8d. ALTRE AZIONI DELLA MELATONINA A LIVELLO CELLULARE ED ORGANICO                  Melatonina e sonno


Già nel 1982 alcuni esperimenti condotti nel Massachusetts Institute of Technology’s Clinical Research Center, dimostrarono che la melatonina poteva indurre il sonno negli esseri umani. Tuttavia, ricerche più recenti64 non sono riuscite a ottenere effetti ipnotici riproducibili, con l’uso di polisonnografia. Ciò può essere attribuibili alle differenze fra l’azione fisiologica di base della melatonina e quella degli ipnotici convenzionali.

E’ stato suggerito che la melatonina possa esercitare effetti ipnotici mediante meccanismi di termoregolazione. Abbassando la temperatura corporea, la melatonina riduce il periodo di veglia e induce la propensione al sonno. La melatonina potrebbe anche essere utile nel migliorare le condizioni in cui interruzioni del sonno sono indotte da farmaci quali i beta-bloccanti e le benzodiazepine, che alterano la normale produzione di melatonina.

Ci sembra ragionevole pensare che la possibilità di sviluppare la melatonina come un buon trattamento clinico per l’insonnia, dipenda in larga misura dalla possibilità di misurare i livelli endogeni individuali, affinché la dose somministrata non ecceda la quantità normalmente prodotta.

Studi molto recenti, condotti nello stesso Massachussets Institute of Technology nel quale furono fatte le prime ricerche a riguardo, hanno concluso che la secrezione notturna di melatonina può essere coinvolta nell’induzione fisiologica del sonno65 e che dosi molto piccole di melatonina esogena somministrate oralmente possono essere utili nel trattamento dell’insonnia66.

Altro studio recente che si è occupato del meccanismo alla base degli effetti ipnotici della melatonina, ha concluso che la melatonina agisce attraverso un meccanismo GABAergico67. Infatti l’indolamina utilizza lo stesso sito recettoriale delle GABAmoduline, nonché delle benzodiazepine.


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