FOLKLORE
Quintana-Ascoli

RIEVOCAZIONI

Il popolo marchigiano ha mantenuto saldo il legame con la tradizione. Una tradizione che è spesso argomento di profonde ricerche sui fatti che hanno scritto la storia di questa regione. Le innumerevoli manifestazioni folcloristiche che oggi troviamo in tutta la regione (in prevalenza nella provincia di Ascoli Piceno), sono la massima espressione dell’esigenza che accomuna un po’ tutti i marchigiani; quella di riportare alla ribalta la loro storia diffondendo e mobilitando fatti a volte anche sconosciuti alle nostre generazioni. Le rievocazioni, tradizioni e leggende sono divenute nel corso degli anni attrattive turistiche sulle quali molti centri hanno investito per promuovere la loro immagine.

La Quintana di Ascoli Piceno è la più nota tra le rievocazioni storiche regionali viene menzionata una prima volta, nel 1377, tornata a vivere dopo molte interruzioni, la Quintana ha luogo nel pomeriggio della prima domenica di agosto, in concomitanza con le feste patronali di Sant’Emidio, quando oltre mille personaggi in costume, che rappresentano nei vari ceti e ruoli sociali i sestieri cittadini, sfilano per le vie della città. Il palio vero e proprio a inizio quando nel campo sportivo i cavalieri si lanciano al galoppo all’assalto dell’immagine del saraceno. I cavalieri percorrendo una pista a “otto”, debbono cercare di essere i più veloci, colpendo il bersaglio. La Giostra è molto sentita dagli ascolani, come dimostra la rivalità tra i sestieri. La cavalcata e il palio dell’Assunta a Fermo è rievocazione articolata in due fasi distinte: la Cavalcata, corsa al galoppo tra cavalieri e il gioco dell’anello nel quale gli stessi cavalieri debbono dimostrare la loro abilità nell’infilare con la lancia un anello. Alle due gare partecipano oltre ai quartieri fermani anche i centri limitrofi.La Contesa del Secchio, in programma la seconda domenica di agosto a Sant’Elpidio a Mare, si riallaccia ad un’antica festa medievale che trae origini dalle frequenti liti delle donne che attingevano acqua al pozzo, situato al centro della piazza prospiciente il palazzo Comunale. Esistevano diversi pozzi, ma quello della piazza era il più ambito per via della sua acqua limpida e leggera. Secondo la leggenda, per ristabilire la calma si decise di indicare un ordine secondo il quale le diverse contrade dovevano attingere l’acqua. Per unire l’utile al dilettevole, qualche buontempone si fece venire in mente una gara annuale tra le quattro contrade nel centrare con un cannone l’imboccatura del pozzo. La contrada che faceva più centri s’aggiudicava il diritto di attingere l’acqua al pozzo.

Il primo venerdì di agosto a luogo ad Acquaviva Picena il Palio del Duca, nato per celebrare le nozze, avvenute nel 1328, tra Foresteria, figlia del Duca di Acquaviva e Rinaldo Duca di Sarnano. Il palio vede in gara i due quartieri cittadini che si sfidano in competizioni molto caratteristiche: il tiro con la fune, il taglio del tronco e la corsa delle “pagliarole”, tipici contenitori in paglia, portate in testa dalle donne dei due quartieri. Il Torneo cavalleresco di Castel Clementino, altro tradizionale appuntamento ha invece luogo a Servigliano il terzo sabato di agosto e vede in gara tre cavalieri che si sfidano nell’appassionante giostra dell’anello.Per ricordare lo stretto legame con i piceni, a Monterubbiano si celebra la sagra dei piceni, che affonda le radici nei riti religiosi di quell’antico popolo.Sempre nel Piceno: Castignano, nei giorni immediatamente successivi al Ferragosto, rievoca la misteriosa storia dei Templari. Questo paesino offre quattro giorni di piena immersione nel Medioevo con spettacoli, convegni, mostre e succulenti banchetti. Offagna, nell’incantevole scenario dominato dalla rocca, offre lo spettacolo delle feste medievali che contemplano oltre ad appuntamenti culturali e gastronomici anche la Disfida della Contesa tra i quattro rioni. A Filottrano ha luogo una rievocazione con figuranti in costume del Quattrocento, la Contesa dello Stivale ad agosto.Con la Corsa della Spada, Camerino anticipa un po’ tutte le manifestazioni estive. Essa si tiene infatti nella seconda metà di maggio e consiste in una corsa a piedi che attraversa tutta la città e alla quale prendono parte i tre antichi sestieri cittadini.

Davvero singolare è il Palio della Rana di Fermignano, ad aprile, una competizione fra concorrenti in costume dei quattro rioni che si cimentano spingendo una carriola con una rana a bordo. Vince la gara, dopo la fase eliminatoria, chi in finale riuscirà a tagliare per primo il traguardo senza aver fato cadere la rana. A Mondavio, invece, si rievocano le gesta della famiglia Della Rovere con la Caccia al Cinghiale che consiste nella sfida tra i rappresentanti delle tre contrade cittadine. Sempre nel pesarese è da citare il Palio Storico del Gioco dell’Oca anche questo in agosto. Tra le manifestazioni più originali ricordiamo il Cavallo di Fuoco a Ripatransone, che consiste nel fare esplodere nel gioco dell’Ottava di Pasqua, un cavallo di cartapesta imbottito di petardi, e “Lu Bov Fint” che si svolge a Offida il venerdì grasso. Tutti gli offidani  mascherati con il tipico costume affidano, il “guazzarò”, corrono dietro un bove di cartapesta guidato da due persone. Verso l’imbrunire il toro viene simbolicamente matato al centro della piazza. Numerose sono le rievocazioni della Passione di Gesù Cristo che si svolgono un po’ in tutta la regione.

 MOSTRE-SAGRE-MERCATINI-FIERE-musei

  Andar per sagre dal Foglia al Tronto è un vero piacere. Nelle Marche settentrionali si può iniziare con un itinerario sulla via costiera dei porti gastronomici: a Portonovo la sagra del moscioli (luglio), a Falconara e a Marotta la festa del mare (agosto), a Fano la piadina (agosto) ed a Gabicce la polenta (agosto). Muovendosi verso l’interno, abbiamo la celebrata mostra del Verdicchio a Montecarotto (luglio), la sagra del tartufo nero a Montegrimano (luglio), la fiera nazionale del tartufo di Acqualagna (novembre), la fiera del tartufo bianco pregiato di Sant’Agata Feltria (novembre) e la mostra nazionale del tartufo di Sant’Angelo in Vado (novembre). E ancora le spuntature, interiora di vitello, a Fabriano (luglio) il coniglio in porchetta a Frontone (agosto). L’itinerario ci può condurre a Potenza Picena per la sagra dei frascarelli, a Fiuminata per quella della crescia sfogliata (agosto), a Loro Piceno per il vino cotto (agosto), a Pioraco per i raffinatissimi gamberi di fiume (agosto), a Sefro per le trote.

Nell’ascolano abbiamo la sagra dei maccheroncini di Campofilone (agosto), quella del “chichiripieno” di Offida, gustosa pizza ripiena a base di tonno e sottaceti (settembre) in concomitanza con la mostra mercato del vino dei Colli Piceni. Da non perdere ad Acqusanta Terme (ottobre), la sagra del fungo porcino e sulla costa la rinomata sagra nazionale delle cozze di Pedaso (agosto). La grande tradizione dell’artigianato artistico conosce i suoi giorni di gloria nel corso delle innumerevoli manifestazioni promosse su tutto il territorio regionale. Nel Pesarese sono molto frequentate le fire dell’antiquario di Pennabili (luglio) e di Fano (tuto l’anno). Le fiere dell’antiquario più note sono concentrate nel Maceratese: a Sarnano c’è la mostra mercato internazionale dell’antiquario e dell’artigianato (maggio e giugno); a Recanati, poi a San Vito c’è l’antica fiera dell’artigianato e dell’antiquariato artistico (giugno), a Pollenza e Cingoli c’è la mostra del restauro e della ceramica (luglio ed agosto), a Tolentino la mostra dell’artigianato locale (agosto), a Civitanova Marche la “domus antiqua” (maggio ed ottobre). Ad Ascoli Piceno la mostra dell’antiquariato è aperta tutto l’anno, ad Offida la mostra mercato del merletto a tombolo (agosto) ad Acquaviva Picena il mercatino dell’antiquario dell’artigianato e dei mestieri (luglio ed agosto), a San Benedetto del Tronto c’è "L’Antico e le Palme", mostra dell’antiquariato.

 

GASTRONOMIA

Scoprire le Marche vuol dire anche, e forse soprattutto, incontrarsi con i suoi piatti semplici e gustosi, che risentono in maniera assai marcata dell’influsso della civiltà contadina e della presenza del mare; con le sue invenzioni culinarie, con i mille modi di proporre carni e pesci. I 160 Km di coste marchigiane accolgono alcuni tra i porti pescherecci più importanti d’Italia: San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Ancona, Senigallia, Fano; va da se, quindi, che una delle ricchezze della regione è il pesce.Sulle tavole di questa regione il pesce è servito in tutte le salse, dai deliziosi antipasti a base di un infinita varietà di crostacei, ai succulenti primi piatti con sughi al pomodoro o in bianco, gli arrosti. Ma la vera specialità è il brodetto, deliziosa zuppa di pesce, poi ancora, spaghetti alle vongole oppure un risotto ai frutti di mare, una croccante frittura oppure una profumata grigliata.A San Benedetto del Tronto, il brodetto, zuppa inequivocabilmente marchigiana, ha un’antichissima tradizione come cibo dei marinai, che, non avendo fuoco a disposizione sui pescherecci, maceravano il pesce sull’aceto. Nata originariamente come piatto povero, questa specialità si è raffinata nel tempo. Peperoni verdi e pomodori rigorosamente acerbi, sono gli ingredienti fondamentali del brodetto alla sambenedettese, rinomato in tutta la penisola, che contempla circa tredici specie di pesci, la cui composizione può variare sensibilmente a seconda della qualità del pesce pescato disponibile.

Dalle specialità marinare passiamo a quelle culinarie.

Il filo conduttore della gastronomia collinare è tradizionalmente il maiale, allevato ancora in tutte le famiglie contadine e prezioso per l’alimentazione invernale. Da esso si ricavano salami, lonze, salsicce e prosciutti; molto rinomati sono quelli di Amandola e Carpegna.Il ciarimbolo è una prelibatezza particolare e abbastanza rara, tipica di alcuni paesi dell’Esino: si tratta di grosse budella di maiale, prima salate, poi condite con finocchio e peperoncino, poi messe ad affumicare per circa una settimana e infine cotte sulla griglia. Ancora il maiale fornisce l’ingrediente principale per un piatto tipico quale fagioli con le cotiche, che per anni, in tempi di carestia, ha rappresentato il fulcro dell’alimentazione delle famiglie contadine.Il vincisgrassi o semplicemente timballo è un piatto tipicamente maceratese ed anconetano, anche se è diffuso un po’ in tutta la regione. Il piatto viene preparato alternando sfoglie di pasta all’uovo a strati di ragù arricchito con mozzarella e parmigiano.Altri primi piatti sono i cannelloni all’ascolana e i maccheroncini di Campofilone, finissimi taglioli realizzati con un’apposita macchina.Altra specialità ascolana nota in tutto il mondo e vanto della gastronomia del Piceno è l’oliva fritta ascolana, di origini settecentesche. Si preparano riempiendo le olive tenere all’ascolana, snocciolate, di grosse dimensioni, coltivate solo in queste parti, di un impasto misto di carne bovina e suina, arricchita di parmigiano. Le olive vengono quindi passate nell’uovo e nel pane grattato e successivamente fritte. Generalmente dal gusto forte e piccante sono i vari tipi di pecorino prodotti nei Sibillini; più dolci quelli dell’alto pesarese come la caciotta di Urbino. Il frutto più prezioso e prelibato della gastronomia marchigiana è il tartufo; il pregiatissimo bianco dell’alto pesarese e quello nero del maceratese e dell’ascolano. In alcune zone esiste un vero e proprio culto per il tartufo che ogni anno viene celebrato con manifestazioni di carattere nazionale ad Acqualagna, Sant’Angelo in Vado, Apecchio. Il tartufo, nero o bianco che sia, si sposa divinamente con la pasta, le carni e le frittate. La tradizione del dolce nelle Marche è molto sentita nei periodi di Carnevale e Pasqua. Tipici dell’ascolano e del maceratese sono i “piconi” o “cacioni”; ravioli di formaggio e ricotta cotti al forno, la pizza dolce realizzata con canditi e formaggio. Il fristingo è un dolce tipico di Natale, che modifica il nome a seconda della zona di provenienza. Viene preparato con fichi essiccati e frutta secca con aggiunta di cacao. La chiusura del pasto può essere affidata naturalmente a un buon caffè, che può essere corretto con l’esclusivo tocco del mistrà Varnelli di Pievebovigliana, anice secco speciale o con un’anisetta Meletti di Ascoli Piceno.Sono undici i vini DOC delle Marche: il Verdicchio dei castelli di Jesi, il Verdicchio di Matelica, il Bianchello del Metauro, il Sangiovannese dei colli Pesaresi, il Bianco del colli Maceratesi, la Vernaccia di Serrapetrona, il Rosso Piceno, il Falerio dei colli Ascolani, l’Esino, il vino cotto e il “visner”.

 

 

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