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Fondazione Nosside

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I PINAKES

 

Galleria dei pinakes

I pinakes sono quadretti votivi in terracotta a bassorilievo, prodotti in serie da matrici e poi dipinti a vivi colori, di cui restano tracce solo in pochi esemplari. Essi sono decorati con scene del mito e del culto di Persefone, la dea-fanciulla che, insieme alla madre Demetra, presiedeva alla coltivazione dei cereali e alla fertilità della natura. Secondo il mito, il dio Hades, re dell'oltretomba, si invaghì di Persefone e la rapì portandola negli Inferi per farne la propria sposa; ne derivò tuttavia l'arresto della vegetazione sulla terra finchè Demetra, disperata, ottenne che la figlia per sei mesi ritornasse sulla terra, facendola rifiorire, e per sei mesi restasse negli Inferi, accanto allo sposo: tale alternanza rappresenta miticamente il succedersi delle stagioni e del ciclo produttivo della natura.

Il soggetto più frequentemente rappresentato nei pinakes, in parecchie versioni che differiscono per molti particolari, è il rapimento di Persefone su un carro tirato da cavalli alati, ad opera di Hades, raffigurato sbarbato, o più frequentemente ad opera di un giovane eroe imberbe, suo "assistente", forse uno dei Dioscuri.

Oltre alla rappresentazione del ratto anche molte altre scene sono riferibili al teme del matrimonio, sia sul piano mitico delle sacre nozze di Persefone e Hades (la Dea in trono, sola o con lo sposo, mentre riceve l'omaggio di altre divinità, come Dionisio, Hermes, Apollo, Athena; o la scena con la Dea che apre una cesta sacrale in cui c'è un fanciullo, probabilmente il mitico Iakchos, come immagine della fecondità conseguente alla nozze) sia sul piano più generale di rappresentazioni di momenti cerimoniali di preparazione alle nozze (la sposa che si pettina ed acconcia, il corteo nuziale su un carro trainato da mule, la abluzioni di purificazione prenuziale).

Recenti studi hanno evidenziato come l'offerta votiva a persefone di pinakes decorati con scene riferibili alle nozze sia indizio dell'importanza, nel culto del Santuario della Mannella e più in generale per la società locrese, dell'esaltazione del matrimonio come fondamentale rito di passaggio dallo stato sociale di fanciulla a quello di sposa e quindi di madre e capo della casa.

Altre scene rappresentano inoltre vari monumenti del culto di Persefone, con processioni di sacerdotesse che recano vari oggetti di culto o il peplo da offrire alla dea, o con la raccolta della frutta sacra, alla presenza della dea seduta.

Alcuni tipi di pinakes, meno frequenti di quelli fin quì illustrati, presentano scene riferibili, invece che  a Persfone, ad Afrodite o ad altre figure divine, come Europa rapita da Zeus nelle sembianze di un toro; altri anora hanno semplici rappresentazioni di animali destinati ad essere sacrificati. I pinakes furono prodotti a Locri Epizefiri durante un periodo abbastanza breve all'incirca dal 490 al 450 a. C., tra la fine dell'arcaismo e il pieno stile severo. L'equilibrata composizione delle scene, la saldezza delle forme plastiche unita all'eleganza delle linee e dei contorni, perfettamente apprezzabile anche da esemplari frammentari (si notino soprattutto la nitida delineazione delle teste di profilo e dei complessi panneggi), fanno considerare concordemente i pinakes locresi come una delle testimonianze più raffinate dell'arte di una città in Magna Grecia:Locri Epizefiri.

Testo tratto da L. Costamagna e C. Sabbione 

"Una città in Magnagrecia: Locri Epizephiri" - Ed. Laruffa