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"Una casa e quattro donne valsesiane"

documento n. 7 - Atto di compra-vendita del 28 aprile 1808

 

Regno d'Italia

Napoleone per la Grazia di Dio e per le constituzioni

Imperatore de' Franchi e Re d'Italia, a tutti i presenti e futuri salute.

 

L'anno dell'era volgare mille ottocento otto, giorno di giovedì ventiotto del mese di aprile. 28. aprile 1808.

Essendo Re d'Italia Napoleone il Grande

Vendita della Congregazione di Carità di Varallo, a favore di Maria Domenica Mazia, vedova Demarchi, per L. 900. di Milano d'Italia L. 690.76.7.(1)

ad'ognuno sia manifesto, che lo spedale civico di Varallo, possiede nelle Quare di Campertogno, ed in campo roso, diversi pezzi di stabili, senza che gli sia mai convenuta la ritenzione di essi per il poco, ed incerto reddito che sin qui produssero,

che sia comparsa avanti la congregazione di carità locale la Maria Domenica, figlia del fu Franco Mazia, e vedova lasciata dal Pietro Giuseppe Demarchi(2), nativa e domiciliata nella Comune di Campertogno, la quale siasi offerta di farne l'acquisto, mediante il prezzo di lire ottocento di Milano 800, facienti d'Italia lire seicento quattordici, centesimi uno, e millesimi tre L. 614.01.3. pagabili fra il termine di otto anni 8, colla corrispondenza dei loro legali interessi, e sigurtà nella persona del S.r Sacerdote Pietro Bello,

che esaminata sotto tutti i rapporti tale offerta sia stata accettata dalla Congregazione di Carità, perchè appunto riconosciuta uttile, e proficua al luogo Pio, cosicché per non perdere la favorevole occasione che si gli presenta, giacché inutili riuscirono tutti gli esperimenti fattisi prima d'ora per ritrovare un acquirente di d.i beni, siasi perciò disposto di passarne la vendita a favore di d.a Vedova Demarchi, sotto la speciale riserva dell'approvazione di Sua Eccellenza il S.r Ministro dell'Interno.

Al cui fine ne succede d'essersi personalmente constituiti avanti me pubblico notaio Girolamo Bevilaqua domiciliato in Varallo, li S.ri amministratori della Carità locale di Varallo Penitenziere Pietro Comola del fu S.r Giuseppe nativo d'Isolella, Giovanni Pietro Selletti del fu S.r Giuseppe, Dottor Giuseppe Gallizia del fu S.r Giovanni, Gaspare Arienta del fu S.r Domenico, Giacomo Perona del fu S.r Carlo, e Giuseppe Antonio Frigiolino del fu S.r Gio. Battista, tutti cinque nativi della Comune di Varallo, ed ivi tutti sei domiciliati 6, li quali nella premessa loro qualità, vendono ed alienano a favore di d.a Maria Domenica Mazia, vedova Demarchi qui parsa e vuoi presente, stipulante, ed accettante, gl'infrascritti beni a corpo, e non a misura tali quali sono, e si trovano, e conforme sono stati sin qui tenuti, e posseduti dallo spedale, situati nel luogo delle Quare di Campertogno, ed in campo roso sotto le sue più veridiche coerenze, che sono, campo continuo detto alla moglia, altro campo dove si dice osella verzura, altro campo dietro l'oratorio di San Pietro; Prato nella regione delle Ghiare coerenti Carlo, e Giacomo fu Paolo Badarello, ed il fiume Sesia; Prato Gerbido alle grasume o piano nelle pezze; Prato, e Gerbido in campo roso dove si dice ai Campelli; ed un 1 altro prato e Gerbido pure in campo roso sotto riva, comprensivamente al prato nel luogo delle quare detto al vittone, sotto le sue notorie coerenze; e con essi beni tutte le loro ragioni, ed azioni, reali, e personali, uttili, e dirette, competenti, e da compettersi allo spedale, di cui spogliandolo gli anzid.i Ss.i amministratori ne investono l'acquisitrice coll'intervento di tutte le clausole più necessarie, ed opportune, e colla promessa della debita evizione per il fatto proprio dello spedale, e non altrimenti.

La qual vendita, comprensivamente al prato al vittone, si fa mediante il patuito prezzo di lire novecento 900 di Milano, danti d'Italia lire seicento novanta settantasei centesimi, e millesimi sette L. 690.76.7. le quali l'acquisitrice Maria Domenica, per sé, suoi eredi, e successioni promette, e si obbliga di pagare alla Rev.a Congregazione di Carità, e per essa al di lei S.r Tesoriere fra il termine di anni otto 8. oggi prinzipiandi, in tante buone valute al Corso della Reggia tariffa, escluso ogni surrogato, mediante fratanto la corrispendenza degl'annui legali loro interessi del cinque 5. percento, cessante ogni opposizione, ed eccezione in contrario.

E per maggior cautela del Civico Spedale, l'acquisitrice presta in di lei solidario fidejussiore il Sacerdote Signor Pietro Bello del fu Maurizio, nativo e domiciliato nella Comune di Mollia, qui per sè, e suoi presente, cavente, fidejubante, e se principal osservatore di quanto sovra constituente, colla rinuncia che fa a tutti i beneficj dalla legge accordati a favore dei fidejussori, e specialmente a quello di voler escusso il principal debitore pria del Sigurtà, mediante l'anticipazione delle spese, informato, e cerziorato da me notaio, della forza, ed importanza di tali clausole, e rinuncie.

Promettendo peraltro la Maria Domenica Mazia di tenerlo rillevato dal peso della sovra prestata fidejussione, e così da tutti li danni, e spese che patir potesse in ogni contrario evento.

Le parti da me pienamente conosciute promettono di quanto sopra attendere, ed osservare, sott'obbligo della rispettiva persona, e beni, propri dell'ospedale quanto ai sud.i Ss.i amministratori, e dei suoi rispetto all'acquisitrice, ed al S.r Sigurtà, e dichiarano di essere state avvertite da me notaio della differenza del raguaglio tra la lira di Milano, e quella d'Italia.

Questo instromento, scritto sotto il mio dettame dal S.r Pietro Demarchi(3), qui domiciliato, persona di mia confidenza, è stato fatto, e celebrato nella Comune di Varallo, Dipartumento dell'Agogna, nella sala delle adunanze dei Ss.i amministratori dello Spedale, posta al piano terreno, alla presenza e coll'assistenza dei Ss.i Carlo Regaldi fu S.r Giacomo, e Carlo Anselmo Selletti del fu Giovanni, amendue domiciliati in Varallo, testimonj nazionali, noti, richiesti, aventi tutti i requisiti voluti dalla legge, e sottoscritti meco, e colle parti, che prima furono da cerziorate dell'importanza delle clausole inerenti a questo contratto, alla riserva dell'acquisitrice Mazia, la quale dietro l'interpellanza da me fattale, se sapesse, potesse, o non scrivere, rispose di essere affatto illetterata per cui fece il di lei segno di croce.

Il presente instromento, è stato da me letto, e pubblicato alle S.e parti, e testimonj, a chiara, ed intelligibile voce.

All'originale segno di croce di Maria Domenica Mazia illetterata = Gio. Pietro Selletti = Penitenziere Pietro Comola = Giuseppe Gallizia amministratore = Gaspare Arienta amm.re = Gius.pe Antonio Frigiolini amm.re = Giacomo Perona amm.re = Prete Pietro Belli Sigurtà = Carlo Regaldi testimonio = Carlo Anselmo Selletti testimonio.

Girolamo Bevilaqua notaio.

Varallo li 5. maggio mille ottocento otto.

Registrato in libro del Registro, della sezione prima a foglio 177. N° 443., e pagato il dritto in lire ventidue, e novantotto centesimi, come da bolletta N° 31 del giorno d'oggi. In fede

Sottoscritto Cusa ufficiale.

Comandiamo, ed ordiniamo a qualunque dei nostri Uscieri richiesti di dar esecuzione al presente atto, a tutti i nostri comandanti, ed ufficiali della forza pubblica, di prestare mano forte, venendone legalmente richiesti, ed ai nostri Regi Procuratori presso le Corti, ed i Tribunali, di coadjuvare l'operazione.

(seguono altre note di trascrizione)

***

1 - Il rapporto fra la lira "di Milano" e quella "d'Italia" era quindi pari a 1:1,30. (ritorna al testo)

2 - Maria Domenica era rimasta vedova quattro anni prima, con quattro figli ancora minorenni. Nonostante tutto ciò, e forse con il consiglio di Don Belli, è riuscita ad aumentare il patrimonio di terreni della famiglia. (ritorna al testo)

3 - Si tratta, evidentemente di una omonimia, in quanto Pietro De Marchi, marito di Maria Domenica, era già deceduto da quattro anni. (ritorna al testo)

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