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Spettacoli per il pubblico:
Treviso, Teatro Sociale (ex Ariston) 15.02.2001 - ore 21.00
Vittorio Veneto, Seminario Vescovile 02.03.2001 - ore 21.00
Castelfanco Veneto, Teatro Accademico 11.03.2001 - ore 21.00
Mogliano Veneto, Auditorium Collegio Astori 16.03.2001 - ore 21.00
Conegliano, Auditorium "Dina Orsi" 19.03.2001 - ore 21.00
Oderzo, Teatro Cristallo 03.04.2001- ore 21.00
Caerano San Marco, Teatro Maffioli 07.04.2001 - ore 21.00
Con il contributo di
REGIONE VENETO
PROVINCIA DI TREVISO - Assessorato alla Cultura
COMUNE DI TREVISO - Assessorato alla Cultura
In collaborazione con
Fondazione Villa Benzi-Zecchini - Comune di Castelfranco Veneto
Comune di Conegliano - Comune di Montebelluna
Comune di Oderzo - Comune di Vittorio Veneto
Con il patrocinio del
Provveditorato agli Studi di Treviso
Produzione
ENSEMBLE 900
NOTE
E la storia di due contadini veneti, Bepi e Maria Freschet che,
spinti dalla povertà, sono costretti ad emigrare in Brasile con
la loro famiglia. Partono perciò da Genova il 2 dicembre 1888
per arrivare nella terra promessa il giorno di Natale dello
stesso anno, proprio nel momento in cui nasce il loro ultimo figlio.
Bepi, baldanzoso ed ingenuo, è sicuro che la nuova terra porterà
loro fortuna. Maria, più cauta, è continuamente assalita da dubbi
e insicurezze.
Ritroviamo i nostri personaggi molto più tardi, nel 1901 quando,
con prospettive rovesciate, Bepi è un uomo demotivato e scarico
e Maria ha invece preso su di sé il carico della famiglia eleggendo
il Brasile come sua patria.
Tra i due si inserisce il personaggio di Franceschin, un vincente
senza lonere di una famiglia al seguito, che ha saputo ottenere
ciò che voleva con intraprendente baldanza e lavorando sodo.
Dallintreccio di dialoghi e monologhi esce unumanità sofferente,
ma mai doma; un esempio di resistenza al dolore e alla sfortuna.
Perché, comunque, vada, bisogna edificare un futuro (i cop) su
cui piantare la bandiera del proprio coraggio (lanima). Come
hanno fatto gli avi.
Lepilogo, infine, si pone come riflessione sulla perdita della
cultura contadina e sulla presente consunzione del dialetto che
ne è stata lespressione.
Scritto nel dialetto di Conegliano e dintorni, con intrusioni
lessicali pedemontane, Lanima sui cop, è un omaggio agli emigranti
di ieri e di oggi. Bepi e Maria sono infatti personae simboliche
attraverso cui passa e si amplifica la vasta gamma dei sentimenti
di chi abbandona la terra natale per ritrovare altrove dignità
e fortuna.
Luciano Caniato è nato nel 1946 a Pontecchio Polesine (Rovigo) e vive e lavora
a Conegliano dal 1951. Ha esordito in poesia con E maledetto il
frutto (1980) cui sono seguiti Nevi (1986); Pensierimi (1990);
La siora nostra morte corporale (1992) e i testi poetici per il
teatro Di memoria e di pietà (1998); Cardiodramma (1999).
In campo critico ha pubblicato: La ragione e il disgusto (sulla
poesia di Nelo Risi); Terra, lingua, origine in Filò di Andrea
Zanzotto (1991); Il potere, lurlo, lerta strada (in collaborazione
con L. Cecchinel e M. Munaro) (1994); Locchio midriatico. Linterpoesia
di Cesare Ruffato da Parola bambola a Diaboleria (1995). È
inoltre autore di numerosi saggi storici.
Pensieri per lallestimento e la regia
Mi ha sempre affascinato lidea che il linguaggio sia una malattia
che passa di bocca in bocca. Amo il linguaggio, ma in fondo credo
che sia un trucco, uninvenzione. Diamo nomi alle cose, ma poi
finiamo col comprendere e collintenderci solo sui nomi, e ci
sfuggono le cose.
La tecnologia in sé non mi preoccupa: le macchine sono stupide,
imparano velocemente, ma non hanno la capacità di dimenticare.
Ho invece paura del piccolo mondo tecnologico che ci costruiamo
nelle case: videoregistratori, computer, segreterie telefoniche
di cui ci circondiamo finendo per dipenderne e per alienarci completamente
dallambiente che ci circonda: cè unossessione collettiva per
gli oggetti, una corsa ad avere più cose possibili. Ma nessun
essere umano risolve i suoi problemi (ammesso che i problemi esistano
veramente) con le cose.
Eppure con questa illusione abbiamo costruito intere città e le
comunità che le abitano.
Nella nostra vita ci sono spazi vuoti che spesso riempiamo d'angosce.
La gente ha paura, molta paura del futuro, a cominciare dalleconomia.
E avendo paura diventa sempre più reazionaria, intollerante. Molte
facce sono intrise di solitudine.
E la stessa solitudine e sono le stesse paure che i nostri conterranei
hanno vissuto molti anni fa nel partire, lasciando ciò che non
avevano per coltivare una speranza.
Terra !!! America !!!
Parole che suonavano forti. Musica inebriante. Sogno e speranza.
Lopera teatrale che abbiamo ideato racconta quindi di un mondo
contadino e delle sue contraddizioni, dei luoghi da cui migliaia
di uomini, donne, bambini ogni anno sono partiti per cercare fortuna.
Uno sguardo lucido sul fenomeno dellemigrazione cercando possibili
legami tra ieri e oggi con lintenzione di sospendere il giudizio
e preoccuparci dei veri protagonisti: luomo e il paesaggio.
Sappiamo benissimo che non ci può essere presente senza futuro
così come non può esserci futuro senza passato. E una condizione
naturale con la quale luomo si deve confrontare quotidianamente.
Ovviamente, in questo confronto, cè chi vince e cè chi, suo
malgrado, perde.
Oggi molti di noi sostengono di aver vinto.
Quello che non capisco è cosa abbiamo vinto.
Mirko Artuso
CURRICULA
Eleonora Fuser, uno dei fondatori del gruppo TAG Teatro specializzato nella
commedia dellarte, si è formata sotto la guida di Carlo Boso.
Nel 1981 partecipa alla scuola di antropologia teatrale diretta
da Eugenio Barba. La sua specializzazione sulla commedia e il
teatro barocco la porta a collaborare con diversi gruppi di musica
antica soprattutto allestero; insegna regolarmente al Conservatorio
di Brema. Collabora con S. Stubbs e Paul ODette, ricercatori
americani di musica antica. In Italia con Livio Picotti della
Cappella Ducale di Venezia e con il gruppo Pro Musica Antica
di Firenze. Dal 1993 è attrice presso il Teatro Stabile del Veneto
diretto da Giullo Bosetti. Partecipa a diversi allestimenti per
la regia di G. Emiliani: Chi la fa laspetti di C. Goldoni nel
ruolo di Clarice; Una delle ultime sere di Carnevale di C. Goldoni
nel ruolo di Siora Marta; Se no i xe mati no li volemo di G.
Rocca nel ruolo della vecchia Nana. Nel 97/98 sotto la direzione
artistica a M. Carbonoli: La Guerra di C. Goldoni regia L. Squarzina,
ruolo Orsolina la vivandiera; Il Re Cervo di C. Gozzi, regia
di E. Allegri, ruolo Smeraldina la serva. Negli anni 1999/2000
collabora come docente con diverse realtà del territorio per un
lavoro di ricerca su maschera, maschera al femminile origine archetipo
mito memoria. Realizza il progetto Festa con il Comune di Mogliano
e Progetto Giovani. Cura la regia del laboratorio di Jesolo, compagnia
Gli Ingordi realizzando il Canovaccio spettacolo e La barca
dei Folli ovvero i finti servi. Partecipa come attrice al Carnevale
2000 sulle Città Invisibili di Italo Calvino. Partecipa come
attrice al Festival Filo a Londrina in Brasile con il Gruppo Potlac.
Partecipa con il suo spettacolo Il racconto al Festival del
Monologo di Stoccolma. Partecipa con il suo spettacolo al Festival
delle Ville promosso da Moby Dick che per la stagione 99/2000
è promotore del riallestimento del Racconto dei Racconti. Vince
la medaglia doro come miglior attrice al Festival di Chiusdino
S. Galgano in Toscana.
Sandro Buzzatti, conseguita a Belluno la maturità classica, si trasferisce a
Firenze dove si dedica allo studio della teoria e tecnica della
comunicazione orale, propria del mondo popolare, conseguendo la
laurea presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze assistito
da Roberto Leydi. Sperimenta forme di teatro e musica popolare
al seguito di Dario Fo (Milano, Palazzina Liberty) e Giovanna
Marini (Nuovo Canzoniere Italiano). Attore professionista dal
1974, entra in Nuova Scena di Bologna dove partecipa a la Ballata
dello spettro di Vittorio Franceschi. Dopo aver fondato a Milano
il Teatro Officina, incontra a Venezia il regista Carlo Boso con
cui collabora approfondendo la ricerca sulla commedia dellarte.
Assume la direzione del TAG Teatro di Venezia fino al 1990. È
un memorabile Capitan Finimondo ne Il Trionfo di Arlecchino
e Scaramuccia al Carnevale di Venezia 1995. Fondatore del BEL.Teatro,
promuove, progetta ed organizza dal 1991, a Belluno, il festival
Non cè niente da ridere. Dal 1995 con il Calderon di P.P.
Pasolini, inizia una feconda collaborazione con Mirko Artuso.
Per Moby Dick-Teatri della Riviera mette in scena La storia de
Nane e La Gigia, con la regia di Mirko Artuso, due poemetti
di Romano Pascutto che hanno riscosso importanti consensi nella
stampa nazionale. Con "Cardiodramma" di Luciano Caniato ("Storie sul Novecento che Muore") consolida
la sua personale ricerca sul teatro di poesia e sulla risonanza
della parola poetica.
Stefano Rota, diplomatosi nel 1988 alla Scuola di Teatro di Bologna diretta
da Alessandra Galante Garrone, debutta in Passaggi di e con
Remondi e Caporossi. Dal 1989 al 1991 lavora per la cooperativa
TAG diretta da Carlo Boso in: La pazzia di Isabella, canovaccio
di Flaminio Scala; La locandiera di Carlo Goldoni; The Merchant
of Venice di William Shakespeare; La moscheta di Angelo Beolco.
Nel 1992 prende parte allottava edizione di Riso in Italy,
festival concorso della comicità e alla produzione di Teatridithalia
Resti umani non identificati e la vera natura dellamore di Brad
Fraser per la regia di Elio de Capitani e Ferdinando Bruni. Nel
1993 prende parte a Endzeit - discorso sulla fine del tempo
dedicato a Georg Buchner, coprodotto da Santarcangelo dei Teatri
e Teatro Stabile Abruzzese.
Per Teatridithalia, con la regia di Elio de Capitani, interpreta
nel 1994 Roberto Zucco di S. M. Koltès e nel 1995 I Turcs tal
Friul di P.P. Pasolini. Nellestate dei 1995 porta in scena un
proprio monologo dal titolo Cera una volta, una volta si e tre
no e partecipa allundicesimo Festival dellumorismo di Grottammare.
Nel 1996 interpreta Giulio di Fabio Modesti e nel 1997 lavora
con la compagnia Pantakin di Venezia in La moglie muta, canovaccio
di Luca Franceschi che ne firma anche la regia. Nel 1998 interpreta
il ruolo di Lorenzo nel film Viola, diretto da Donatella Maiorca,
con Stefania Rocca e Maddalena Crippa. Nel 1999, per il Teatro
Stabile del Veneto, debutta al Teatro Olimpico di Vicenza nel
Re cervo di Carlo Gozzi con la regia di Eugenio Allegri. Nel
2000 porta in scene Patanostrada, un monologo scritto a quattro
mani con Sandra Mangini che ne cura anche la regia ed è Ruzante
nella Moscheta di Angelo Beolco, regia di Virgilio Zernitz.
Mirko Artuso, inizia la sua attività professionale nel 1981 collaborando con
Studio 900 di Treviso diretto da Marco Paolini, con il quale
collabora allorganizzazione di rassegne teatrali e corsi di formazione
per insegnanti e allievi attori. Successivamente inizia una lunga
collaborazione con la compagnia Laboratorio Teatro Settimo di
Torino diretta da G. Vacis. Prende parte alle maggiori produzioni
della compagnia: Libera Nos (1989); La storia di Giulietta
e Romeo (1992) premio UBU; Trilogia della Villeggiatura (1994)
premio IDI e Biglietto dOro. Nel frattempo collabora con le compagnie
TAG Teatro di Venezia negli spettacoli Arlecchino servitore
di due padroni e Il Falso Magnifico per la regia di Carlo Boso
e con Teatro Kismet di Bari nello spettacolo Vangelio - Progetto-Teatro
& Handicap per la regia di Enzo Toma.
È stato direttore artistico dello Stabilimento Teatrale con
il quale ha messo in scena Greco cerca Greca vincitore del concorso
Vetrine 95 promosso dallETI. È stato tra gli interpreti del
film I Piccoli Maestri di D. Luchetti. Attualmente è impegnato
nel progetto Teatro & Handicap in varie realtà del territorio
nazionale in collaborazione con BEL Teatro (PD) e Dimensione
Cultura (TV). Collabora con Moby Dick - Teatri della Riviera
per La storia di Nane e La Gigia di Romano Pascutto.
Paolo Troncon, compositore, analista musicale e pianista. Ha scritto la musica
per diverse produzioni teatrali tra cui Tiri in porta di Marco
Paolini; Una losca congiura di S. Tofano (per Teatro Verdi di
Padova); Cardiodramma, regia di Mirko Artuso; Il giro del cielo di Pennac, regia
di Sandro Buzzatti; Dis Joe di S. Beckett, regia di R. Padovan.
Sue composizioni sono pubblicate dalle case editrici Pizzicato
e Ensemble 900. I 6 Preludi e Fughe per pianoforte sono stati
incisi dalla prestigiosa etichetta americana Music & Arts. Ha
recentemente pubblicato su CD per Opusavantra Studium 6 composizioni
su melodie tradizionali trevigiane con Donella Del Monaco. È
direttore responsabile della rivista analitico-musicologica Diastema e responsabile delle collane librarie Diastema-Analisi, Diastema-Divulgazione
e Diastema-Libri (una trentina di volumi complessivi). È direttore
artistico del Concorso di Esecuzione Pianistica Premio Città di Treviso. Insegna Analisi e Cultura Musicale al Conservatorio di Vicenza.
INFORMAZIONI
Ufficio Cultura della Provincia di Treviso, tel 0422-656721 -
fax 0422-656724
(responsabile: dott.ssa Maria Rosa Zandomeneghi)
Ensemble 900: tel. 0422-260226 - fax 0422-265584 |
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