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"Una casa e quattro donne valsesiane"

documento n. 1 - Atto di compra-vendita del 21 febbraio 1793

 

Compra Pietro Giuseppe Demarchi della Mollia
dal Gioan Andrea Mazzia di Campertogno
per lire sessanta sei soldi tredici e denari quatro Piemonte.

L'anno del Signore mille settecento novanta tre ed alli vent'uno del mese di febrajo circa le ore venti tre d'Italia nel luogo di Campertogno e nella casa del Signor Carlo Sceti, avanti me Gioan Giacomo Verno Reggio Notajo del luogo della Riva di Pietre gemelle(1) ed alla presenza ivi delli Paolo Sceti figlio del vivente Carlo predetto e Gioanni Perraccio figlio del vivente Giuseppe, ambi nativi ed abitanti nel presente luogo di Campertogno; testimonj a me colle Parti cogniti idonei e sottos.i.

Ad ogn'uno sia manifesto che quivi ed avanti cui sovra personalmente costituito Gioan Andrea Mazzia fu Carlo Giuseppe(2) nativo ed abitante ai Tetti di questo luogo di Campertogno il quale liberamente e spontaneamente ed in ogni miglior modo, via e forma di ragione possibile per se suoi eredi e successori ha dato, venduto, ceduto e rimesso, come in vigor del presente publico Instromento, da, vende, cede e rimette al Pietro Giuseppe Demarchi figlio separato del vivente Gioanni Costantino, e da se stesso gerente di suoi negozi come quivi dichiara, e risultato comunemente e già da venti anni circa per capo di famiglia(3) nativo del Molino della Mollia, ed abitante presentemente in Camproso di questa Parrochia, qui presente stipullante ed accetante altresì per sé e suoi cioè:

Una pezza Prato situata sovra le fini di questa communità di Campertogno, territorio della Villa, denominato Sotto le Balme di Camproso in mappa sotto il numero due, a cui confinano a levante e notte il commune, a mezzo giorno il Signor capitano Gioan Giuseppe Gianoli, ed a ponente la strada publica, a corpo e non a misura tale quale si ritrova. Salve veriori coerenze quali non potranno pregiudicare al presente, franca, libera e sciolta detta pezza Prato da ogni peso d'ippoteca, servitù, cannone, fidecomjsso e da ogni altro, salvo dalle taglie imponende da questa communità con tutti gli onori, usi, requisizioni, ingressi e regressi soliti e consueti, ed ogni altra cosa a quanto sovra appartenente. Di quali ragioni spogliandosi detto Mazzia ne ha investito ed investe l'aquisitore colla piena clausola ad aver, tener e posseder abdicativa e translativa del dominio e possesso, con promessa della debita e legittima evizione, perpetua diffesa e manutenzione a pena de' danni e spese in giudizio e fuori.

Qual vendita detto venditore ha fatta e fa mediante la totale somma di lire sessanta sei soldi tredici e denari quatro di Piemonte quale somma cioé lire venti sono state quivi dall'accompratore effetivamente pagate al venditore in buona moneta corrente, ed a questo rittirata alla presenza e vista di me Notajo e testimonj sottoscritti e finalmente le altre lire quaranta sei, soldi tredici e denari quatro Piemonte, compimento del predetto prezzo lo stesso accompratore per se suoi eredi e sucessori, e colle rinuncie anche ove d'uopo al Beneficio del Senato consulto macedoniano ed a qualunque altro ad esso competente, cerziorato della forza di esse rinuncie da me Notajo sottoscritto si obbliga e si sottomette alli modo e forma de Debitori fiscali e camerali pagare al Venditore cioé lire tredici, soldi sei e denari quatro fra tutto il corrente mese, ed il restante fra un'anno prossimo venturo, senza interesse detto termine pendente, ogni opposizione ed eccezione cessante ciò stante si sono le avanti nominate Parti quittate e quittono di quittanza in forma di ragione(4).

Tutto quanto sovra hanno dette Parti promesso e promettono attendere ed osservare sott'obbligo e costituto possessorio de vis pretavi loro beni presenti e futuri in forma fiscale e camerale. Del che richiesto ne ho ricevuto il presente, in pié del quale precedente la debita publicazione si sono tutti sottoscritti e per l'insinuazione e dritto di visita soldi quattordici e denari quatro Piemonte pagati.

All'originale Gio Andrea Mazzia - Pietro Giuseppe Demarchi - Paolo Sceti testimonio - Gioan Peraccio testio.

La presente minuta scritta di mio carattere contiene fogli tre in pagine sei quarta inclusa, manualmente

Gioan Giacomo Verno Notaio

Il presente instromento richiesto ho ricevuto e di carattere del Sig. Giacomo Antonio Gabbio fatto levare dall'originale minuta con cui debitamente collazionato lo ritrovai concorde. Supinnato prima alla Tappa di Varallo li dieci aprile mille settecento novantatre.

(seguiva la nota di trascrizione)

***

1 - La località di Riva di Pietre Gemelle ha successivamente assunto il nome, tuttora in uso, di Riva Valdobbia. (ritorna al testo)

2 - Dai documenti non sono emersi legami di stretta parentela con Maria Domenica Mazzia, moglie di Pietro Giuseppe De Marchi. D'altro canto il cognome Mazzia è tuttora alquanto comune nella media ed alta Valsesia, così come sono comuni i cognomi De Marchi, Mattasoglio, Sceti, Guala, Badarello, Belli, ecc. (ritorna al testo)

3 - Se si conferma quale anno di nascita il 1750, al momento della stipula dell'atto Pietro De Marchi aveva 43 anni e dall'età di 23 anni viveva ormai separato dal padre. (ritorna al testo)

4 - La transazione è quindi avvenuta per l'importo di lire 66, soldi 13 e denari 4. Il pagamento è stato effettuato per la metà in contanti (lire 20.0.0 all'atto del rogito e lire 13.6.4 entro pochi giorni) e per la rimanente metà (lire 33.7.0) con un impegno ad un anno, senza interessi. Il costo dell'atto notarile e delle relative imposte (per "insinuazione e dritto di visita" ) è stato di lire 0.14.4. (ritorna al testo)

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