La prima del Barbiere di Siviglia
.Curiosi e ridicoli
incidenti ai cantanti e un malaugurato gatto nero che attraversa il
palcoscenico: il Barbiere di Siviglia, l'immortale capolavoro
lirico di Gioacchino Rossini, esordì sotto i peggiori auspici. Ma
sembra non essere stata solo colpa del caso sfortunato.La prima del Barbiere di Siviglia di Rossini fu data a Roma,
al Teatro Argentina, il 20 febbraio 1816 e fu un tale fiasco che i
romani si convinsero che l'opera fosse stata seppellita per sempre.
Proprio per tale clamoroso errore di valutazione, quella resta la serata
più famosa di tutta la storia del teatro romano.
A spiegare in parte ciò che accadde concorrono alcune circostanze:
sembra ad esempio che quella sera all'Argentina ci fosse parecchia gente
pagata per fischiare l'opera di Rossini.
Erano interessati al fiasco il compositore Giovanni Paisiello, che
poco prima aveva musicato un'altra riduzione dell'opera di Beaumarchais
e temeva la nuova opera, e l'impresario del Teatro Valle che temeva a
sua volta la concorrenza dell'Argentina. Al di là di questi retroscena,
tuttavia, sembra esserci stato dell'altro. Come ammise un giorno lo
stesso Rossini in una lettera a Wagner, tutti fecero del loro meglio
quella sera, per affossare il Barbiere. Il tenore che cantava la
parte del conte d'Almaviva, ad esempio, fece ridere tutti quando, mentre
cantava sotto la finestra dell'amata accompagnandosi con la chitarra,
ruppe una corda dello strumento; poco dopo don Basilio scivolò sul
palcoscenico e quando si rialzò versava abbondante sangue dal naso.
Verso la fine dell'opera, infine, un gatto nero attraversò con aria
spaesata il palcoscenico e questo contribuì per buona parte a far
naufragare tutto nel ridicolo.
In mezzo a quel finimondo Rossini si comportò con grande dignità.
Secondo la consuetudine del tempo, quella sera egli suonava il cembalo
e, quando più alti si levarono i clamori del pubblico, egli si alzò in
piedi in mezzo ai colleghi dell'orchestra e applaudì ostentatamente gli
interpreti, ringraziandoli per la buona volontà che avevano dimostrato.
Mario Francini, Quante storie. Fatti, fattacci e fatterelli di
vita italiana giorno dopo giorno attraverso i secoli, Frassinelli,
Milano 1985.
(Pesaro 1792 - Passy, Parigi 1868),
compositore italiano. Massimo autore di opere comiche del suo tempo,
espresse il proprio talento in modo particolarmente felice nell'opera
buffa, affermandosi come uno dei maggiori esponenti dello stile del
belcanto, che pone la bellezza della linea melodica al di sopra
dell'intensità drammatica o emotiva.
GLI ANNI DELLA CREATIVITÀ
Figlio di musicisti, studiò
al liceo musicale di Bologna; nel 1806, mentre era ancora studente,
scrisse Demetrio e Polibio, la prima delle 40 opere del suo
catalogo. A questi anni appartengono la farsa La cambiale di
matrimonio (1810) e l'opera buffa La pietra di paragone che,
rappresentata alla Scala nel 1812, costituisce l'apice della produzione
giovanile. Il secondo intenso periodo della carriera musicale di Rossini,
quello degli anni 1813-1817, vede la creazione delle sue grandi opere
comiche: L'italiana in Algeri (1813), Il turco in Italia
(1814), Il barbiere di Siviglia (scritto nel 1816 in meno di tre
settimane) e La Cenerentola (1817). Appartengono a questo periodo
anche l'opera seria Tancredi (1813) e la semiseria La gazza
ladra (1817).
Nel 1815, invitato
dall'impresario teatrale Domenico Barbaja, Rossini si trasferì a
Napoli, diventando direttore artistico e musicale dei teatri partenopei.
A questo felice periodo appartengono Otello (1816), Armida
(1817), Mosè in Egitto (1818) e La donna del lago (1819),
opere serie che, oltre a occupare un posto centrale nella produzione
rossiniana, esercitarono un forte influsso sul futuro melodramma
italiano. Da Napoli, Rossini compì frequenti viaggi in Europa e
soprattutto a Parigi dove, dal 1824, soggiornò per quasi cinque anni.
Qui fece rappresentare molte sue opere precedenti, spesso adattandole
per il pubblico francese. Tra i capolavori di questo periodo si possono
ricordare Semiramide (1823), L'assedio di Corinto (1826), Le
Comte Ory (1828) e soprattutto il Guglielmo Tell (1829).
GLI
ANNI DEL SILENZIO
Il Guglielmo Tell fu l'ultima opera scritta da
Rossini: per i successivi quarant'anni egli abbandonò infatti
totalmente il teatro per rinchiudersi in una sorta di esilio volontario.
Le ragioni di questa scelta sono complesse. Rossini apparteneva, per
formazione musicale e culturale, al Settecento. La sua concezione
dell'opera era legata a un mondo di valori che l'avvento del
romanticismo stava mutando profondamente. La musica delle opere
rossiniane accompagna i personaggi lungo la vicenda e gioca con loro,
senza tuttavia mai scavare nel loro universo interiore. L'estrema
compiutezza delle parti orchestrali, talvolta di livello superiore a
quello di molti operisti dell'Ottocento, fa sì che queste sembrino a
tratti concepite autonomamente dal canto. Per contro, la voce viene
trattata con l'eleganza, la pienezza e la flessibilità proprie di uno
strumento musicale, come già era avvenuto in Wolfgang Amadeus Mozart.
La poetica rossiniana era dunque lontana dal nuovo clima romantico che
affidava alla musica il ruolo di voce dell'anima e il compito di
esprimere emozioni. Con il Guglielmo Tell Rossini dimostrò di
aver colto perfettamente i fermenti e le tendenze della nuova epoca, ma
non volendo venir meno a se stesso preferì ritirarsi in un silenzio
compositivo che venne rotto soltanto da lavori sporadici di ampio
respiro. Tra questi si ricordano lo Stabat Mater (1841), la Petite
messe solennelle (1863-1867) e una serie di composizioni (per
formazioni da camera, per pianoforte e per voce e pianoforte) raccolte
in 14 volumi sotto il titolo complessivo di Péchés de vieillesse
(Peccati di vecchiaia).
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ANNO
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TITOLO
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1810
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La cambiale di matrimonio
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1812
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La scala di seta
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1812
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La pietra del paragone
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1813
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Il signor Bruschino
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1813
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Tancredi
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1813
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L’italiana in Algeri
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1814
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Il turco in Italia
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1815
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Elisabetta, regina d’Inghilterra
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1816
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Il barbiere di Siviglia
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1816
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Otello
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1817
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La Cenerentola
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1817
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La gazza ladra
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1817
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Armida
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1818
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Mosè in Egitto
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1819
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La donna del lago
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1822
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Zelmira
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1823
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Semiramide
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1826
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L’assedio di Corinto
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1828
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Le comte Ory
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1829
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Guglielmo Tell
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