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Cos'è la vivisezione?
Per vivisezione, o sperimentazione "in vivo", si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali o esseri umani. Ogni anno, solo in Italia, più di 1.130.000 animali (fonte: Ministero della Sanità 1997, dati autocertificati), ovvero più di 3.000 al giorno, tutti i giorni, vengono utilizzati per prove di laboratorio. Queste prove, molto ripetitive, spesso richieste da leggi antiquate, forniscono risultati inapplicabili all'uomo e di conseguenza. Le stesse prove vengono ripetute successivamente, con altre forme e tempi, sul destinatario ultimo del prodotto: l'uomo. A causa della presunta "tutela" fornita dalla vivisezione, questo avviene troppo spesso senza la dovuta cautela oltre che frequentemente senza un effettivo consenso informato ed il diretto beneficio delle persone che subiscono la sperimentazione.


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Quali animali vengono usati?
Gatti, cani, primati, cavalli, ratti, topi, mucche, maiali, pecore, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli, provenienti da allevamenti o, per alcune specie, da catturare in natura. Ma non vi è una sola specie che possa essere modello sperimentale per un'altra specie. Gli animali sono simili a noi nel percepire il dolore, l'apprensione, la paura. Ma sono diversi per i meccanismi di assimilazione, per struttura fisica e biochimica. E poi gli animali da laboratorio, spesso selezionati ed oggi anche manipolati geneticamente, sono esseri viventi che nulla più hanno a che fare con i loro simili in libertà, così come le malattie che vengono loro inoculate artificialmente nulla hanno a che fare con quelle che il corpo produce spontaneamente. Chi sperimenta sugli animali dice che sono abbastanza "simili" all'uomo. Ma in termini di vera scienza, il concetto di "simile" è del tutto privo di valore. Se qualcuno ti dicesse che nella stanza accanto non c'è ossigeno, ma un gas molto "simile" all'ossigeno, ci entreresti? Se ti servisse una trasfusione di sangue, la faresti con una sostanza molto "simile" al sangue umano (come il sangue di scimpanzè)?


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Quali test vengono effettuati?
Tutti. Anche quelli che non riesci ad immaginare. Gli animali vengono avvelenati, ustionati, accecati, mutilati, obbligati ad ingerire sostanze di ogni genere come i pesticidi; vengono privati dei genitori per test psicologici, irradiati con raggi di ogni tipo, cosparsi di "biocidi" ovvero insetticidi, disinfettanti, conservanti, resi dipendenti da droghe, uccisi con virus e gas a scopo bellico. L'anestesia? Non è obbligatoria (in Gran Bretagna - il dato italiano non è noto - il 63% degli esperimenti è effettuato senza anestesia). Dicono che sono prove "indispensabili", ma con le prove cliniche sull'uomo si deve ripartire da zero. Perché allora continuano così? Spesso per favorire le carriere scientifiche, basate sul numero di "pubblicazioni" prodotte, ma il più delle volte per interessi commerciali e per continuare ad incamerare aiuti pubblici e privati destinati alla ricerca. La vivisezione è uno strumento per mettere sul mercato numerose specialità farmaceutiche, in gran parte inutili (oltre 13.000 nel nostro Servizio Sanitario, mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità ne considera necessarie solo 400!): essa fornisce ai produttori, oltre ad una eventuale tutela giuridica, la possibilità di selezionare la risposta variando la specie animale o le condizioni dell'esperimento. Inoltre, la sperimentazione sugli animali, la cui visione "meccanicista" dell'essere vivente consente di vedere nella cavia un modello da laboratorio per l'uomo (l'essere vivente è considerato un insieme di parti che si possono aggiustare o sostituire, indipendentemente dal funzionamento dell'insieme), ha portato la medicina moderna a trascurare la sofferenza, anche quella del malato, ed a fare di quest'ultimo, in primo luogo, un consumatore di farmaci. Con il risultato che le resistenze agli antibiotici aumentano e le nuove malattie avanzano; che la prevenzione è stata dimenticata; che anche se si è allungata l'aspettativa di vita, non ne è certo migliorata in proporzione la qualità. Ma per la crescita dell'industria della "salute" è necessario il nostro stato di malattia...


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Chi pratica la sperimentazione animale?
Industrie chimiche, farmaceutiche, laboratori ospedalieri, istituti pubblici ed università. Il decreto legislativo 116 del 1992, che regolamenta la sperimentazione animale ed impone ai laboratori l'obbligo della registrazione, ha rivelato l'esistenza in Italia di oltre 500 centri di sperimentazione ufficialmente dichiarati.


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E i cosmetici?
Cinquantamila animali l'anno muoiono sfigurati da rossetti, intossicati da profumi, bruciati da creme. Eppure sono più di 8.000 gli ingredienti già disponibili per le aziende e centinaia i metodi alternativi di ricerca... Nonostante questo, il divieto di uso degli animali per i test cosmetici previsto da una Direttiva europea, ottenuta negli anni scorsi con una grande Campagna internazionale, è stato posticipato al 30 giugno 2000 e rischia di slittare ulteriormente al 30 giugno 2003: una scelta che ucciderà, fra atroci sofferenze, più di 275.000 animali, quasi 150 al giorno.


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E noi cosa possiamo fare?
Puoi scegliere già da oggi di non essere d'aiuto all'uccisione di migliaia di animali preferendo i prodotti che non incrementano la sperimentazione sugli animali. Scegli i prodotti di aziende che non commissionano od effettuano esperimenti su animali e che hanno sottoscritto l'impegno di non testare o far testare su animali prodotti finiti o singoli ingredienti.
Fa in modo che i prodotti che normalmente usi abbiano questo marchio:


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Sono un ricercatore. Posso obiettare?
L'Italia è il primo paese al mondo ad avere riconosciuto per legge, la numero 413 del 1993, il diritto all'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale, sia per studenti che per ricercatori. Questa possibilità è purtroppo poco conosciuta ed i fondi previsti per i corsi di studio universitari senza il ricorso di animali non sono stati ancora spesi o sono stati spesi male.


Per saperne di più.

LAV Sede Nazionale
Tel. +39 06 4461325
www.infolav.org

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