Sabato dieci marzo abbiamo suonato a Cesena, al Vidia, con gli ATDI; con all'incirca un migliaio di persone delle quali ne conoscevo (e ci conoscevano) una quindicina o poco più, con un biglietto di ingresso di ahimè 30000 lire; con delle fastidiosissime transenne che ci separavano dalla gente di almeno mezzo metro; con, pensate un po', il nostro "camerino" dotato di sedie, tavolini, e frigo bar (birre, succo d'arancia, acqua); un impianto fenomenale guidato dal tecnico del palco e dal tecnico diciamo esterno; con due spie a testa; con un impianto luce tutto sommato gradevole; con addetti ai lavori un po' simpatici e un po' coglioni; con tutto questo e quant'altro ancora.

Alcuni potranno dire:
"Bello! Deve essere un'esperienza interessante, deve essere bello poter vedere davanti a te così tante persone, che con tutte le probabilità non sono tutti dei deficienti ubriachi che non sentono neanche quello che dici, le provocazioni che lanci; o anche se ti ascoltano poi in realtà non gliene importa nulla e ti dicono di suonare (perché questo non succede forse alla Villa Occupata di Milano o in tanti altri posti?).
Credo sarebbe un po' troppo azzardato e presuntuoso condannare tutte quelle persone. Non mi sento così intelligente e non credo di avere per le mani la "via corretta" per dire una baggianata simile. Infine, io stesso qualche volta spendo anche quelle cifre per dei concerti che mi interessano, e quindi quale migliore occasioni per vedere il concerto degli ATDI?" (…normale…)

Qualcun'altro ancora potrebbe invece pensare:
"Mah! Non m'interessa. Non ci trovo assolutamente nulla di positivo in questo giro di business innanzitutto, e marginalmente di musica. Inoltre non lo trovo coerente con ciò che penso, che vivo, mi parrebbe una contraddizione. Non trovo corretto far pagare così tanto un divertimento (perché un concerto è un divertimento), delle idee… escludendo ovviamente chi non può permetterselo. No no! Non fa per me". (…altrettanto normale…)

Ed infine altri ancora potrebbero aggiungere:
"Guarda un po' gli Encore Fou che spendono tante parole di odio e rabbia, che scrivono Due grammi di rivoluzione e poi vanno a suonare con il trend del momento a 30000 di ingresso, in quel posto di merda… e magari con l'intenzione di farsi conoscere di più (c'è forse qualcosa di male nell'aver piacere che gente ignara della nostra esistenza possa ascoltare la nostra musica e le nostre parole?) e di allargare il giro e tante altre supposizioni simili".
Basandosi su cosa? Semplicemente sul fatto che siamo andati a suonare con gli At The Drive-In? Forse sono io che sbaglio, ma mi ha dato fastidio che si giudicasse e sparlasse degli EF, e quindi anche di me, senza nemmeno conoscermi, senza neppure sapere il perché di questa decisione (perché comunque è stata una decisione molto discussa). Beh, semplicemente io non lo farei, poi ad ognuno la sua.
Per un altro verso invece mi ha fatto sorridere che una semplice serata in un locale a suonare abbia avuto quel seguito.
Tutto qui.

Io mi sono divertito molto, ed è stato emozionante avere un pubblico così vasto, aver detto le cose che abbiamo detto (che non hanno perso di significato solo per il posto e la situazione in cui le abbiamo dette, anzi forse resta meno scontato dirle lì che altrove), essere fermato da persone che si complimentavano e chiedevano chessò io quale informazione o chiarimento (mi è mai successo altrove? Non ricordo, eppure non ho fatto già così tanti concerti per non potermelo ricordare). E poi ancora tante altre cose, ma ripeterei parole già scritte.

Concludendo: ho visto il concerto degli ATDI che comunque avrei visto (anzi li ho visti tutti e tre aggratis), mi sono goduto la serata, ho riso e scherzato, ho suonato, sono andato a dormire in un posto in campagna bellissimo (grazie Michele) ed ora sono qui senza avere la testa tra sogni da megalomane, a studiare, a lavorare, a suonare, a scrivere, a leggere, a cucinare, ad amare e ad odiare… ad aver appena visto gli Infranti, ad aspettare Sweep The Leg Johnny a El Paso, come Peppino D'Agostino al Folk Club o Vinicio Capossela al Teatro Colosseo.
Lo rifarei? Certo, che domande!
Tutto questo non mi è sembrato così strano e complicato come si dice. Cosa c'era da discutere?

Daniele. Un altro quinto di EF.

(la pagina di Daniele)
(cosa ne pensa Paolo)
(cosa ne pensa Andrea)
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