Basilica
di San Michele
Il santuario, del V secolo d.C., è sicuramente tra i
più celebri d'Europa. Seconda leggenda fu eretto per tre apparizioni
dell'Arcangelo. Il Santuario ha subìto nel corso dei secoli
numerosi rifacimenti. Il campanile fatto costruire da Carlo
I d'Angiò nel 1282 e di forma ottagonale ed alto 27 metri.
La facciata è in stile gotico, opera di mastro Simone da Monte
Sant'Angelo. Sull'arcata del portale destro del 1300 vi è
un'iscrizione latina che tradotta significa: "Quanto
è terribile questo luogo! Questa è la casa di Dio, questa
è la porta del Cielo!" Al suo interno si giunge scendendo
per la scala angioina lunga 86 gradini. Sulle pareti sono
allineate numerose nicchie. Passando da due porte si accede
al Santuario. Le porte, dono del console amalfitano Pantaleone
e provenienti da Costantinopoli nel 1076 sono in bronzo e
sono di un immenso valore artistico. Raffigurano scene della
Sacra Scrittura riferite a San Michele. La navata antistante
la grotta presenta sulla destra l'altare di San Francesco,
in stile barocco, del 1675. Sulla sinistra il coro ed a fianco
la Cappella della Croce: qui si conservano le reliquie di
San Fortunato, di San Lucido e di altri santi. Nella nicchia
vi è una statuetta raffigurante Lorenzo Maiorano e la lapide
di consacrazione dei sette altari. Una preziosa croce in argento
custodisce un pezzetto di legno della croce di Cristo, proveniente
dalla Terra Santa e donato da Federico II di Svevia. In fondo,
l'Altare del Santissimo, in stile barocco del '600, con le
statue di San Giuseppe, San Nicola da Bari e Sant'Antonio
da Padova.
La
grotta
Nella
grotta è riposta la statua dell'Arcangelo Michele e fu costruita
nel 1507 da Sansovino, custodita in un'urna d'argento e di
cristallo di Boemia. Sotto la statua dovrebbe esserci l'orma
del piede dell'Angelo. (Secondo una leggenda, la statua non
può essere rimossa, altrimenti il paese di Monte Sant'Angelo,
crollerebbe.) A sinistra la sedia episcopale in marmo dell'XI
secolo, opera del celebre scultore Acceptus, considerato da
molti come l'iniziatore dello stile romanico-pugliese. Sulla
sinistra dell'altare maggiore vi è quello della Madonna del
Suffragio, protetta da un baldacchino di marmo. Dietro, si
trova "il pozzetto", dove viene raccolta la "stilla"
d'acqua santa che cade dalla roccia. Le statue, numerose,
risalgono al XIII secolo, come anche l'altare di San Pietro.
Abbazia
di Pulsano
A pochi chilometri da Monte Sant'Angelo sorge l'antica
Abbazia di Santa Maria di Pulsano, situata su una roccia che
domina il Golfo di Manfredonia e il Tavoliere, offrendo un
panorama spettacolare. Andando verso la chiesa si passa da
due portali, uno finemente decorato e l'altro arcato. Le sue
origini sono incerte. Nel sec. XII San Giovanni da Matera
vi istituì l'ordine dei Frati Pulsanesi, che seguiva rigidamente
la regola dei Benedettini. La chiesa si conserva bene; l'interno
è ad una sola navata, l'abside è una grotta con la nicchia
che conservava le spoglie di San Giovanni da Matera. Sulla
parete destra sono allineate statuine di santi. Se si scende
lungo i pendii, si possono raggiungere le celle dei frati
pulsanesi che sono scavate nella roccia e che conservano affreschi
di pitture sacre.
San
Pietro
Risale al'XIII al IX secolo. La facciata del '600, il rosone
e la struttura absidale sono le uniche vestigia dell'antica
chiesa.
Chiesa di Santa Maria Maggiore
La chiesa è datata da alcuni storici intorno all'XI secolo
ed attribuiscono la costruzione all'arcivescovo Leone. La
facciata si presenta divisa in due parti tramite un cornicione
a mensola e nella zona superiore vi è un triforio, ed è racchiuso
un piccolo rosone. Il fabbricato fu sicuramente ristrutturato
verso la fine del XII secolo, come testimonia una iscrizione
sul portale datata 10 giugno 1198. Il sontuoso portale che
incornicia l'ingresso è sormontato da una lunetta, delineata
da una serie di archivolti e nel cui timpano è riportata la
rappresentazione della Vergine che regge tra le braccia il
Bambino Benedicente. Ai loro lati sono rappresentati due angeli
incensieri e due personaggi, che alcuni studiosi identificano
con Bonifacio, restauratore della chiesa, e con l'imperatore
Federico II o con l'imperatrice Costanza. La chiesa è a tre
navate le cui volte laterali sono a crociera e quella centrale
a vela. Le due prime campate hanno una volta a botte lunettata
(rifatta) e la terza è coperta da una cupola di epoca medioevale.
La zona presbiteriale risale a un intervento, riferibile forse,
al XVIII secolo, quando la chiesa subì ripetuti interventi
di restaurazione. All'interno, in origine, era interamente
affrescata: sulle pareti delle navate, sulle colonne e sugli
archi. Oggi vi sono solo delle tracce. I santi vescovi, l'Annunciazione
e l'Arcangelo Michele della parete destra evidenziano la tradizione
pittorica bizantina. Sempre sulla destra c'è un immagine di
San Francesco, forse, la più anticha di quelle conservate
in Puglia. I dipinti sulla parete sinistra sono di gusto gotico:
un Sant'Ippolito cavaliere, una Vergine col Bimbo in trono
fra due angeli, una Santa Felicita rappresentata con la schiera
dei sette figli. Sui pilastri vi è San Vito martire e santa
Elisabetta.
Tomba
di Rotari (Battistero di S. Giovanni)
Monumento del XII secolo, è incerta la sua origine (battistero,campanile
o sepolcro). Presenta una splendida conca battesimale e le
sculture raffiguranti la cattura di Gesù. Vi è un loculo attribuito,
come la leggenda narra, a Rotari re dei Longobardi e celebre
per l'Editto, anche se improbabile.
Chiesa
di San Francesco
Secondo antiche testimonianze locali, nel 1216 S. Francesco
d'Assisi si recò in pellegrinaggio al Santuario di S. Michele
in Monte S. Angelo e, scelse un luogo solitario nella parte
più bassa del paese per costruire un cosiddetto "luogo
per i frati", cioè una specie di convento fatto di capanne.
Questa località era chiamata "Valle dell'Inferno",
successivamente chiamata valle "Santo Oronzo". La
chiesa e il convento di San Francesco furono eretti per munificenza
della celebre Regina Giovanna I d'Angiò. In stile ogivale
all'inizio, i restauri e le trasformazioni successive finirono
col far perdere completamente i caratteri e le forme primitive.
Soltanto la facciata della chiesa presenta tuttora qualche
richiamo dell'aspetto antico, in particolare nelle arcate
del portale e nell'accenno all'antica finestra a ruota. La
chiesa si presenta ad una sola ampia e lunga navata in stile
neoclassico settecentesco con quattro nicchie laterali. A
destra dell'entrata è posto il sarcofago della Regina Giovanna
I con sovrastante lapide.
|