Monika
Sosnowska
(Ryki, 1972)
Lavora
con
lo spazio
e l’architettura: le superfici sono il mezzo specifico della sua
attività.
Attraverso la trasformazione dello spazio fisico in spazio mentale,
l’artista interviene sulla realtà che ci circonda, la modifica,
gioca sulle percezioni dello spettatore.
Moltiplicando
le possibilità di ottenere dimensioni (che normalmente sono
predefinite), la Sosnowska rimodella il senso dell’orientamento,
elude il movimento logico all’interno di una stanza, riuscendo in
questo modo a creare confusione nelle sensazioni corporali e visive.
Di
conseguenza, le installazioni si trasformano in una realtà spaziale
che può essere percepita in modi molto differenti, sia a seconda
dell’osservatore, che del tempo, delle circostanze e del luogo in
cui si trova.
L’artista
gioca sui contrasti. Utilizza oggetti che fanno parte della
quotidianità, ma che si differenziano dagli oggetti comuni nel
momento in cui viene percepita l’esistenza di un divario tra realtà
vera e realtà distorta, riuscendo a
rendere lo spettatore incerto su quale delle due sta vivendo in
quel momento.Il
risultato è spesso un ironico commento sulla “specificità” e
i suoi confini, attraverso la re-articolazione dei suoi limiti
più ovvi, senza però soffermarsi su un particolare e definito
messaggio.
Solo
Shows
2001 |
"Laboratorium"
- CSW, Warsaw - " Little Alice”2000 |
|
Rijksakademie,
Amsterdam - "The additionalillumination” - “The
Non-existent Room in a part - |
1999 |
Rijksakademie,
Amsterdam
- "The shift" |
Group
shows
2003 |
Biennale
Venezia |
2002 |
Gwangju
Bienalle, Korea |
2001 |
1st
Biennale of Tirana, Albania |
|
"Galerie
du Jour", Paris "Il y a toujours quelqu’un qui veux
quelque chose" |
|
"Raster"
gallery, Warsaw. |
|
|
|