La nostra storia

Fondazione

La nostra congregazione è stata fondata nel 1677, con l'autorizzazione del vescovo di Savona. Fondatrice e prima superiora è una giovane del luogo, Giovanna Maria Boldona, che si chiamò Suor Giovanna Caterina. Le prime cinque suore si affidarono da subito alla protezione di Santa Rosa da Lima, che divenne il loro principale modello di vita, oltre a San Domenico e a Santa Caterina. Il loro apostolato con la testimonianza di vita e con la parola era quindi affiancato da una continua e intensa vita di contemplazione. Le suore osservavano la regola di S. Agostino per le monache; a questa venne affiancata l'osservanza delle costituzioni delle monache dell'ordine di S. Domenico: "l'obbedienza non come virtù formale, ma come risultato di un'abitudine all'umiltà interiore, al distacco, al sacrificio di sè per amore e a quel poco di ambizione di ogni persona impegnata". Nel primo regolamento, dato dal vescovo di Savona, si legge inoltre: "il direttore spirituale ripartirà loro le ore del giorno, assegnando l'ora della ricreazione, del cibarsi, dell'andare a letto e del levarsi, dell'orazione, del lavorare, raccomandando il silenzio per quanto si potrà".

Costruzione del monastero

Per ottenere la clausura era necessaria la costruzione di un monastero, che venne progettato dall'architetto Giobatta Costanzo di Genova. Le ridotte risorse economiche non consentirono però la realizzazione del porticato quadrangolare con due piani di stanze: ci si limitò quindi al solo lato nord del progetto, con un piano di camere, utilizzando anche la casa già abitata dalle suore e la preesistente cappella della Misericordia. Tale cappella venne rialzata con la costruzione del coro, che è rimasto tutt'oggi, mentre l'altare e il presbiterio vennero arricchiti da stucchi in stile barocco napoletano. La prima pietra fu posata nel 1683, e nel 1684 la madre superiora fece costruire un sepolcro per le suore. Nel 1690, il vescovo di Savona Vincenzo Durazzo, in visita pastorale, trovò il monastero già costruito, e lo descrisse così: "capace d'habitazione di venti e più suore, con chiesa, campanile, choro, sacrestia, refettorio, horto e statij decentemente circondati da muraglie per clausura, com'altresì sufficientemente provvisto di suppellettili tanto sacre che profane".

Una prima apertura all'esterno

Dopo l'adozione della regola del Terz'Ordine Domenicano, avvenuta nel 1849, le suore iniziarono una scuola femminile nei locali del conservatorio, finché nel 1870 donarono un terreno al comune di Finalborgo per costruirvi l'asilo infantile e in seguito la Scuola Femminile, dove insegnarono gratuitamente per lunghi anni, specialmente a fanciulle povere. Nella seconda metà del XIX secolo, le autorità anticlericali sottrassero alle suore l'amministrazione dei propri beni, riducendo il Conservatorio di S. Rosa in Ente Pubblico di Assistenza e Beneficenza (IPAB). Assilate dal problema della sopravvivenza, le suore si dedicarono con più intensità alla preghiera e alle opere di carità; prestarono il loro servizio nell'ospedale di San Biagio e si adattarono a lavorare la campagna adiacente al convento.

Evoluzione

La situazione rimase pressoché invariata fino al Concilio Vaticano II, quando anche le Domenicane di S. Rosa si impegnarono nel rivalutare il proprio carisma di utilità ecclesiale e umano-sociale, confrontandosi con il Vangelo, con la Chiesa rinnovata e con la società. In un periodo di profonda crisi di speranza che interpella la Chiesa, Madre Giovanna Caterina Boldona, anche a 300 anni dalla sua scomparsa, ne indica la strada: l'umiltà e l'amoro silenzioso. Con l'approfondimento del carisma originario e delle intenzioni della Madre fondatrice, le Superiore Generali che si sono succedute hanno promosso e portato avanti per divesri anni - mediante i capitoli generali - uno studio sistematico della spiritualità domenicana in generale e di quella di S. Rosa in particolare, esplicandole poi nelle Costituzioni rinnovate e approvate dalla Chiesa. E' stato riveduto il piano di formazione iniziale e permanente; posto l'accento sulla responsabilità personale e comunitaria. Le suore alimentano quindi la loro vita attraverso tre punti propri dell'Odine dei Predicatori: 1) ferventi nella celebrazione comune della Liturgia, specialmente dell'Eucarestia e dell'Ufficio Divino, così come della preghiera personale; 2) assidue allo studio; 3) perseveranti nell'osservanza regolare. Nel 1984, la Congregazione delle Domenicane di S. Rosa ottenne dalla Santa Sede l'approvazione delle Costituzioni rinnovate e osservate in via sperimentale già da un decennio. Nel Capitolo Generale Consultivo del 1986, come "idea forza" per il futuro, fu scelta la frase del Vangelo: "vino nuovo in otri nuove" (Mt 9,17).

 

Le missioni

Il rinnovamento si è concretizzato nel giro di pochi anni. Appena eletta Superiora Generale Madre Vittoria Bruno, la Congregazione ha deciso di aprirsi alla missione "ad gentes". Nel 1991, infatti, le Domenicane di S. Rosa sono arrivate a Lima, nel Perù, come missionarie. Le prime suore, presa dimora in un barrio della città tra Barranco e Surco, collaborano con la parrocchia di S. Josè Obrero. Le suore insegnano nella scuola pubblica, oltre a occuparsi della catechesi a vari livelli, dell'animazione liturgica, visitano gli ammalati, accolgono le ragazze in pericolo e le aiutano a prepararsi a vivere una vita dignitosa e serena. Nel 1993 nasce una seconda comunità, sempre a Lima, presso il santuario di S. Rosa. Nel 1997 viene aperta una terza missione in Albania, a Kalivac, nelle montagne sopra Scutari, dove le suore si prodigano in ogni situazione di assistenza e promozione umana. Nel 1999, infine, viene fondata la terza missione peruviana, nella sierra Cajamarca, con una scuola rurale per i campesinos, oltre a tutte le altre attività apostoliche e sociali. Nel 2001, purtroppo, la missione di Kalivac è stata chiusa per grossi problemi legati alla logistica e alla sicurezza, oltre alla mancanza di un cappellano. Sempre nel 2001 sono state inaugurate due case: una casa di apostolato a Monteparano (TA), dedicata principalmente ad attività di catechesi e di supporto alla parrocchia locale; l'altra a Francavilla sul Sinni (PZ). Nel 2002 è stata aperta una scuola materna a Subbiaco (RM).

 

San Domenico Guzman