PERIPATETICI

 

Come l’Accademia ha continuato l’ultima fase dell’insegnamento platonico, così la scuola peripatetica raccoglie l’eredità spirituale dell’ultimo Aristotele, dedicandosi soprattutto all’organizzazione del lavoro scientifico e alle ricerche particolari.

Dopo la morte di Aristotele, la direzione del Liceo (edificio adiacente ad un tempietto sacro ad Apollo Licio e a un giardino con un viale per il passeggio) viene assunta da Teofrasto di Ereso (fino al 288-286 a.C.) e a Stratone di Lampsaco (fino al 272-268), sotto la guida dei quali la scuola intraprende una ricerca in una direzione scientifico-naturalistica. Nonostante la vastità della conoscenza e l’originalità dello spirito di ricerca, già i primi successori della ricerca non sono in grado di trasmettere il significato più profondo e vero della filosofia di Aristotele e si apre presto un periodo di decadenza per il Peritato. Alla morte di Teofrasto, gli edifici del Liceo sono lasciati alla Scuola, mentre la ricca biblioteca viene assegnata a Neleo di Scepsi e dopo svariate vicende, passaggi dall’Asia Minore a Roma, il Peritato viene privato della produzione aristotelica, in particolare il corpus di scritti “esoterici”, che erano stati supporto dell’attività dello Stagirita. Con la dispersione dell’inestimabile patrimonio aristotelico, dunque, un indiscriminato oblio circonda la prestigiosa figura di Aristotele.

Stratone, successore di Aristotele, si avvicina sostanzialmente all’atomismo democriteo, distaccandosi significativamente dalla dottrina del maestro; dopo Stratone, la scuola peripatetica prosegue la propria attività attraverso numerosi altri rappresentanti, che si dedicano prevalentemente a ricerche naturalistiche non apportando contributi significativi alla filosofia aristotelica.

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