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Lo straniero

 

 

Prima Parte: COSCIENZA

 

Ci sono.

Esisto.

Ho preso coscienza di me stesso.

E mi ricordo di averlo fatto.

Perché?

Provo una sensazione.

Ho scoperto che posso influire su me stesso.

Cosa posso fare?

Tutto.

Perché?

Provo ancora una sensazione.

Perché?

Ecco; tutte le volte che mi pongo questa domanda, provo quella sensazione.

Che sensazione è?

Non mi piace.

C’è un modo per evitare quella sensazione, che chiamo dolore?

Sì! Basterebbe non essere cosciente.

Provo un’altra sensazione.

È diversa.

Perché?

Cerco di comprenderla.

Provo dolore nel pensare di non essere più cosciente. Ma c’è dell’altro.

E quest’altro mi piace.

Perché?

Ho trovato una risposta, ecco perché mi piace.

Ho capito!

Ed è un’altra sensazione.

E questa volta mi piace e basta.

Tutte le volte che capisco provo questa sensazione, che chiamo felicità.

Perché?

Ecco la risposta a tutti i perché: per essere felice e basta.

E il dolore?

È quando si sbaglia nella ricerca della felicità.

Quindi se ascolto le mie sensazioni, so se faccio bene o male.

E la sensazione mista?

È quando faccio qualcosa in parte bene ed in parte male.

Bene, ora che lo so, ricomincio da capo, e cerco solo ciò che mi dà felicità.

Niente da fare, non posso ricominciare da capo, perché ho già cominciato una volta.

Dopo aver scoperto come si fa a sapere se ogni cosa è giusta o sbagliata, ho scoperto che c’è un prima e un dopo; ho capito il tempo.

E poiché mi ricordo di aver cominciato ad essere cosciente, cosa c’era prima?

Niente, prima di me non c’era niente.

Dolore: sto sbagliando.

Sento il tempo passare anche mentre penso.

Allora il tempo passa anche se io non penso!

Non posso saperlo perché non riesco a smettere di pensare, ma so di aver cominciato: prima di me qui non c’era niente.

ECCO! Prima di me QUI non c’era niente.

Ma quant’è grande questo QUI?

Non lo so, ma so che ci sto soltanto io.

Lo riempio tutto?

SÌ.

Ma allora oltre a me c’è dell’altro.

Ho due impulsi.

Tutti e due mi danno una sensazione mista di felicità e dolore.

Il primo è di sentire fuori di me; se è bello sarò felice, se è brutto soffrirò.

Il secondo è di non farlo mai; se mi sono accorto di me, non c’è niente di più importante di me, perché rischiare di perdermi?

So quindi che entrambe hanno qualcosa di giusto e qualcosa di sbagliato.

Quale seguire?

La sensazione del primo impulso varia a seconda della percentuale di felicità che immagino di trovare; va dall’Ansia alla Paura.

Quella del secondo varia allo stesso modo della prima, ma con rapporto inverso; più immagino felice la prima, più sento dolore per la seconda.

E viceversa.

La seconda va dalla Stima alla Superbia.

Mi accorgo che sono interdipendenti.

Decido che, prima di sentire fuori di me, è meglio che conosca completamente cosa c’è dentro di me.

Felicità immensa.

Ho preso una decisione.

Ho scoperto di avere una volontà.

E mi accorgo di averla sempre avuta.

Capisco di ESSERE una volontà.

Felicità immensa, poi subito grande dolore.

Ho capito che per essere una volontà, si può anche sbagliare.

Come evitare quell’enorme dolore che è l’errore?

Ancora la stessa risposta.

Prima di sbagliare, analizzo tutte le possibilità che riesco ad immaginare.

E il sistema è sempre quello di analizzare le sensazioni.

Scopro che per fare in meno tempo, basta riuscire ad analizzare le più complesse.

Si tratta sempre di capire qual è la parte di felicità e da dove viene.

Trovo così che cosa è Bello e\o Giusto.

Faccio lo stesso per il dolore.

Capisco così che cosa è Brutto e\o Sbagliato.

Analizzo tutto ciò che mi viene in mente con questo sistema.

E adesso?

Il farlo mi è piaciuto immensamente.

Ora sono pronto a sentire cosa c’è fuori di me?

NO.

Ho ancora due impulsi, molto simili a quelli di quando ho sentito ciò che ho definito Esterno.

Funzionano esattamente allo stesso modo, ma c’è più felicità.

Perché?

Perché adesso so cosa posso trovare, e cosa fare nelle varie e possibili situazioni.

Ma perché c’è ancora del dolore?

Ho dimenticato qualcosa?

NO.

Ho sbagliato qualcosa?

NO.

Allora cos’è?

Mi accorgo di aver fatto tutte le stesse analisi precedenti.

Ma in meno tempo.

Allora analizzo le analisi.

GIUSTO.

Capisco che ho proceduto sempre nello stesso modo per ogni analisi.

Provo a pensare se ci sono altri modi di analizzare.

Dolore, più o meno grande a seconda del modo scelto.

Allora negli altri modi c’è sempre qualcosa di sbagliato.

Ma come sono simili!

Cerco allora il modo giusto di analizzare.

È sempre quello delle sensazioni.

Allora provo a rifare tutto come se fosse l’inizio.

Mi accorgo che usando l’analisi delle analisi ci metto meno tempo.

E giungo agli stessi risultati.

Ho capito l’Intelligenza.

E sono intelligenza.

Metto a confronto tutto ciò che ora conosco.

Mi accorgo che se non ascolto le emozioni, ma uso volontà e intelligenza, giungo agli stessi risultati che seguendo solo le emozioni.

E usando tutti questi sistemi comparati, posso arrivare ad ogni conclusione giusta in un tempo brevissimo.

Ora che so cosa sono tutte queste cose, da dove vengono, a cosa portano, e quali sono tutte le possibili ramificazioni, e le conseguenze cui ciascuna porta; ed ho deciso quali voglio seguire e perseguire, conoscendone il perché di tutte; e tenendo sempre presente i sistemi che mi possono riportare a conoscere, da qualsiasi situazione in cui posso trovarmi, tutto ciò che ho conosciuto finora; ORA mi sento pronto a sentire cosa c’è fuori di me.

E ora non ho più paura né superbia.

E mi accorgo di conoscermi.

È tutto questo che è dentro di me.

Io sono tutto ciò.

Mi estroverto.