(M.R. Parsi) |
Racconti di bambini sulla guerra (M.R. Parsi) |
LE DONNE DI "ALMATERRA" |
IL SOGNO DELLE DONNE |
UN CONTRIBUTO PER LE DONNE AFGHANE |
11 sett. |
11 sett. NOTIZIE DA CARACAS - SIENA E NAPOLI |
|
11 sett. NOTIZIE DA VENEZIA, PERUGIA FAENZA E PALERMO |
|
L'ANGOLO DELLE POESIE |
Younis Tawfik LA STRANIERA Ed. Bompiani Ha scritto Tahar Ben Jallown: “Cosa sappiamo degli immigrati, dei loro saggi, delle loro notti solitarie e pesanti? Come vivono il desiderio, la solitudine, la mancanza di colore? Appunto, che ne sappiamo? La straniera di Hounis Tawfik, nel suo gioco riuscito del doppio narratore, della alternanza dal punto di vista di lui e lei, ci aiuta a imboccare un percorso di conoscenza. Tanto più necessario, quanto più insondabile la situazione che stiamo vivendo. Smettere i panni dell’occidentale benpensante e privilegiato ed entrare in quelli assai più scomodi di chi ha scelto di sradicarsi e vivere “altrove”, fuori dai suoi confini, lontano dalle sue usanze più intime, privato dei suoi colori. Un dettaglio che sembrerebbe trascurabile, quello cromatico, ma che assume invece una rilevanza notevole, soprattutto se a fare da sfondo a questa storia di amore mai nati, è la Torino vivace e multietnica ma virata sul grigio che conosciamo. Una storia fra una donna mortificata ma “viva” e un uomo che l’ha preceduta su una strada di integrazione in apparenza più spianata ma altrettanto dolorosa e solitaria. Il finale risolve, ma forse proprio per questo è meno convincente. SARA STRIPPOLI Romanzo basato su una trama semplice e lineare che narra vicende parallele, e poi convergenti, di due immigrati nella Torino dei giorni nostri e cela al suo interno temi e simboli assai densi di significato. Due i protagonisti. Un giovane architetto fuggito dall'Iraq per evitare persecuzioni che nonostante il successo professionale e molti amici italiani, sperimenta una solitudine di fondo ed è segnato dalla nostalgia per il suo paese (gli affetti familiari, i colori e i sapori). Si trova al crocevia tra due culture e mentalità (oriente e occidente) che non riesce ad armonizzare.Una ragazza nordafricana, in fuga da una condizione di estrema povertà che a differenza dell'architetto non ha amici, continua a vivere anche in Italia in estrema povertà, ai margini e con poche possibilità di migliorare la sua condizione in futuro. L’incontro di due solitudini danno vita ad una difficile e precaria storia d'amore, con un finale assolutamente aperto che poco lascia intuire circa il futuro dei due protagonisti. Tawfik racconta il passato dei suoi due protagonisti, ricostruisce attraverso la loro storia , la cultura e la storia di due paesi del sud del mondo. Capitoli potenti e suggestivi in cui si nota, tra l'altro, anche la contrapposizione cromatica tra una Torino quasi sempre piovosa grigia e i paesaggi della memoria, pieni di colori e suoni, descritti con un linguaggio evocativo che fa pensare alle prime poesie dell'autore iraniano. La dualità è probabilmente, per dirla con Henry James, la "cifra del tappeto", il filo rosso e nascosto che sottende tutta l'opera. Due sono i protagonisti, due sono i piani narrativi (passato e presente) che si intersecano continuamente, due sono le culture in cui si muovono, spesso a disagio, due sono i personaggi che finiscono per sentirsi stranieri ovunque. "La straniera" ci permette anche,a noi lettori "italiani", di osservare la nostra cultura e le nostre città (in questo caso Torino ma potrebbe essere ovunque) con altri occhi, da un punto di vista inusuale, quello di chi viene da lontano, con tradizioni e storie diverse, con un diverso sistema di valori e di relazioni sociali. Pregi del romanzo sono molti e Tawfik mostra grandi capacità come narratore di storie, ponendosi al crocevia tra diverse culture, manovrando con abilità i vari stili, passando da pagine di grande lirismo ad altre assai analitiche e precise, di carattere quasi naturalistico. Un libro come "La straniera" può aiutare a comprendere e rispettare questa complessità e varietà. I protagonisti del romanzo non sono mostri né marziani, non sono terroristi pronti ad avvelenare pozzi o far esplodere aeroporti: sono, semplicemente, persone, descritte anche nei loro difetti, nelle loro debolezze, che hanno alle spalle storie e culture ben precise anche se diverse dalla nostra, talvolta non facilmente comprensibili ma degne di stima e attenzione.
Naturalmente l'incontro ( e non lo scontro, come da più parti viene
affermato oggi) tra diverse civiltà è sempre faticoso e necessita, da
entrambe le parti, della capacità di aprirsi. MASSIMO CASTAGNOLA
|
Edizioni
: DONNE & FUTURO o.n.l.u.s. - Via S. Francesco d'Assisi, 27 -
10121 Torino |
COMITATO EDITORIALE |