Usa l'olio extravergine come doposole 

Secondo lo scienziato giapponese Masamitsu Ichihashi e il suo team della scuola medica dell'Università di Kobe, spalmato sulla pelle, il condimento italiano più famoso del mondo, le fornisce una forte difesa dal sole. Ricchissimo di antiossidanti (prima fra tutti la vitamina E, nota per le sue proprietà antinvecchiamento), l'olio extravergine di oliva non impedisce ai raggi di penetrare la superficie cutanea, ma la protegge dai loro danni. Ecco perchè stenderlo sul corpo dopo una lunga esposizione può diventare un'ottima abitudine.

   

Luglio 2000  - Starbene  

   

 

Quegli uliveti nell'altopiano di Asiago

Ogni olio è legato in modo intimo a sapori colori e profumi della terra dove è nato

Conosci, quasi certo, la mia lunga battaglia perché sia detto "Olio di oliva di frantoio" il solo liquido ottenuto dalla frangitura delle olive e italiano se franto da olive italiane, in un frantoio italiano. Non ti stupirai quindi, se - nell' ultimo libro di Mario Rigoni Stern "Arboreto salvatico", edito da Einaudi - m'ha sedotto, tra tutti gli alberi descritti, proprio l' ulivo. Mario racconta il suo primo incontro con la pianta. Quindicenne, ebbe dal nonno l'incarico di portare le uova - raccolte nelle case dei contadini dell'altipiano di Asiago - per la vendita al grossista di Bassano del Grappa. "Fu in questo viaggio che incontrai gli alberi d'ulivo, in quelle vallette a mezzogiorno ai piedi delle montagne dove li avevano impiantati i Benedettini dell'Abazia di Campese... guardandoli attraverso i vetri della corriera certamente commosso". No, tutto il capitolo è da leggere. Gli ulivi di Puglia, tra le tende, in partenza per la guerra d'Albania, 1941; sempre con gli alpini di Grecia; poi delle isole dalmate, di Sirmione, di Liguria, altri ancora. "Tra tutti gli alberi l'ulivo è quello a cui più numerosi sono legati miti e leggende". Una domenica dell'ultimo ottobre fui in Asolo per un dibattito delle Città del Vino. Preciso il proposito: subito dopo il mio intervento sarei salito all'altipiano per incontrare Mario ed abbracciarlo. Sulla strada m'incontrai con gli stessi ulivi - scommetterei - del viaggio ant'anni fa, dello scrittore. Non misi troppo a scovare sul percorso, nel ristorante della mia predilezione - "alla chiesa da Gerry" di Monfumo - una bottiglia d'olio. Appena entrato in casa, la tesi all'amico. La guardò un istante e l'aprì. Subito la portò alla bocca per un gran sorso. Fu un attimo. Largo il sorriso. Ha solo detto: "Buono". L' etichetta dichiarava trattarsi dell'olio extravergine di oliva di un olivicoltore dell'associazione trevigiana produttori, piazzale Municipio 12, 31010 Maser, Treviso. Ma io giurerei - più che per la magia delle mie intuizioni, per il sorriso di Mario - fosse proprio quello dell'oliveto visto da me e da lui sopra Asolo. Gli oliveti tra Asolo e i primi boschi delle pendici che portano ad Asiago, sono - occhio e croce - più a nord dei lacustri del Garda e d'Iseo. Gli oli sono simili. Attento: non uguali. Ciascun olio esprime un suo proprio racconto, legato in modo intimo al terreno di crescita delle olive (il luogo di frangitura c'entra solo per la bontà dell'impianto e l'onestà del frantoiano). Colore giallo paglierino, con una rapida percussione verde; profumo di notevole delicatezza, mosso da sentori verdi di sottobosco prealpino; lieve ed elegante, piacevolissima, la chiusura amarognola.

 

Luigi Veronelli - Corriere della Sera - 19 Novembre 2000

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