INDICE
Introduzione
Note alledizione
Testi poetici
Apparato critico
Tavola dei madrigali
MADRIGALI
M.A. Ingegneri, Mentre Laura gentil /Ella gli spirti altrui
C. da Correggio [C. Merulo], Sè ver, donna gentile
A. Striggio, Alma città / Ma dovè quel
B. Carteri, Pianta cara e gentil / Felice agricoltor
L. Marenzio, Là ve laurora appar / Ma là dovè LAURora
L. Marenzio, Ridean già per le piagge / Piagge, erbe, fiori
G. Guami, LAURA cha laura / Voi beata sirena
C. da Correggio [C. merulo], Mentre LAURA gentil /Ella gli spirti altrui
V. Ruffo, Tra qualunque il sol gir / Chin quel ponto
T. Massaino, Arbor gentil / Mandan per tante meraviglie
O. Vecchi, Passa il pensier che rio / Indi millalme
O. di Lasso, Chi non sa come spira / Ma quel che una sol volta
M.A. Ingegneri, Tenera piantancor / A cui dintorno
A. Pordenone, Vidio di preziosa / Con faccia essangue
A. Gabrieli, Se per lasciar di te / Che dun bel LAURO
G. Gabrieli, Quando Laura chor tanto / Queste furon bellezze
M. Asola, Lume divin / E fuor de lalga
V. Bellhaver, Spira dal vago sen
P. Valenzola, Nel giorno chella nacque
Ph. de Monte, Qui dove un verde lauro / E al fin credendo
Se da lunge scaldar / Vergine aggionta
A. Sfoi, Gli aurati strali
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L'antologia miscellanea di madrigali a cinque e sei voci, conservata
manoscritta alla Biblioteca dell'Accademia Filarmonica di Verona
(Ms. 220), venne compilata nel 1580 in onore della virtuosa di
canto Laura Peverara. L'occasione fu il passaggio da Verona della
Peverara che, dalla natìa Mantova, stava trasferendosi alla corte
estense di Alfonso II per entrare nel celebrato "concerto delle
donne" ferrarese. A confermare la circostanza e' la dedica di
un sonetto, opera dell'accademico filarmonico Mario Lavezzola
e compreso nella raccolta con musica di Alessandro Sfoi (Se da
longe scaldar/ Vergine aggiunta): "Alla S:ra Laura Peverari Gentildonna
et nelle lettere et nella musica mirabiliss.a mentre che da Mantova,
se ne passò al servitio dellaltezze di Ferrara".
Con ogni probabilita' la Peverara fu ospite dei Filarmonici veronesi
e si esibi' davanti a loro. Gli accademici vollero celebrare l'evento
con una serie di poesie - quasi tutti sonetti di stampo petrarcheggiante
(tra l'altro la Peverara si chiamava Laura) - che poi affidarono
ad alcuni compositori perche' le rivestissero di musica.
Ai ventidue madrigali della raccolta diedero il loro contributo
diciotto musicisti: dai grandi Marenzio, Lasso, De Monte, Merulo,
Andrea e Giovanni Gabrieli, ai veronesi Ruffo, Asola, Ingegneri,
ad alcuni minori operanti allinterno della Filarmonica (Sfoi,
Carteri e Valenzola).
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