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ciclo del capello e alopecia, il bulbo dei capelli, capelli e alopecia, i capelli e il loro ciclo: anagen, catagen, telogen, tricologia e analisi dei capelli

 

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LA CHERATINA IDROLIZZATA

 

IL CICLO IDEALE DEL CAPELLO

Andrea Marliani*, Paolo Gigli *, Marino Salin*

01) 

presentiamo il ciclo ideale del capello come appare raffrontando le immagini istologiche con l’aspetto dei capelli estratti ed osservati in microscopia a luce polarizzata.

Da questo raffronto scaturiscono alcune "nuove acquisizioni sul ciclo del capello" di notevole interesse nosologico e non prive di importanza anche su piano terapeutico.

Va precisato che parliamo di un capello "perfetto" ed "ideale", un anagen VII, cioè di un capello con durata della fase anagen di 4 - 10 anni, tipico del sesso femminile, del bambino pre pubere, della donna giovane e/o gravida, un capello che si presenta con guaine massicce e ben conformate, massima profondità bulbare, fra 7 e 8 mm, massima rapidità di crescita, circa 400 micron al giorno (12 mm al mese).

I capelli comuni, quelli di quasi tutti noi, sono, nel migliore dei casi, anagen VI.

Dobbiamo precisare che non tutte le immagini che qui Vi mostriamo sono originali ma, in parte, le abbiamo tratte da atlanti di dermatologia o anatomia in commercio.

 

02) 

Il ciclo del capello e del pelo (anagen, catagen, telogen), è quel ricambio necessario ad impedire che, in natura, l’annesso cresca indefinitamente ed, in definitiva, per impedire che un individuo di 50 anni abbia peli e capelli lunghi 6 metri.

Classicamente leggiamo e diciamo che la fase anagen dura mediamente 1000 giorni, la fase catagen 10 giorni, la fase telogen 100 giorni.

 

03)

Un altro modo di rappresentare il ciclo ci fa vedere che quando un "vecchio" capello è in telogen il follicolo è già in anagen IV, e ci fa capire che l’anagen ed il catagen sono fasi del follicolo mentre il telogen è solo una fase del capello, che cade fisiologicamente.

 

04)

 Fondamentalmente il capello controlla il suo ciclo attraverso il metabolismo degli androgeni.

Il capello, durante l’anagen, tramite la 5 alfa riduzione del testosterone, provoca decremento di attività della adenilciclasi e quindi della esochinasi, che permette al glucosio di accedere alla glicolisi, con riduzione di attività di questa via metabolica fino al blocco delle mitosi della matrice ed al telogen.

In modo bilanciato, attraverso la 17 beta steroidodeidrogenasi e l’aromatasi, produce anche estrone solo quanto gli è sufficiente a mantenere l’attività fisiologia della adenilciclasi, cioè le mitosi della matrice e la durata dell’anagen.

Facciamo subito notare, facendo un salto pindarico ai risvolti terapeutici, come tutti i tentativi di "terapia" medica della così detta "alopecia androgenetica" si sono fino ad oggi limitati al tentativo di incrementare la durata dell’anagen o bloccando la 5 alfa riduzione con inibitori ormonali o mimando il fattore di crescita del bulge con il minoxidil.

 

05) 

Nella donna il diidrotestosterone, necessario al telogen, dovrà essere prodotto dal follicolo mediante riduzione a testosterone del principale androgeno circolante nel sesso femminile, l’androstenedione.

Il testosterone potrà poi prendere la via della 5 alfa riduzione a diidrotestosterone.

Nel maschio la via della 5 alfa riduzione è invece da testosterone, quindi più diretta.

E’ quindi chiaro come nel maschio la via metabolica privilegiata è quella della 5 alfa riduzione a diidrotestosterone, mentre nella femmina è assai facile la aromatizzazione dell’androstenedione ad estrone.

Appare comprensibile perché la durata dell’anagen del maschio è circa metà di quella della femmina e perché nel sesso femminile l’alopecia androgenetica è assai più rara.

 

06) 

Una immagine clinica di un soggetto con capelli anagen VII.

 

07)

Istologia di un capello anagen VII.

Facciamo notare come il bulbo è circondato da cellule adipose, quindi profondo nell’ipoderma sottocutaneo circa 7 mm, cioè 7000 micron.

 

08)

L’abbondante innervazione di un capello anagen.

 

09) 

Anagen VII "estratto" ed osservato a fresco al microscopio in luce polarizzata.

Notiamo la guaina epiteliale interna ben evidente ed alta sul colletto: la lunghezza della guaina, che va dall’infundibulo al bulbo, è ben misurabile e ci fa facilmente sapere la profondità del capello nella cute.

Osserviamo come le cellule della matrice, mitoticamente attive e non cheratinizzate, fanno apparire il bulbo nero.

 

10) 

Finita la fase di crescita, anagen, ha inizio la fase catagen che è suddivisibile in tre sottofasi: catagen I, II, III.

Osservando un capello estratto in catagen lo stato e la lunghezza della guaina ci fa facilmente conoscere la profondità del bulbo e quindi la fase catagen che stiamo osservando.

Il catagen inizia nel momento in cui cessano le mitosi delle cellule della matrice che raccolte in una specie di sacco formato dalla guaina epiteliale esterna collegano un bulbo, ora cheratinizzato, alla papilla e vanno incontro, tutt’altro che inerti, ad un tipico processo di "apoptosi" che fa di loro qualcosa di molto simile ad una ghiandola endocrina a secrezione paracrina.

 

11) 

Durante il catagen la 5 alfa reduttasi è completamente bloccata perché il NADPH, che è necessario come fonte di idrogenioni per la 5 alfa riduzione, si forma nello shunt degli esosomonofosfati solo durante l’anagen.

Il metabolismo del follicolo è ora deviato obbligatoriamente verso l’aromatizzazione e l’alto tasso di estrogeni blocca la fosforilasi e la fosfofruttochinasi, enzimi chiave della glicolisi.

Ora, come già scrivevano Frank Parker e Robert Williams negli anni 60, le cellule del sacco da precursori come testosterone, androstenedione ed estradiolo producono abbondantemente estrone; da cortisolo producono cortisone; da glucosio glicogeno.

Queste tre sostanze sono indispensabili per la qualità del prossimo anagen:

- sarà l’estrone, con la mediazione di un fattore di crescita, ad attivare l’adenilciclasi e quindi le mitosi delle cellule staminali del bulge,

- il cortisone è "fattore permissivo" per l’attivazione del sistema delle proteine chinasi e cioè per l’attività della esochinasi, quindi per l’utilizzo di glucosio e glicogeno,

- il glicogeno, che viene accumulato in granuli in quel che resta della guaina epiteliale esterna, sarà la prima e la sola fonte di energia metabolica per le cellule del bulge quando, in discesa mitotica, non hanno ancora preso contatto fisico con la papilla.

Per l’accumulo del glicogeno, a ridosso della membrana vitrea, la guaina epiteliale esterna "sembra" ispessirsi e diventa fortemente PAS positiva.

 

12) 

Istologia di un capello catagen I.

Notiamo come le guaine sono ancora intatte ma il bulbo deconnesso dalla papilla e la matrice che sta già formando il tipico "sacco" del catagen dimostrano inequivocabilmente che l’anagen è finito.

Notiamo come questo capello, se estratto per un tricogramma convenzionale, venga facilmente confuso con un anagen.

La presenza di cellule adipose ci dimostra che il bulbo è ancora allogato nell’ipoderma sottocutaneo, cioè a non meno a 7 mm di profondità: 7000 micron.

Da questo momento il capello non potrà più crescere alla velocità di 400 micron al giorno, poiché non vi sono più le mitosi della matrice (!), ma dovrà risalire nel follicolo alla velocità ben più modesta del ricambio della cute, circa 65 micron al giorno, e per raggiungere l’infundibulo dovrà percorrere circa 6.500 micron e non potrà farlo in meno di 80 - 90 giorni.

Questa considerazione era già stata fatta negli anni 60 da Isidoro Bosco.

 

13) 

Catagen I "estratto" ed osservato a fresco in olio da immersione al microscopio in luce polarizzata.

La cheratinizzazione del bulbo, luminoso e colorato, dimostra che le mitosi sono cessate.

In microscopia convenzionale, la forma del bulbo, la pigmentazione del fusto fino al colletto e la guaina intatta e profonda, che ancora contiene citrullina ed arginina e si colora con cinnamaldide (D.A.C.A.), farebbero facilmente scambiare questo capello con un anagen.

 

14) 

Istologia di un capello catagen II.

Il "sacco", ora ben evidente, è composto di cellule che prendono i colori vitali. Queste cellule, tutt’altro che inerti, stanno preparando con la loro attività endocrino - metabolica un nuovo anagen.

Osserviamo ancora, intorno al "sacco", la presenza di cellule adipose.

 

15) 

Particolare del "sacco" in catagen II.

E’ suggestivo osservare come l’istologia del sacco tenda ora ad assomigliare alla zona cordonale della ghiandola surrenale.

 

16)

 Catagen II "estratto" ed osservato a fresco in olio da immersione al microscopio in luce polarizzata.

Questo è il catagen "classico", descritto sempre come difficile da reperire e da riconoscere.

Notiamo come la presenza della guaina ancora ben conformata ci dice inequivocabilmente che questo capello è in catagen e come la cheratinizzazione del bulbo ci esclude completamente la possibilità di scambiarlo con un anagen.

 

17) 

Istologia di un capello catagen III.

Il capello, risalito nel follicolo per 5000 - 6000 micron, ha raggiunto ora l’infundibulo, all’altezza dell’inserzione del muscolo piloerettore, e sta attivando le cellule staminali del bulge, quasi per contatto (!).

E’ suggestivo sapere che il bulge è ricco di mastociti ed è attraversato da assoni che lo connettono con l’interno del follicolo.

La guaina connettivale e la membrana vitrea PAS positiva e ricca di glicogeno, sottostanti, sono collassate.

 

18) 

Catagen III "estratto".

Il bulbo è clavato e la guaina è ormai distinguibile solo con il microscopio in luce polarizzata.

Solo la scomparsa della guaina epiteliale interna segna la fine delle attività metaboliche ed il passaggio del capello alla fase telogen.

In microscopia convenzionale questo capello appare come un telogen.

 

19) 

Attivazione del "bulge".

Questa è una immagine ormai classica ripresa e parzialmente rielaborata dallo splendido "Atlante" della professoressa Antonella Tosti (1996).

Vediamo come il capello in catagen III attiva il bulge per dare l’avvio al nuovo anagen. In questo momento la papilla dermica appare "risalita" dall’ipoderma nel derma;

l’attivazione del bulge da il via alle mitosi delle cellule staminali che con una discesa mitotica, quasi neoplastica, riguadagnano la papilla, riformano la matrice e danno il via al nuovo anagen.

Vediamo anche che, quando il capello è in telogen, il follicolo è già in anagen IV.

 

20) 

Questa è la stessa immagine precedente ma modificata.

In un ciclo ideale la papilla non risale nel derma, questo avviene solo se, al ricambio, segue un peggioramento della qualità dell’anagen.

Osserviamo come, al momento del catagen III, la guaina connettivale e la membrana vitrea (PAS positiva perché ricca di glicogeno) sono collassate sotto il bulbo, come il catagen III sia contemporaneo al momento di attivazione delle cellule staminali (anagen I), alla la discesa mitotica cellulare (anagen II) ed alla colonizzazione della nuova matrice (anagen III).

Il grado di displasia di ogni nuovo anagen appare in larga parte determinato dalla qualità metabolica del catagen che lo precede:

- ad una carenza di estrone conseguirà una attivazione insufficiente del bulge,

- ad una carenza di cortisone conseguirà una attivazione insufficiente della adenilciclasi con scarso metabolismo del glucosio e difficoltoso utilizzo del glicogeno,

- durante la discesa mitotica verso l’ipoderma la sola fonte di energia metabolica per le cellule in anagen II è data dal glicogeno accumulato nella guaina epiteliale esterna, se questo è insufficiente, obbligherà ad un anagen meno profondo, cioè più involuto, con risalita, ora sì, della papilla dermica.

Il catagen è quindi il momento metabolicamente più delicato e più attivo di tutto il ciclo follicolare.

 

21) 

Istologia di un capello telogen I.

Il capello ha ora perso ogni attività metabolica, e si trova praticamente "infilato" nell’infundibulo, fra il muscolo piloerettore e la ghiandola sebacea. Questo capello non ha più alcuna connessione né ancoraggio al follicolo.

 

22) 

Telogen I "estratto".

Si vede bene, in luce polarizzata, la completa mancanza di guaine e la cheratinizzazione del bulbo.

 

23) 

Istologia del nuovo capello anagen IV.

 

24) 

Questa è la stessa immagine precedente che mostra il momento del ricambio: il nuovo capello anagen IV sta spingendo fuori dal follicolo il vecchio telogen I.

 

25) 

Telogen II "estratto"

Fra telogen I e telogen II possono essere passati solo pochi giorni (!).

Questo elemento cade o rimane fra le dita se solo si passa una mano fra i capelli.

Ovviamente il telogen II non ha un corrispondente istologico.

 

26) 

Da queste osservazioni emergono alcune considerazioni interessanti sia su piano teorico che pratico:

a) la fase catagen è certamente sottovalutata sia nella sua durata temporale che nella sua importanza funzionale. La sua durata dipende ovviamente dalla profondità del follicolo ma non sarà mai di 10 - 15 giorni, se non in un vellus;

b) la durata della fase telogen è fortemente sopravvalutata e da quando Van Scott, nel 1957 standardizzò il tricogramma, ci stiamo portando dietro un errore inveterato;

c) fino ad oggi tutti i tentativi medici di terapia di una alopecia o di un defluvio androgenetico mirati a bloccare la 5 alfa reduttasi sono stati indirizzati unicamente ad allungare l’anagen, non a migliorarne la qualità.

La terapia medica, pena il suo "proverbiale" fallimento, dovrà ora spostare l’obiettivo dall’anagen al catagen.

I nostri tentativi terapeutici saranno rivolti ad "ottimizzare il catagen" perché ogni capello ha l’anagen che si è "guadagnato" con il catagen che lo ha preceduto.

BIBLIOGRAFIA

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