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Campioni dItalia
Francesco
Delfino
2. La leggenda sulleroico
capitano
Quante leggende, attorno all«ufficiale più decorato
dei Carabinieri», oggi condannato in via definitiva per aver estorto
quasi un miliardo alla famiglia Soffiantini. Ma anche quante imprecisioni,
ambiguità, bugie, diffuse grazie a unottima capacità
di tessere rapporti con la stampa. Delfino è abilissimo a costruire
il proprio personaggio, a nutrire il mito. Sparge informazioni che lo
accreditano come luomo che ha arrestato Curcio nel 1976,
anche se non è vero. Non ha mai lavorato allantiterrorismo
insieme al generale Carlo Alberto dalla Chiesa, malgrado lo abbia
lasciato credere. Non ha avuto un ruolo determinante nellarresto
di Riina, benché se lo sia attribuito.
Le imprecisioni e le bugie iniziano fin dalla fondazione della sua leggenda:
lo scrittore Corrado Alvaro avrebbe «cantato le gesta di
Massaru Peppi», al secolo Giuseppe Delfino, brigadiere dei Carabinieri
e padre del generale. Ma Alvaro, in Gente in Aspromonte, Massaru Peppi
non lo nomina proprio. In un racconto di Alvaro, Il canto di Cosima, compare
sì un carabiniere, chiamato «il Delfino», ma trattato
non proprio con deferenza: «Ma sì, il Delfino serviva la
legge; altrimenti, così malizioso, sarebbe stato un ladro che non
lo avrebbe acchiappato nessuno».
Quasi una profezia. Semmai è il fratello del generale, Antonio
Delfino, insegnante, preside e giornalista, a creare, insieme, il
mito del padre (Massaru Peppi lo sbirro) e del suo antagonista (Nirta
il pecoraio): nel libro Gente di Calabria celebra lepopea
di un carabiniere in lotta contro una criminalità contadina dedita
ai furti di capre e pecore, ben diversa dalla Ndrangheta organizzata,
cresciuta nel secondo dopoguerra. Oggi, dopo che «il Delfino»
è stato «acchiappato», qualcuno ha scritto che larresto
di un generale dei Carabinieri è un cattivo segnale per il Paese.
Ma perfino dentro lArma ora qualcuno ha il coraggio di dire che
il cattivo segnale è un altro, è che certi personaggi in
questo Paese abbiano potuto diventare generali, è che quel generale
non sia stato fermato prima. La storia di Delfino è la storia degli
incubi della Repubblica. La sua carriera ha attraversato tutti i grumi
oscuri del paese, dalleversione nera alle stragi, dal terrorismo
rosso alla mafia siciliana, dai sequestri di persona della Ndrangheta
calabrese fino a quelli dellAnonima sarda. Fino allarresto
e alla condanna per il sequestro Soffiantini, occasione per mettere
in fila tanti capitoli che formano, insieme, la vita di un uomo spregiudicato
e la storia di un paese a legalità limitata.
(2.continua)
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