franto all'antica

  21/10/2001   

 Festa in onore dell'olio firmato

  22/10/2001   

 Olio extravergine, da giovedì le nuove etichette

  28/10/2001   

 L'olio d'oliva sotto inchiesta

  30/10/2001   

    

Parlano di noi    

dal Corriere della Sera del 1 Giugno 2000, pag. 26, sezione "Internet e dintorni", rubrica "Flash dalla rete"

   

OLIO D'OLIVA CHE PASSIONE: www.olio-oliva.it Qui gli amanti dell'olio extravergine di oliva italiano potranno trovare informazioni varie su questo gustoso prodotto mediterraneo ed entrare in contatto direttamente con i produttori per acquisti on-line. Utile il link ai principali eventi legati all'olio di oliva come fiere, mostre e musei.

da del  25 Giugno 2000,  pag. 19, supplemento a Il Resto del Carlino, Il Giorno e La Nazione

   

TUTTO SULL'OLIO D'OLIVA: Un sito in cui gli amanti dell'olio extravergine di oliva italiano potranno trovare tutte le informazioni su questo gustoso prodotto mediterraneo. Potranno entrare in contatto direttamente con i produttori per eventuali acquisti on-line.

da Happyweb n°6 - Luglio 2000, pag. 212

     

 

E SE VOLETE SAPERE TUTTO SULL'OLIO D'OLIVA...: Sono in rete tutti i produttori italiani d'olio d'oliva extravergine, con indirizzi e possibilità di fare shopping on-line. Basta scegliere sulla cartina d'Italia, la regione di provenienza per avere l'elenco degli oleifici, le caratteristiche dell'olio, la storia di questo prodotto, le mostre, i libri e, naturalmente, le migliori ricette. www.olio-oliva.it

da Happyweb n° 1 - Gennaio 2001, pag. 26, Rubrica "Clicca & Mangia"

 

     

 

Basta scegliere la regione di provenienza per avere l'elenco di tutti i produttori della zona con tanto di indirizzi web in cui fare shopping di olio nuovo. www.olio-oliva.it è un database dedicato al prodotto tipico italiano per eccellenza. Tante informazioni e curiosità: dalle tecniche di lavorazione alla caratteristica delle olive. C’è anche la sezione “Ricette” (tra cui gli spaghetti aglio, olio e peperoncino) e quella dedicata alla scuola per diventare “maestri” nella degustazione dell’olio.

da Happyweb n° 12 - Dicembre 2001, pag. 26, Rubrica "Clicca & Mangia"

   

Le newsletters di www.olio-oliva.it

ESTATE 2000

AUTUNNO 2000

  INVERNO 2001

PRIMAVERA 2001

ESTATE 2001

AUTUNNO 2001

PRIMAVERA 2002

ESTATE 2002


ESTATE 2000

Produzione in netto aumento nel settore dell’olio d’oliva in Italia

La produzione di olio d’oliva è stata di 614 mila tonnellate, in crescita del 30% sul 98-99, mentre in Spagna non si è andati oltre 550.000 tonnellate (-30%)

   

Stabili i consumi d’olio di oliva

Nel corso del 1999 i consumi d’olio d’oliva pro-capite in Italia sono rimasti stabili: 12,9 chili pro-capite

 

Prezzi dell’olio d’oliva in calo

Nel corso degli ultimi 12 mesi i prezzi all’ingrosso dell’olio extra-vergine hanno perso oltre il 13%, il raffinato d’olio ha sfiorato il –20%, assesstandosi intorno alle 480.000 al quintale il primo e 395.000 il secondo. I prezzi sono in calo da 5 mesi, dopo che la curva dei prezzi aveva avuto un sussulto positivo all’inizio dell’anno quando sono stati diffusi i dati sul calo di produzione spagnolo. Una congiuntura che colpisce il settore dell’olio di oliva, senza esser compensata da una reazione incentivante della domanda, rimasta stabile in Italia. Per il 2000-2001 il settore non prevede nessun recupero dei prezzi, anzi, un’abbondanza di prodotto determinata da una campagna di "carica" in Spagna (potrebbe arrivare a superare il milione di tonnellate) e nei nuovi Paesi produttori, come risulta dalle indicazioni del Consiglio oleicolo internazionale. La categoria, attraverso Assitol, ha chiesto che venga intrapresa un’attività di promozione del settore, sulla base degli interventi previsti nel piano olivicolo preparato nel corso del 1999.

 

La conferenza Stato – Regioni regolamenta l’attività di controllo nei frantoi e nei punti vendita

In attuazione a decisioni comunitarie sono rafforzati i controlli commerciali sulla qualità e tipologia dell’olio extra verine e dell’olio di olia vergine. I controlli verranno effettuati dai tecnici dell’Ispettorato centrale repressione frodi, che potranno anche avvalersi della collaborazione dell’Agecontrol. Sotto la lente d’ingrandimento ci saranno le confezioni degli oli; si dovrà vigilare sulla corrispondenza fra quanto contenuto e quanto dichiarato sugli imballaggi e sulle etichette. Le verifiche, a campione, verranno effettuate almeno una volta l’anno e coinvolgeranno non solo i fornitori del prodotto sfuso, ma anche le imprese di confezionamento, obbligate a mettere a disposizione dei verificatori i registri di carico e scarico detenute nei vari stabilimenti e depositi. La conferenza Stato-Regioni di giugno ha accettato la proposta di destinare, sin dalla prossima campagna di commercializzazione, una quota parte degli aiuti comunitari per l’olio d’oliva ai produttori di olive da tavola.

  

AUTUNNO 2000

Competitività nello scenario internazionale e opportunità di sbocco

Nel periodo 1989/97, per il comparto oleicolo si evidenzia un miglioramento del saldo commerciale, dovuto, da un lato, ad un tendenziale miglioramento delle esportazioni, dall'altro ad un decremento dei volumi importati. Il miglioramento/ deterioramento della posizione negli scambi mondiali non è sempre indice di un vantaggio/ svantaggio competitivo in quel comparto che può essere, invece, evidenziato attraverso l'analisi dell'indice Relative Trade Advantage (RTA). Emerge infatti che l'Italia ha uno svantaggio competitivo nel comparto dell'olio sia nel complesso sia verso i Paesi Terzi: si osserva però una forte riduzione del valore dell'indicatore conseguenza della diminuzione delle importazioni a fronte di una decisa crescita delle esportazioni.

Tra il 1989-91 e il 1995-97 l'Italia è riuscita ad aumentare del 9,9% il peso della produzione lorda vendibile agricola (PLV), espressa in ECU costanti e a parità di potere d'acquisto, rispetto alla PLV agricola dell'Unione Europea a 15. In questo contesto l'olio, comparto con il peso percentuale più rilevante, nel periodo considerato ha aumentato il suo peso del 7,7%, registrando un notevole scostamento positivo dalla quota media di PLV Italia su Ue. Globalmente le proiezioni mostrano un probabile superamento dell'offerta mondiale di olio di oliva rispetto alla domanda.

Appare interessante la stima della crescita dei consumi nei principali paesi importatori (e non tradizionalmente produttori). Il consumo di olio d'oliva potrebbe aumentare di circa il 50% negli USA e triplicarsi nel Giappone se le tendenze attualmente osservate continuassero negli anni futuri. Analogamente, importanti incrementi sono attesi per il Canada e l'Australia (rispettivamente +53% e +44%). Una conferma delle potenzialità espansive di questi mercati emerge dal rapporto tra i consumi pro capite dell'olio di oliva e degli oli vegetali totali. La scarsa incidenza della quota dell'olio di oliva sul totale dei grassi vegetali consumati evidenzia interessanti margini di incremento.

Anche nei paesi tradizionalmente produttori e consumatori del bacino Mediterraneo, tenendo conto della quota dell'olio di oliva sul consumo complessivo di grassi vegetali, è possibile ipotizzare fenomeni di sostituzione a vantaggio del primo. Infatti, se da un lato solo la Grecia registra una quota di consumo pro capite di olio d'oliva superiore al 50% dei consumi complessivi di oli e grassi vegetali (66%), dall'altro, nel caso di importanti produttori come Tunisia, Turchia, Algeria e Marocco la quota dell'olio di oliva si mantiene al di sotto del 20%.

     

Competitività nello scenario nazionale e opportunità di sbocco

Tra il 1989-91 e il 1995-97, il valore della produzione lorda vendibile (PLV) del comparto oleicolo è cresciuto del 5,2% a fronte del 3,4% della PLV agricola, mentre il contributo percentuale di questo comparto alla variazione di PLV agricola (+3,4) è stata di circa il 6%. L'Italia rappresenta il mercato al consumo dell'olio di oliva più importante del mondo. In valore il mercato vale circa 6,5-7 mila miliardi di lire per un equivalente in quantità pari a circa 650-700 mila tonnellate (media 1995-97). La spesa mensile pro capite degli oli e grassi vegetali è passata da una quota del totale dei consumi alimentari del 5,9% nel 1989-91 al 5,5% nel 1994-96. Nell'ambito di questa classe, il peso dell'olio di oliva è cresciuto ed ha guadagnato circa 3 punti percentuali a scapito delle altre tipologie. L'aumento relativo del peso dell'olio d'oliva nell'ambito dei grassi vegetali è comunque avvenuto in presenza di un calo in termini reali dei prodotti di questa classe (tabella 1). In sostanza l'olio d'oliva si è avvalso del minor calo relativo (-9,8%).

All'interno dei consumi dell'olio di oliva, va sottolineato il buon andamento dell'"extravergine confezionato" che nel 1999 ha registrato un incremento del+5%. Con una quota del 74% in volume e dell'78% in valore, l'extra vergine d'oliva si conferma il segmento più importante della categoria olio di oliva confezionato. Nel 1999, si conferma dunque il trend positivo dell'extravergine ai danni delle altre categorie di olio di oliva, evidenziando una maggiore attenzione alla qualità da parte dei consumatori. Inoltre, in stretto legame allo sviluppo della moderna distribuzione è possibile stimare un'ulteriore crescita del peso delle "marche private".

Lo sviluppo del mercato si caratterizzerà per un'attenzione crescente alla qualità dei prodotti. Oltre alla crescita del "confezionato", in generale è possibile prevedere un'evoluzione delle dinamiche di differenziazione per il segmento dell'extravergine. Infatti, l'immissione sul mercato di oli con riconoscimento DOP e IGP la crescente diffusione di prodotto biologico provocherà un incremento medio qualitativo del segmento dell'extravergine, tale da giustificare una sua ulteriore segmentazione. Complessivamente, per il prossimo triennio è verosimile prevedere una sostanziale stabilità del mercato. In particolare è possibile delineare i seguenti sviluppi:

· crescita del confezionato;

· crescita del segmento dell'extravergine;

· diminuzione del segmento dei raffinati di oliva e di sansa.

     

Competitività nello scenario regionale e opportunità di sbocco

Il comparto olivicolo costituisce un settore di primaria importanza nell'ambito dell'agricoltura siciliana, con una superficie olivetata in coltura principale di circa 155.000 ettari, pari al 7% della S.A.U. (circa 1.600.000) e al 30% della superficie investita a colture arboree (518.000 ettari). In riferimento al contesto nazionale, la Sicilia rappresenta circa il 12%della superficie olivetata su un totale nazionale di 1.033.591 ha. Secondo i dati ufficiali, la produzione lorda vendibile dell'olio d'oliva in Sicilia si è attestata, nel 1997, sui 398 miliardi di lire correnti, pari al 12% della PLV oleicola nazionale.

L'organizzazione della filiera olivicola siciliana rispecchia il modello generale nazionale. Si identificano i seguenti campi di attività:

· produzione delle olive;

· produzione di oli vergini e lampanti greggi;

· raffinazione degli oli lampanti e sanse greggi;

· commercializzazione degli oli sfusi (vergini, lampanti greggi e raffinati) per fornitura alle industrie di confezionamento;

· miscelazione, imbottigliamento e commercializzazione al mercato finale.

In Sicilia si riscontra la presenza di imprese che attivano forme di integrazione verticale tra le diverse fasi, anche se la numerosità complessiva è piuttosto limitata.

L'analisi statistica della struttura agricola, riferita al censimento del 1991, rileva un'elevata polverizzazione e una modesta dimensione economica. Le aziende specializzate si trovano localizzate principalmente nelle provincie di Messina, Palermo, Trapani e Siracusa, dove si concentrano anche le maggiori superfici investite. Le aziende con olivo in Sicilia sono circa 170 mila, di cui poco meno di 77 mila specializzate. La struttura aziendale è caratterizzata da modeste estensioni. Secondo i dati censuari del 1991, l'ampiezza media delle aziende in Sicilia è, infatti, pari a circa 0,71 ettari. In termini di occupazione, e limitatamente alle aziende olivicole specializzate, le rilevazioni Istat denunciano complessivamente circa 2 milioni di giornate lavorative, con una media di 33 giornate per azienda e 31 giornate per ettaro. La maggior parte delle aziende olivicole e gran parte della superficie olivetata (64,4%) sono localizzate in collina, seguono quelle localizzate in montagna (18,8%), con condizioni di giacitura particolarmente difficili ed infine troviamo quelle situate in pianura (16,8%). Con riferimento alla media delle campagne 1997/98 e 1998/99 (anni contigui di carica e scarica) la produzione siciliana di olive si è attestata sui 2,8 milioni di quintali, di cui circa 2,5 milioni destinati alla oleificazione e 300 mila quintali circa destinati alla produzione di olive da mensa (in particolare provenienti dalla provincia di Trapani, Siracusa e area etnea). La molitura presso i frantoi è prevalentemente un'attività di servizio al produttore agricolo: per il servizio viene praticata una tariffa oscillante tra le 14.000 e le 18.000 al quintale (anno 1998).

I frantoi presenti in Sicilia sono circa 700, con una potenzialità di trasformazione installata di circa 650 mila quintali (per 90 giorni di campagna). Gli impianti di molitura sono localizzati nelle stesse aree di produzione delle olive. La capacità potenziale di lavorazione è aumentata negli ultimi anni. Va rilevato che il numero di frantoi attivi per ogni campagna olivicola varia fortemente di anno in anno, in funzione dei volumi di produzione della materia prima disponibili nelle diverse aree di produzione. Nelle due ultime campagne sono risultati attivi 685 frantoi nel 1995/6, 614 nel 1996/7, con una produzione media di 339 e 907 q.li per frantoio rispettivamente. Si osserva che in Sicilia anche la produzione media per frantoio è allineata a quella media nazionale.

La tecnologia prevalentemente adottata è di tipo tradizionale discontinua, anche se viene segnalata una diffusione tendenziale della tecnologia a continuo. In complesso in Sicilia si contano una ventina di aziende prevalentemente con dimensione produttiva di modesta entità. La maggior parte degli impianti è localizzata nel messinese.

Nel complesso, comunque, l'ammontare dei volumi direttamente confezionati dalle imprese locali appare particolarmente modesta (nel 1996/97 poco più di 53.000 quintali: circa il 9% della produzione complessiva di olio). Questa situazione potrebbe essere ricondotta alla scarsa disponibilità di olio extravergine (direttamente commestibile) siciliano, dovuta sia alla oggettiva scarsità della produzione, sia al forte impiego per autoconsumo e vendita diretta da parte dei produttori agricoli e frantoiani. Ciò, ovviamente, incide negativamente sulla diffusione di industrie di confezionamento di dimensioni adeguate a giocare un ruolo attivo all'interno del sistema competitivo nazionale. Una quota consistente dell'olio in uscita dai frantoi viene ritirata direttamente dai produttori olivicoli che hanno conferito le olive per la molitura, ed è destinata all'autoconsumo o alla vendita diretta. Si stima che tale quota rappresenti circa il 40% della produzione siciliana di extravergine. La quota rimanente di extravergine e la produzione di lampante viene ceduta a commercianti e mediatori che operano nel business dello sfuso. I grossisti, mediatori e mediatori-miscelatori privati che operano in Sicilia, il cui numero è difficilmente precisabile e che comunque non necessariamente risiedono nel territorio regionale, sono generalmente estranei alla fase di produzione e trasformazione, e trattano sia l'olio regionale (generalmente ceduto ad imbottigliatori e/o raffinatori della penisola), sia olio extra-regionale commercializzato sfuso, spesso proveniente dalla Spagna e dalla Tunisia. Negli ultimi anni oltre 150 aziende agricole si sono affacciate sul mercato locale ed internazionale con un prodotto qualificato ed hanno ottenuto enormi successi. La presenza nei principali appuntamenti fieristici nazionali ed internazionali ha contribuito notevolmente a favorire questo fenomeno. Gli spazi di mercato per un prodotto qualificato esistono in ambito regionale, nazionale e internazionale.

A livello regionale va segnalata una sensibilità crescente del consumatore siciliano per quanto riguarda l'acquisto di un prodotto di buona qualità e di origine certa. Anche in quest'ambito si segnala un maggiore interesse per il prodotto confezionato. Inoltre occorre segnalare le notevoli opportunità che un adeguato marketing territoriale può consentire di raggiungere. I notevoli flussi turistici che spesso si concentrano in aree altamente vocate alla coltura rappresentano un'ulteriore opportunità.

Sul mercato nazionale, a fronte di una sostanziale stabilità del livello complessivo dei consumi, si evidenzia una crescente necessità di segmentare ulteriormente la categoria dell'extravergine. In primo luogo, le Dop/Igp ed il biologico, stanno creando nuove opportunità di sviluppo per le produzioni qualificate. Le produzioni siciliane possono contare su due aree che hanno ottenuto la Dop (Monti Iblei e Valli Trapanesi), altre due vicinissime al traguardo (Val di Mazara e Monte Etna), ed altre due a buon punto della procedura (Valle del Belice e Valdemone). Inoltre, una buona quota delle aziende olivicole aderisce a metodi di lotta integrata ed al biologico.

     

Tab 1 - Olio di oliva (000 t)

Regionale

Nazionale

1995 1996 1997 1998 1995 1996 1997 1998
Produzione 63,37 30,94 51,54 45,72 681,41 421,35 704,20 509,06
Consumo apparente 63,12 29,67 52,13 45,61 742,20 501,44 1.005,32 732,22
Import 0,44 0,10 1,74 2,55 248,41 253,40 516,41 436,74
Export 0,69 1,38 1,16 2,65 187,61 173,31 215,29 213,58
Saldo commerciale 0,25 1,28 -0,59 0,11 -60,80 -80,09 -301,12 -223,16
Prezzi (lire/kg)* 5.952 7.465 5.248 3.698

* Media quotazione all'origine

fonte ISMEA

       

Sul mercato globale emerge in ampie categorie di consumatori la ricerca di prodotti caratterizzati da importanti elementi salutisti e da forti identità territoriali. Ciò trova conferma dal successo del prodotto siciliano nei mercati del Nord-Europa, del nordamerica e del sud est asiatico.

               

Investimenti ammissibili

Interventi per la produzione:

Tutti gli investimenti finalizzati al miglioramento della qualità, alla riconversione varietale, alla protezione dell'ambiente, al contenimento dei costi di produzione ed al risparmio energetico. Il reimpianto di nuovi oliveti sarà consentito a condizione che non vi sia un aumento del numero di piante.

Interventi per la trasformazione e la commercializzazione:

Tutti gli investimenti riguardanti le categorie "olio extra vergine" e "olio vergine senza aumento della capacità molitoria Non saranno finanziati investimenti per gli altri segmenti del settore.

   

INVERNO 2001

Crisi pesante per l'olio d'oliva

La Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura, riunitasi in sessione straordinaria denuncia la crisi di mercato che nelle ultime settimane ha raggiunto livelli allarmanti.

Le quotazioni dell'olio extra vergine di oliva sono, infatti, precipitate in Puglia a quotazioni inferiori alle 4.000 Lire al Kg. E non va meglio nelle altre regioni meridionali. Nonostante una produzione di buona qualità, e benchè i consumi siano segnalati in costante aumento sul mercato mondiale, particolarmente per gli oli di migliore qualità, il prodotto rimane invenduto, con gravissimo danno per i produttori.

La situazione è ancora più inspiegabile e paradossale, se si considera che le stime produttive della campagna 1999/2000 esaminate dal Comitato di gestione materie grasse di Bruxelles evidenziano, fatta eccezione per l'Italia, produzioni inferiori a quelle della campagna 1998/99 negli altri Paesi membri.

La soppressione dell'intervento di mercato, voluta con eccessiva superficialità dalle Istituzioni comunitarie, ha privato tra l'altro gli olivicoltori di uno strumento di mercato importante in situazioni di grave perturbazione come quella attuale.

Un ulteriore danno per i produttori italiani arriverà in questa campagna dal taglio dell'aiuto comunitario, a causa del prevedibile superamento della quantità nazionale garantita di 543 mila tonnellate di olio prodotto.

Il 15 giugno scorso, infine, la Commissione europea ha presentato la richiesta di mandato negoziale al Consiglio per l'avvìo di nuovi negoziati con Marocco, Tunisia e Israele per la revisione degli accordi esistenti al fine di fissare ulteriori misure di liberalizzazione a partire dal 1° gennaio 2001, che interessano anche le esportazioni di olio d'oliva dalla Tunisia verso la Comunità.

In questo quadro va aggiunto che dello schema di Piano olivicolo nazionale, presentato nello scorso febbraio dal Ministero delle Politiche agricole alle Organizzazioni della filiera, si sono perse le tracce, probabilmente nella ricerca delle specifiche risorse finanziarie nazionali che dovrebbero accompagnarne l'approvazione. Così come nessuna consultazione è stata finora aperta in sede nazionale sulla imminente riforma dell'OCM.

Per questo la Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura chiede:

- l'attivazione di urgenti iniziative per far fronte alla crisi del comparto;

- la risoluzione in tempi rapidi del contenzioso per i pagamenti pregressi agli olivicoltori da parte dell'AIMA;

- l'avvìo di tempestive consultazioni del Tavolo olivicolo nazionale sulla prossima riforma dell'organizzazione comune di mercato e sul Piano olivicolo nazionale, del quale si chiede l'urgente approvazione;

- l'intensificazione dei controlli sulle importazioni di olio d'oliva e l'applicazione di misure restrittive negli scambi con i Paesi terzi;

- la modifica del regolamento CEE 2815/98, concernente l'etichettatura e la commercializzazione dell'olio extra vergine e vergine d'oliva, in modo da abolire l'assurda disposizione secondo cui l'origine del prodotto è data dal luogo di trasformazione invece che da quello di produzione delle olive;

- il divieto, in ambito comunitario, della miscelazione di oli di altra provenienza con l'olio d'oliva e l'individuazione di metodi di analisi atti a rilevare la presenza di olio di nocciola o di oli di semi nell'olio d'oliva e di oli d'oliva dedorati negli oli vergini;

- la rapida emanazione della normativa nazionale sulle associazioni di produttori, dopo il vuoto legislativo creatosi a seguito della cessazione del regolamento CEE 952/97.

Fonte: Confagricoltura

   

Nuove emissioni legislative

Legislazione Comunitaria

· Concessione aiuto alla produzione olive da tavola in Italia. Decisione 2000/499/CE (GU/L n. 200 dell'8/8/2000) della Commissione, del 24/7/2000, che modifica la decisione 2000/227/CE concernente la concessione di un aiuto alla produzione di olive da tavola in Italia.

· Campagna 1998/1999: produzione effettiva olio di oliva e importo aiuto unitario produzione. Regolamento CE n. 1642/2000 (GU/L n. 187 del 26/7/2000) della Commissione, del 25/7/2000, che fissa, per la campagna di commercializzazione 1998/1999, la produzione effettiva di olio di oliva nonché l'importo dell'aiuto unitario alla produzione.

· Restituzioni export olio di oliva. Regolamento CE n. 1826/2000 (GU/L n. 216 del 26/8/2000) della Commissione, del 25/8/2000, che fissa le restituzioni applicabili all'esportazione di olio di oliva.

     

Legislazione Nazionale

· Aiuto comunitario olive da tavola e olio oliva. Circolare 9 agosto 2000 , n. 4 del Ministero delle politiche agricole e forestali pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'8 settembre 2000, n. 210. Decreto ministeriale 21 giugno 2000, n. 217, recante regolamento applicativo del regime comunitario di aiuto alla produzione di olive da tavola e di olio di oliva.

· Cofinanziamento nazionale piani sviluppo rurale. Decreto 19 luglio 2000 del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 2000, n. 176. Ulteriore cofinanziamento nazionale dei piani di sviluppo rurale di cui al regolamento CE n: 1257/99, per l'annualità 2000, ai sensi della legge n. 183/1987. E' attribuito un finanziamento di 740 miliardi di lire (382,178 Meuro) in favore dell'AIMA in liquidazione, a carico del fondo di rotazione della legge n. 183/1987, per l'esercizio finanziario comunitario 2000, quale ulteriore cofinanziamento statale per l'attuazione dei piani di sviluppo rurale, di cui al regolamento CE n. 1257/99. Tale importo è destinato all'attuazione di: 1) misure di accompagnamento per 711 mld. Di lire pari al 100% della quota nazionale pubblica; 2)misure strutturali per 29 mld. di lire , pari al 70% della quota nazionale pubblica.

· Modalità presentazione istanze registrazione doc e igp. Circolare 28 giugno 2000, n. 4 del Ministero delle politiche agricole e forestali pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 agosto 2000, n. 189. Modalità per la presentazione delle istanze di registrazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche protette ai sensi dell'art. 5 del regolamento (CEE) n, 2081/92 per l'individuazione delle relative procedure amministrative.

       

Legislazione Regionale

Lombardia

· Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 - disposizioni attuative. Deliberazione del 3 agosto 2000, n. 7/960, pubblicata sul 4° supplemento straordinario al Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 1 settembre 2000, n. 35. Disposizioni attuative del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 per gli interventi infrastrutturali e strutturali del settore agro-forestale e di sostegno al consolidamento ad allo sviluppo delle imprese.

· Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 - presentazione domande di adesione. Decreto del 10 agosto 2000, n. 20006, pubblicato sul 4° supplemento straordinario al Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 1 settembre 2000, n. 35. Direzione generale Agricoltura - Adozione modulistica integrativa per presentazione domande di adesione al Piano di Sviluppo Rurale 2000/2006 in attuazione della d.g.r. n. 7/960 del 3 agosto 2000.

Lazio

· Soppressione dell'AIMA e istituzione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) disposizioni correttive e integrative. Decreto legislativo del 25 giugno 2000, n. 188, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del 10 agosto 2000, n. 22.Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 165, recante soppressione dell'AIMA e istituzione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59. (Vedi "Gazzetta Ufficiale" n. 159 del 10 luglio 2000).

          

PRIMAVERA 2001

Olio d'oliva: fermi i consumi 2000 - Forti progressi per Dop e biologico

Consumi stabili nel 2000 per gli oli d'oliva. Secondo l'Osservatorio Ismea-Nielsen, gli acquisti delle famiglie italiane hanno confermato sostanzialmente i livelli '99 con un volume di 275mila tonnellate.

Tra le diverse tipologie di oli l'Osservatorio ha rilevato una crescita del prodotto sfuso (+5% su base annua), che ha coperto il 30% dei consumi complessivi, a fronte di una flessione del 3% degli oli confezionati.

Tra questi ultimi in particolare, si riduce del 2% il consumo di extravergini, contro un meno 5% degli oli d'oliva e un calo dell'8% de prodotto di sansa. Riguardo ai consumi di olio biologico e di prodotti a denominazione di origine, l'Osservatorio rileva una crescita di oltre il 50% per entrambe le tipologie.

Dalla ripartizione dei dati per area geografica, Ismea rileva una contrazione dei consumi nel Centro-Italia (-6%) contro un aumento del 9% nel Nord-Est. Acquisti stabili nell'Italia meridionale, a fronte di perdite del 3% nelle regioni Nord-occidentali.

Fonte: ISMEA

     

Bilancio 2000 positivo per gli oli nazionali - Export a gonfie vele (+19% rispetto al '99)

Chiude i conti 2000 in attivo per oltre 10,5 miliardi di lire la bilancia oleicola nazionale a fronte di un deficit di 412 miliardi registrato nel '99.

Secondo le elaborazioni Ismea dei dati Istat, aggiornati a tutto dicembre scorso, le esportazioni hanno evidenziato, in termini valutari, una ripresa del 18% per un introito pari a 1.570 miliardi di lire a fronte di una spesa per le importazioni di 1.560 miliardi di lire (-10% rispetto al '99).

In termini reali, gli acquisiti all'estero di oli d'oliva e sansa hanno oltrepassato 434mila tonnellate segnando una crescita del 4% rispetto all'anno precedente. In particolare, le importazioni di olio d'oliva hanno registrato un aumento complessivo del 4,3% su base annua (411.710 tonnellate) per l'effetto combinato di una crescita del 13% del prodotto lampante e di un più 5,6% dell'olio d'oliva vergine.

Sul fronte dell'export, intanto, il dato 2000 ha mostrato una ripresa in termini quantitativi del 19% per un ammontare di 295mila tonnellate. Le esportazioni di olio d'oliva, in crescita del 19,6% sul '99, hanno oltrepassato quota 262.400 tonnellate, grazie alla buona performance del prodotto d'oliva vergine (+21,8%) e del raffinato (+20%). Andamento positivo anche per il prodotto di sansa in aumento del 16% rispetto all'anno precedente (32.704 tonnellate).

Riguardo infine ai mercati di sbocco, gli Stati Uniti, con una quota del 43% sull'export totale, hanno registrato - con 126mila tonnellate acquistate - una crescita del 41% sul '99.

Fonte: ISMEA

     

Qualità sotto controllo dal produttore al consumatore - L'Ismea propone il disciplinare di commercializzazione

In che modo il trasporto, lo stoccaggio, il travaso, la logistica e la distribuzione possono influire sulle caratteristiche qualitative, chimiche ed organolettiche dell'olio nelle fasi successive alla produzione e alla trasformazione. E come far si che esse rimangano inalterate fino al consumatore.

Saranno le "Linee guida per la redazione dei disciplinari di commercializzazione per l'olivo di oliva e le olive da mensa" a dettare le regole della moderna distribuzione dei due prodotti italiani. Lo studio predisposto dall'ISMEA nell'ambito del Programma Operativo Multiregionale (POM) "Servizi per la valorizzazione commerciale delle produzioni agricole meridionali" del Ministero delle Politiche agricole e forestali sarà illustrato nell'ambito di un seminario previsto per il giorno 21 giugno presso l'Hotel Mediterraneo a Roma che si concluderà con la degustazione guidata degli oli delle MOC (Macro organizzazioni commerciali) a cura di Luciano Di Giovacchino.

Dopo la presentazione affidata alla dirigente MOC Stefania Dato, i lavori saranno introdotti dal responsabile Filiere Roberto D'Auria che fornirà un ampio spaccato del mercato dell'olio, scenario di riferimento. Seguirà l'illustrazione dello studio ISMEA da parte di Mario Schiano Lo Moriello e Pierpaolo Iannone che hanno curato la stesura del manuale e che si dilungheranno sull'importanza di affiancare ad un disciplinare sulla produzione quello sulla commercializzazione affinché vengano mantenute inalterate le qualità e le caratteristiche dell'olio una volta uscito dal frantoio.

Seguiranno le esperienze dell'applicazione di questi disciplinari , dei sistemi di qualità totale e di rintracciabilità dei prodotti, da parte delle filiere MOC. Interverranno Alessandro Rinaldi, presidente Oligar S.r.l., Giuseppe Ardito, presidente MOC Olimer S.r.l., Nicola Ruggiero, presidente Oliveti d'Italia S.p.a., e Paolo Annavini, consigliere d'amministrazione Poliva S.p.a.

L'obiettivo sarà quello di fornire a tutti gli operatori del settore un contributo indispensabile al miglioramento qualitativo e commerciale delle produzioni del Mezzogiorno d'Italia e in modo particolare delle olive da mensa e da olio.

Fonte: ISMEA

   

ESTATE 2001

Per l'olio d'oliva italiano la qualità garantita on-line

Un codice numerico stampato sul tappo, o sul retro di ogni bottiglia consentirà ai consumatori di olio d'oliva delle filiere MOC (Macro organizzazioni commerciali per la valorizzazione e la promozione dei prodotti ortofrutticoli del Meridione d'Italia) di risalire all'azienda agricola, al frantoio e allo stabilimento di imbottigliamento che lo hanno prodotto.

Il meccanismo serve a garantire la massima trasparenza dei processi produttivi che si svolgono mediante metodi naturali e senza alcun genere di alterazioni che possano comprometterne la qualità. Basterà, per coloro che acquistano i prodotti delle filiere Oliveti d'Italia o Moc Olimer S.r.l., digitare il codice al computer sui rispettivi siti Internet www.oliveti.it e www.moc-olimer.it.

Con questa semplice operazione il consumatore potrà ottenere tutte le informazioni relative alle caratteristiche qualitative della vasta gamma di oli che vanno dall'extravergine, al biologico, alle qualità fruttate di ogni singola confezione e sulla sua esatta provenienza geografica. Una certificazione di qualità a tutela del consumatore che va perseguita anche nel momento della distribuzione e non solo della produzione.

Fonte: ISMEA

   

Olio d'importazione: Confagricoltura invita a verificare eventuali traffici

"Una "Passaportopoli" per l'olio d'oliva?". Confagricoltura è cauta, ma invita a vigilare e, nel caso, ad accertare e stroncare eventuali traffici per nazionalizzare olio importato.

L'Organizzazione degli imprenditori agricoli richiama le conclusioni, apprezzate, del recente Consiglio agricoltura che ha fissato le nuove regole comunitarie per l'olio d'oliva per ricordare che i principi generali vanno ora tradotti in idonee misure operative, dal prossimo 1° novembre, al passaggio dalla vecchia alla nuova organizzazione di mercato.

E' così, in primo luogo, sull'indicazione dell'origine in etichetta: va indicato il Paese in cui avviene la raccolta delle olive e la loro trasformazione; se i Paesi sono diversi, andranno indicati entrambi. "Una garanzia di qualità per i consumatori e un 'bonus' per i produttori italiani, che trarranno vantaggi dall'attestato legame con il territorio".

In una nota, Confagricoltura avverte però che le regole sono efficaci se si vigila sul loro rispetto. E invita le istituzioni preposte a intensificare fin d'ora i controlli e a verificare l'eventualità di importazioni d'olio d'oliva successivamente fatto passare come italiano. La preoccupazione è rafforzata dalla estrema difficoltà di commercializzazione che ha in alcune aree di produzione il nostro buon olio extravergine.

Confagricoltura segnala che eventuali traffici disorientano il consumatore e possono costituire un abuso nei confronti delle casse comunitarie e di conseguenza una concorrenza sleale nei confronti dei produttori d'olio italiano.

L'Organizzazione invita infine ad accelerare, secondo le conclusioni del Consiglio agricoltura, l'elaborazione di appropriati metodi di analisi per individuare le miscele fraudolente (ad esempio, con l'olio di nocciola) e oli di oliva deodorati.

     

Fonte: Confagricoltura

     

Informazioni agricole dal mondo

Il ministero dell'agricoltura spagnolo ha stimato in 965 tonnellate la produzione dell'olio di oliva nella campagna 2000-2001 con un aumento del 44% rispetto all'anno precedente, mentre si registra una "congiuntura positiva per la commercializzazione", secondo i dati presentati dal sottosegretario all'agricoltura, Manuel Lamela ad Expoliva 2001.

Nel primo semestre della campagna (terminato il 30 aprile 2001) le vendite di olio sono arrivate a 496 mila tonnellate, con un aumento del 23,6% rispetto all'anno precedente. I dati indicano che le esportazioni in questi primi sei mesi sono arrivate a 209 mila tonnellate, con un aumento del 49%, mentre il consumo in Spagna ha raggiunto le 287 mila tonnellate, con un aumento del 10%. Le importazioni sono scese del 90% e sono "praticamente insignificanti".

Lamela ha aggiunto che si tratta di cifre record che permetteranno di determinare una "stabilizzazione dei prezzi al consumatore" e che alla fine della campagna il mercato sarà stato capace di assorbire l'aumento di produzione di questa campagna.

In relazione alla possibile riforma degli aiuti ai produttori di olio di oliva, il sottosegretario ha assicurato che il governo sostiene la proroga attuale della organizzazione comune di mercato dell'olio di oliva fino all'anno 2003, anche se ha vincolato la data definitiva del negoziato alla presentazione di dati affidabili sulla produzione olivicola negli altri Stati.

     

Fonte: Confagricoltura

     

"Trucchi" sull'olio d'oliva?" Per Confagricoltura nuovo insidioso attacco

Un'agenzia di stampa italiana ha diffuso alcune anticipazioni su un articolo del quotidiano tedesco "Die Welt".

Se le informazioni fossero confermate, saremmo in presenza di un nuovo insidioso attacco agli agricoltori del nostro Paese da parte degli organi di stampa tedeschi. Questa volta sarebbero gli olivicoltori italiani ad essere accusati di "imbrogliare l'Unione Europea" per ottenere i finanziamenti comunitari destinati al settore dell'olio di oliva.

Nel commentare la notizia d'agenzia e le relative argomentazioni, Confagricoltura ribatte che la spesa comunitaria per il settore olivicolo è stata da tempo stabilizzata - non può quindi crescere - con il meccanismo delle Quantità Garantite e, dal maggio 1998, i nuovi oliveti non possono essere oggetto di premi comunitari.

Ma soprattutto Confagricoltura fa notare che, in occasione della recente riforma della normativa comunitaria, è stata proprio la delegazione italiana " appoggiata dagli olivicoltori - a chiedere l'entrata in vigore da subito del "sistema informativo geografico" che costituirà la base dati necessaria a controllare rigorosamente il patrimonio olivicolo dei beneficiari.

Le supposizioni avanzate dimostrano, di contro, quanto sia opportuno sostenere la battaglia dei nostri olivicoltori volta ad indicare in etichetta anche il luogo di produzione delle olive.

    

Fonte: Confagricoltura

   

AUTUNNO 2001

E' in calo la produzione mondiale di olio d'oliva (-6%), ma la Spagna recupera il 5%

A livello mondiale il Consiglio oleicolo internazionale stima, per la campagna 2001/2002, una produzione di olio di oliva di pressione attorno a 2,4 milioni di tonnellate, in calo del 6% su base annua.

Tra i grandi produttori, comunica l'Ismea, oltre all'Italia sono attesi aumenti in Spagna, dove quest'anno si prevedono più di un milione di tonnellate (+5%). In forte espansione la produzione del Portogallo, quasi raddoppiata rispetto all'ultima campagna, a fronte di un meno 5% previsto in Grecia e di un calo del 12,5% in Francia.

Fuori dalla Ue, ad eccezione del Marocco, dove è atteso un aumento della produzione olivicola del 43%, la tendenza generale è al ribasso. In forte riduzione in particolare le produzioni di Siria, Turchia e Tunisia, con ribassi a due cifre, inoltre, in Palestina e Giordania.

Roma, 14 novembre 2001 - ISMEA

       

Olio d'oliva: conti in rosso nel primo semestre 2001 ma cresce la domanda degli oli DOP

Nel primo semestre 2001, il saldo con l’estero degli oli di oliva è risultato negativo per 171 miliardi di lire. Lo scorso anno, e nello stesso periodo, l’interscambio chiudeva in attivo per 45 miliardi.

Le importazioni di oli di oliva e sansa - rende noto l'Ismea - hanno registrato nel complesso una crescita del 45% in volume e del 28% in valore rispetto al primo semestre 2000. In aumento anche l'export nazionale (+9%), anche se i corrispettivi introiti hanno segnato un meno 2%, in seguito a un forte calo dei prezzi medi unitari.

Per quanto attiene ai consumi, la struttura degli acquisti domestici nel nostro paese è rappresentata per il 36% dagli oli di semi e per il restante 64% dagli oli di oliva. Gli italiani acquistano il 26% dell’olio di oliva allo stato sfuso, mentre il 74% è rappresentato da oli di oliva confezionati. Per quanto concerne quest’ultimo segmento, solo l’1% degli acquisti appartiene alla categoria degli oli di sansa. Il 25% è rappresentato dalla voce olio di oliva, mentre il 74% è costituito da oli extra vergini di oliva.

Cresce, infine, la domanda di oli a DOP. Sono 25 gli oli extra vergini di oliva italiani che possono fregiarsi del riconoscimento comunitario della denominazione di origine protetta. Dai 12 mila quintali certificati nella campagna 1998/99, si è passati agli oltre 35mila quintali in quella 2000/2001* (*dato aggiornato ad agosto 2001).

Roma, 14 novembre 2001 - ISMEA

        

Olio di oliva: delude la produzione 2001; previsti 5,2 milioni di quintali (+2% sul 2000)

Raccolto magro nel 2001 per gli olivicoltori nazionali. Dopo il calo registrato lo scorso anno, la produzione italiana di olio di oliva di pressione - secondo una stima congiunta Ismea-Unaprol - dovrebbe attestarsi attorno a 5,2 milioni di quintali, registrando solo un lieve incremento rispetto all'ultima campagna (+2%).

La normale alternanza produttiva avrebbe dovuto garantire, quest'anno, una produzione decisamente più abbondante, dopo la "scarica" del 2000. Ma gli effetti della siccità hanno pesantemente condizionato i risultati, determinando addirittura un calo della produzione 2001 nell'ordine dell'11% rispetto alla media delle ultime quattro annate.

Tra le grandi regioni olivicole nazionali, solo la Puglia, con oltre 2 milioni di quintali di olio previsti per quest'anno, registra un discreto aumento dei volumi rispetto alla scorsa campagna (+12%). Mentre la Calabria limita i progressi a un più 3% (la produzione dovrebbe risultare appena inferiore a un milione 350mila quintali), contro una flessione dell'11% prevista invece in Sicilia, dove Ismea e Unaprol stimano circa 473mila quintali.

Tra le altre regioni, pesano sul dato nazionale, anche i segni meno di Campania e Abruzzo, dove si valutano riduzioni rispettivamente del 7,5 e di quasi il 34 per cento nei confronti del 2000. In controtendenza il Lazio, che aumenta del 17% la produzione di olio di oliva di pressione, mentre a una magra performance in Toscana (+0,7%) farebbe riscontro un brusco ridimensionamento in Umbria (-41%).

Le prime indicazioni sullo stato degli oliveti, avevano lasciato inizialmente sperare in un buon esito dei raccolti. Al Sud l’andamento climatico era risultato ovunque favorevole, consentendo l’anticipo della fioritura rispetto ai normali calendari soprattutto in Puglia, Calabria e Sicilia. Il quadro, tuttavia è andato progressivamente deteriorandosi in seguito alla prolungata assenza di piogge.

La siccità - una delle peggiori degli ultimi anni - che ha lasciato a secco le regioni meridionali dalla fine dell’inverno scorso fino agli ultimi giorni di ottobre, ha creato problemi sin dalla fase dell'allegagione. Generando frequenti fenomeni di cascola e uno scarso sviluppo delle drupe in molte regioni del Centro-Sud.

Sul fronte sanitario si segnalano attacchi di mosca olearia soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno, a causa di un’intensa umidità notturna e di temperature che, anche in autunno, si sono mantenute su livelli elevati. Nella norma, invece, gli attacchi di occhio di pavone e di altri agenti patogeni caratteristici dell’olivo.

L'unica nota positiva giunge dalle regioni del Nord Italia meno vocate, come il Triveneto, la Lombardia e l'Emilia Romagna. Tutte hanno fatto segnare un forte incremento, dovuto in molti casi all’entrata in produzione di nuovi impianti, che conferma il crescente interesse per questa coltura anche in zone a minore tradizione olivicola.

Negativo infine il bilancio produttivo della Liguria che, con un meno 30%, dovrebbe portare la produzione 2001 al di sotto dei 35mila quintali.

Roma, 14 novembre 2001 - ISMEA

        

Novità legislative

Circolare AgEA del 26/10/2001
Contabilita' standardizzata di magazzino dei frantoi oleari (art. 9, regolamento CE n. 2366/98) a decorrere dalla campagna 2001/2002. Circolari AGEA n. 58 del 10 luglio 2001 e n. 80 del 17 ottobre 2001.
Estremi di pubblicazione: G.U. n. 257 del 5/11/2001

       

Circolare AgEA n. 86 del 26/10/2001
Rinnovo delle dichiarazioni di coltura - Accertamento dei dati GIS.
Estremi di pubblicazione: G.U. n. 258 del 6/11/2001

      

Circolare MiPAF n. 2 del 4/6/2001
Regolamento (CE) n. 648/2001 della Commissione recante modalita' di applicazione del regime di aiuto alla produzione di olio di oliva.
Estremi di pubblicazione: G.U. n. 153 del 4/7/2001

         

PRIMAVERA 2002

Stato degli oliveti, bene ma con riserva

Il gelo di dicembre non sembra preoccupare eccessivamente gli olivicoltori nazionali. Lo comunica l'Ismea sulla base di una prima ricognizione effettuata nelle prime settimane di gennaio presso le principali regioni a vocazione olivicola.

Le gelate invernali - a detta degli operatori - avrebbero inciso limitatamente sullo stato di salute degli oliveti, anche se - sottolineano - bisognerà attendere le primissime fasi del risveglio vegetativo degli olivi per verificare gli eventuali danni.

Riguardo alla produzione per la campagna in corso, Ismea comunica che le gelate di fine dicembre e inizio gennaio non avrebbero compromesso particolarmente i volumi prodotti in quanto le operazioni di raccolta, con la sola eccezione di Calabria e Puglia, in dicembre erano già concluse.

A risentire maggiormente del gelo - conclude l'Istituto - sarebbe più il livello qualitativo delle olive peraltro già colpite dalla siccità estiva.

Roma, 7 Febbraio 2002 - ISMEA

      

Filiera ''Olio di oliva'' - Edizione 2001

E' del 5% l'aumento della produzione mondiale di olio d'oliva per la campagna 2000/2001. Superiore alla media delle ultime quattro campagne, il livello produttivo della scorsa annata ha sfiorato quota 2,60 milioni di tonnellate confermando l'incremento strutturale dell'offerta legato in gran parte alla massiccia entrata in produzione di nuovi impianti. I consumi, attestatisi a 2,58 milioni di tonnellate, hanno segnato un aumento dell'8,8% sulla media delle quattro campagne precedenti, mentre l'export, in crescita del 16,5%, ha superato 520mila tonnellate.

L'Unione europea, con 1,9 milioni di tonnellate si conferma, anche nel 2001, il primo produttore mondiale di olio d'oliva, registrando una crescita del 2% sull'annata precedente. Il risultato è sostanzialmente imputabile al forte incremento produttivo spagnolo controbilanciato dall'annata di scarica dell'Italia e dalla stabilità del raccolto greco.

Queste ed altre informazioni sono contenute nell'edizione 2001 della Filiera Ismea Olio d'oliva, stampata e diffusa da Ismea.

Il rapporto, suddiviso in due parti, offre una valutazione del quadro internazionale e comunitario, con particolare attenzione alle previsioni nel medio termine delle produzioni e dei consumi, passando poi a trattare l'evoluzione strutturale della filiera italiana.

Lo studio analizza inoltre l'evoluzione dei consumi nazionali a livello domestico ed extradomestico soffermandosi sul comportamento e le motivazioni d'acquisto del consumatore nazionale ed internazionale.

La "Filiera Olio d'oliva" oltre alla consueta appendice statistica contiene inoltre la pubblicazione integrale dei disciplinari di produzione delle 25 Dop e Igp che hanno ottenuto la registrazione a livello comunitario. Per informazioni e ordinazioni, contattare Tiziana Cordedda al numero 06/855.61.251 o all'indirizzo e-mail: t.cordedda@ismea.it

Roma, 4 Febbraio 2002 - ISMEA

    

Olio d'oliva, dall'estero segnali incoraggianti - Buone prospettive per Dop e Igp

Promette bene in futuro il consumo di olio extravergine d'oliva all'estero. Secondo un'indagine Ismea-Pragma condotta presso importatori e responsabili acquisto della Grande distribuzione organizzata di Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Repubblica Ceca, si evidenziano buone prospettive di sviluppo della domanda di extravergine, a conferma di una tendenza in atto già da un quinquennio.

Il consumo dell'extravergine, tuttavia, non è sempre accompagnato da un'adeguata conoscenza del prodotto. Secondo la ricerca, infatti, solo in Francia sembra prevalere un utilizzo "informato e consapevole", mentre negli altri paesi oggetto dell'indagine, l'impiego di olio extravergine non differisce rispetto a quello degli altri grassi alimentari.

Pertanto, educare il consumatore a un utilizzo corretto del prodotto, indicandone le caratteristiche salutari o suggerendo gli adeguati abbinamenti con i cibi rappresenta, a detta degli operatori intervistati, un elemento su cui puntare per spingere i consumi verso l'olio d'oliva di qualità.

Riguardo al biologico, l'indagine ha evidenziato in generale una scarsa domanda anche a causa del prezzo che, secondo tutti gli operatori intervistati, risulta ancora troppo elevato. Sui possibili sviluppi del mercato, prevalgono forti perplessità in merito a una progressiva espansione del bio, mentre si prevede una forte crescita di interesse nei confronti degli oli a marchio Dop e Igp.

Roma, 17 Gennaio 2002 - ISMEA

         

Olio extravergine d'oliva, l'Italia primeggia all'estero

L'estero premia a pieni voti l'olio extravergine italiano. Secondo un'indagine condotta da Ismea in collaborazione con Pragma presso i responsabili acquisto della Grande distribuzione organizzata, importatori e distributori di Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Repubblica Ceca, la qualità del prodotto è un 'prerequisito irrinunciabile' per il successo dell'extravergine all'estero, ma garanzia del servizio e affidabilità dei fornitori non sono da meno. E l'Italia, su questi fronti, primeggia. Per tre dei cinque Paesi oggetto dell'indagine - Germania, Gran Bretagna e Olanda - il servizio offerto dal nostro Paese è considerato il "migliore" in assoluto in rapporto a quello degli altri competitor internazionali.

Riguardo invece al prodotto, è senza dubbio il criterio dell'origine a influire maggiormente sulla scelta del compratore. Per la maggior parte degli intervistati, infatti, l'olio d'oliva extravergine è considerato un prodotto tipico della tradizione italiana. Gusto, sapore, profumo e colore inoltre rappresentano i punti di forza del made in Italy. Giudizi non favorevoli vengono invece espressi in relazione al prezzo. Alcuni intervistati del Regno Unito sostengono che i nostri listini sono addirittura superiori del 50% in rapporto a quelli di altri fornitori. E la puntualità delle consegne rappresenta l'altro tallone d'Achille, con giudizi negativi da parte di tutti gli intervistati.

In ogni caso, sempre secondo l'indagine Ismea, a dare impulso alle vendite di oli italiani sono anche elementi come la tradizione "antica e radicata", il bagaglio di conoscenze più vasto ma anche l'adeguatezza del clima che, secondo tedeschi e inglesi, rende l'oliveto Italia di qualità superiore rispetto a quello francese o spagnolo.

Per quanto attiene infine al packaging, il vetro trasparente sembra di gran lunga il tipo di confezione più diffuso tra gli intervistati. In Gran Bretagna e in Olanda (solo marginalmente in Francia) sono citate anche le confezioni in plastica da 2 o 5 litri, prevalentemente destinate a supermercati e ipermercati.

 Roma, 9 Gennaio 2002 - ISMEA

  

ESTATE 2002

Alemanno: olio extravergine d'oliva elemento caratterizzante agricoltura mediterranea

“L’olio d’oliva è uno degli elementi più caratterizzanti dell’agricoltura mediterranea, dobbiamo tutelarlo e valorizzarlo dando punti di riferimento certi ai produttori e ai consumatori”.

È quanto affermato dal Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Gianni Alemanno, durante il suo intervento alla 18° assemblea annuale dell’Unapol (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli), in corso a Roma.

“In questo senso – afferma il Ministro – abbiamo già segnato dei punti importanti con l’approvazione di un nuovo regolamento comunitario, fortemente voluto e sostenuto dall’Italia, sull’etichettatura dell’olio d’oliva e con l’incremento delle Dop.”

“Dobbiamo, però, anche favorire – prosegue – la conoscenza diffusa delle denominazioni d’origine con iniziative di promozione e di educazione alimentare”.

“In questo processo – conclude il Ministro Alemanno – avrà un ruolo centrale il mondo dell’associazionismo con cui le istituzioni devono sviluppare uno stretto rapporto di collaborazione, anche in vista di quella ristrutturazione della filiera necessaria a dare forza al settore olivicolo e a garantire al suo interno la giusta distribuzione dell’indotto economico”.

 Roma, 22 Giugno 2002 - Ministero delle Politiche Agricole e Forestali

           

Al Giappone piace l'olio d'oliva italiano; il 60% dell'olio importato è made in Italy

Riscuote ampio successo l'olio d'oliva italiano in Giappone. Nella campagna 2001/2002, comunica Ismea, delle 27mila tonnellate di olio d'oliva importate dal paese nipponico, oltre il 60% proveniva dall'Italia.

Il nostro paese si conferma quindi il principale mercato di riferimento per il Giappone che, dalla campagna 1995/1996 a quella 2000/2001 ha più che raddoppiato gli acquisti di olio d'oliva 'made in Italy'.

Un flusso rilevante viene anche dalla Spagna che si è attestata, nelle ultime tre campagne, a circa 9.000 - 9.500 tonnellate di olio.

Tornando all'annata 2000/2001, seguono a distanza le importazioni da Grecia e Turchia con 300 tonnellate per entrambe circa.

Roma, 7 giugno 2002 - ISMEA

      

Ismea: buono lo stato degli oliveti nazionali

E' prevista abbondante la fioritura negli oliveti nazionali.

Passato il freddo che aveva caratterizzato le prime settimane di aprile, rallentando lo sviluppo vegetativo delle piante, le piogge dell'ultimo periodo affiancate dalle favorevoli condizioni climatiche hanno posto le basi per una mignolatura abbondante (la mignolatura è la fase in cui compaiono i boccioli).

A livello regionale Ismea prevede, nel breve periodo, in considerazione delle attuali condizioni del tempo, un'abbondante fioritura specialmente nelle aree del Sud, con particolare riferimento a Sicilia, Calabria e Puglia. Per quanto riguarda il Centro Nord la mignolatura è altrettanto abbondante, ma l'avvio della fioritura è previsto non prima dei prossimi 5 - 10 giorni.

Relativamente alle informazioni raccolte in questa fase presso le principali zone vocate della Penisola, è possibile prevedere una produzione olivicola in crescita per l'annata 2002-2003.

 Roma, 24 Maggio 2002 - ISMEA

         

Olio d'oliva: import in forte aumento nel 2001

Sempre più in rosso i conti della bilancia commerciale degli oli d'oliva. Secondo le elaborazioni Ismea dei dati Istat, aggiornati a tutto novembre 2001, il comparto ha chiuso con un disavanzo di 126 milioni di euro, contro i 6 milioni di euro del gennaio-novembre 2000.

Il peggioramento si spiega attraverso la dinamica delle importazioni che, nei primi 11 mesi dell'anno scorso - a causa del calo produttivo - sono aumentate del 12% per una spesa di 840 milioni di euro. In termini quantitativi la crescita è stata del 17,7% per un ammontare di 478mila tonnellate circa.

La tendenza all'aumento ha riguardato tutte le voci della bilancia oleicola nazionale con la sola eccezione dell'olio di sansa di oliva greggio (-25%) che comunque rappresenta una quota marginale dell'import.

Di contro, l'olio d'oliva vergine ha registrato un aumento del 21% su base annua (311.500 tonnellate), a fronte di un più 3,7% del prodotto lampante (111.595 tonnellate).

Riguardo ai Paesi fornitori, aumentano le esportazioni dalla Spagna (+25%) e dalla Grecia (+7%), mentre la Tunisia ha ridotto del 13% le spedizioni verso i mercati italiani.

Sul fronte dell'export, intanto, il dato aggiornato a novembre ha evidenziato una ripresa del 3% in termini di volume (278.800 tonnellate) a fronte di un calo del 4,2% in valore (714 milioni di euro). A una crescita del 5% dell'olio d'oliva - grazie al buon andamento del vergine (+13%) - si è contrapposto un calo del 14% del prodotto di sansa.

Relativamente ai principali sbocchi commerciali, rallenta l'export verso gli Stati Uniti (-4,6%), mentre aumenta in Germania (+8,7%) e in Francia (+2%).

Roma, 2 aprile 2002 - ISMEA

       

webmaster@olio-oliva.it