Messner, ha dichiarato che lo Yeti esiste, sulle cime dell'Himalaya. Il noto scalatore aveva avuto il primo incontro ravvicinato con un essere peloso alto quasi 2 metri, nell'Ottobre del 1986, ed il suo caso non era stato certamente unico. Secondo una casistica, ben 23 su 30 alpinisti hanno incontrato lo Yeti, e le descrizioni di tutti coincidono. L'abominevole uomo delle nevi, dunque, potrebbe esistere realmente, se si presta fede alle centinaia di testimonianze e narrazioni che provengono dalla Cina, al Caucaso alla Mongolia, al Tibet. In queste regioni, fin dalle prime esplorazioni europee, gli alpinisti occidentali hanno raccolto numerose testimonianze su enormi creature scimmiesche, chiamate dagli Indigeni Metch-Kang-Mi, ripugnanti uomini delle nevi. Caratterizzato da un terribile odore di selvatico, lo Yeti viene descritto come un enorme scimmione dall'andatura eretta, pur se leggermente chinata in avanti; il corpo è coperto da un pelo bruno rossastro negli individui segnalati nel Caucaso, scuro negli esemplari canadesi (ribattezzati Bigfoot o Piedoni), e bianco mimetico in quelli himalayani. Più umano che animalesco, avrebbe degli arti leggermente lunghi dei nostri, le gambe corte e massicce, il viso sporgente, senza mento e con le volte orbitali pronunciate. non sarebbe in grado di parlare, ma solo di grugnire. E avrebbe almeno nei casi canadesi, delle estremità inferiori sproporzionalmente lunghe, fra i 30 e i 46 Cm.

Esisterebbero poi delle notevoli differenze fra specie e specie. Lo Yeti del Caucaso, chiamato Almasty, sarebbe più basso dell'uomo, il Bigfoot misurerebbe 250 Cm, lo Yeti Himalayano 300 Cm. Di quest'ultimo si conosce anche una versione femminile, ribattezzata Meti, una creatura di taglia e statura minore, vista per la prima volta da un nepalese della spedizione di Tom Slick nel 1951. I primi racconti dello Yeti cominciarono a circolare in Europa nel 1832 anno in cui l'esploratore B. H. Hodgson descrisse come i suoi portatori nepalesi ne fossero terrorizzati. Ma la grande popolarità l'abominevole la riscosse  dopo il 22 Settembre 1921 quando la popolarità dello Yeti fece il giro del mondo. In quella fatidica giornata, a Lhapka La, a 6812 metri sull'Himalaya, la spedizione dell'inglese Howard-Bury trovò accanto al proprio accampamento una serie di impronte gigantesche davanti alle quali i portatori indigeni si gettarono in ginocchio pronunciando con terrore la parola Metch-Kang-Mi. Dell'abominevole uomo dellle nevi si sarebbe in seguito parlato moltissimo. Charle Bruce, capo di una spedizione britannica sul Chomolungma, ricevette dal lama del monastero  di Rong Buk l'assicurazione che ben 5 Yeti vivevano in libertà  da quelle parti. Nel 1925  il signor L. H. Hoff ne avrebbe incrociato uno in una zona boscosa del Terai, durante una battuta di caccia. In quello stesso anno l'inglese N. Tombazi, ne avvistava uno sul valico himalayano dello Zemu gap, intento a cibarsi di bacche di rododendro. Perfino il celebre Edmund Hillary, che per primo raggiunse la cima dell'Everest, si confrontò con l'esistenza dello Yeti. Nel 1953 il nepalese Khumbo Chumi gli mostrò la mano scheletrica e lo scalpo di uno Yeti, custoditi nel monastero di Kumbu (ma successivamente le analisi dimostrarono che lo scalpo era stato effettuato su pelle di Pecora). Anche l'italiana milanese Elena Bordogni, dichiarò che: “…E' stato in Nepal, nel 1980. Mi trovavo sul Passo Tashilaphtza, valle di Kumbu, a 5000 metri di altitudine sull'Everest, e stavo marciando a tappe forzate per giungere in cima alla montagna, quando io e i miei colleghi abbiamo notato una fila di impronte sulla neve. Erano gigantesche e si dirigevano verso un crepaccio. Sono sicura fossero le orme dello Yeti, non potevano appartenere a nessun altro, noi eravamo i primi a mettere piede  nella zona. Quando le autorità nepalesi avevano riaperto il Passo, chiuso per 3 anni dopo che l'ultima spedizione era perita tragicamente…”. A caccia dello Yeti, dopo le prime segnalazioni occasionali, si sono gettati decine di esploratori. Nel 1993, una spedizione guidata dall'inglese Julian Freeman, uno dei più esperti alpinisti del mondo, sul ghiacciaio di Alexandrov in Mongolia ha avuto scarsa fortuna: verso le 4 del mattino, io e i miei compagni abbiamo avvertito, da dentro la tenda, una strana presenza. Qualcuno si stava aggirando per il nostro campo base. Quando siamo usciti abbiamo visto nettamente delle grosse impronte  fresche sulla neve. Erano orme di piedi molto grandi, e dalla loro profondità dovevano essere state lasciate da qualcosa di molto pesante. Im particolare mostravano 3 dita molto grosse e sembravano appartenere ad un essere bipede trascinando un braccio.

il biennio '88-'89, sarebbe stato particolarmente propizio per la caccia allo Yeti. nell'Agosto del 1988 la spedizione sovietica  dell'esploratrice Bykova, ne avrebbe avvistato uno a Tjumen, nella taiga siberiana: “…Eravamo partiti per vedere cosa c'era di vero dietro alle storie, e per questo ci eravamo appostati vicino ad una capanna di cacciatori. Una notte, all'improvviso, abbiamo visto una figura un pò gobba che camminava su 2 gambe. Lo Yeti si comportava in modo strano, compiva balzi, si lasciava cadere a terra, raccoglieva qualcosa, se lo metteva in bocca e masticava. Evidentemente lo abbiamo colto mentre dava la caccia a ragni e lucertole. Lo abbiamo osservato per un'ora poi è sparito nella taiga…”. In quello stesso periodo giunsero altre segnalazioni, sia da parte di esploratori, sia da testimoni occasionali. Il caso più clamoroso si è verificato il 21 Settembre del 1989 nella regione di Suratov, lungo il corso del Volga. Quella sera 4 giovani guardiani di un frutteto notarono una strana figura aggirarsi furtivamente tra gli alberi. Lasciandosi temerariamente all'inseguimento, uno dei guardiani, pugile dilettante si gettò addosso al ladro atterrandolo. “In quel momento sono trasalito” - raccontò in seguito il testimone – “quello che credevo un essere umano era in realtà un mostro coperto completamente di peli, era vagamente umano, ma aveva il viso, secondo i nostri canoni, molto brutto. La bocca era coperta e i denti erano gialli, mi ha afferrato per le braccia e mi ha sollevato come un fruscello. Temevo volesse mordermi ed invece è rimasto in silenzio a guardarmi. In quel mentre, giunti di corsa, arrivarono altri 3 guardiani, che superato i primo attimo di smarrimento, su buttarono sull'essere tempestandolo di calci e pugni e tramortendolo con una legnata in testa”. Dopodichè lo legarono e lo chiusero nel bagagliaio della macchina. Non sapevamo che cosa fare - ha dichiarato uno dei tre guardiani - (Komsomolskaja Pravda), “alla fine siamo andati alla Polizia, ma non c'era nessuno, allora abbiamo chiesto ad un nostro amico che ha un grande frigorifero per la frutta di rinchiudervelo dentro. Ma lui si è rifiutato. Perciò siamo tornati alla macchina per chiudere a chiavi il bagaiaio, ed è stato come se l'ominide stesse aspettando solo questo. In un attimo ha spalancato il bagaiaio con tutta la sua forza ed è balzato a terra. Le sue mani erano libere. Ha lanciato una veloce occhiata in giro ed è fuggito tra gli alberi… Non è stato più possibile riprenderlo”. Nell'Autunno dello stesso anno il biologo cinese Liu Minzhuang, di ritorno da una spedizione  della regione di Hubei, ha mostrato ben 2000 calchi di impronte di 48 Cm, dotate di un robusto unghione sulla parte esterna: Ho raccolto la testimonianza di 200 persone che dicono di aver incontrato gli uomini scimmia, e ho saputo di un bambino scimmia nato tra l'unione di uno di questi esseri con una donna cinese. e' stato nel 1939, nel Sichuan. Il bambino, che si chiamava Tu Yun-bau, è morto nel 1960 a 21 anni, ma la sua foto è stata divulgata da molti giornali. Era umano solo in parte ed era coperto di una forte peluria. Agli scettici Mizhuang mostra altre prove inconfutabili, come la foto di 2 mani e di 2 piedi di uno Yeti, appesi come trofeo davanti al municipio di Zhejang. Infine ho analizzato decine di peli che non appartengono alla razza umana e che, a detta delle popolazioni locali, sono stati lasciati dal "popolo dei capelli rossi". Diversi scienziati cinesi sembrano convinti dell'esistenza  dello Yeti. Nonostante il fatto che molte spedizioni, come quella che ha setacciato le regioni centrali di Shennongjija nell'estate del 1995, siamo tornate a mani vuote. A Canton, 10 anni prima è stata perfino allestita una mostra nel Palazzo della Cultura, sponsorizzata dalla "Società per lo studio dell'Uomo selvaggio", un'associazione istituita nel 1981 da un ex funzionario della propaganda comunista.

 Ancora Yeti

Erano le 16:30 e Barry kogan, prende velocemente la macchina fotografica, in quanto aveva osservato qualcosa di assolutamente incredibile, una creatura alta circa 2 metri con pelo scuro, ferma al margine della foresta, 5 o 6 persone, si girarono per vederla, e questa allora, prese a muoversi verso la foresta per rientrare nella vegetazione. La inseguirono, e si avvicinarono a lei a circa 15 metri, sembrava essere inciampata, scatto una seconda foto. Raggiunto il punto dove la creatura sembrava essere scomparsa, questa non c'era più, e non si sentiva nessun rumore. Tornati in dietro, il signor Parry si diresse alla centrale del presidio del parco di Hecksher, a denunciare quanto accaduto, e informò la Polizia i quali stirano il primo ed unico rapporto ufficiale dell'avvistamento di un Bigfoot, nella zona di Long Island, testimone ufficiale Chris C. Valicenti, il 06/10/1990.

Yeti… e ufologia

Sullo Yeti è stato scritto e detto tutto, l'ufologo americano Brad Steiger ha asserito che la mostruosa creatura altro non sia che un extraterrestre "Umanoide formato Gomma", mandato sulla terra per raccogliere campioni e svolgere lavori di fatica per conto dei Grigi. In diverse occasioni, specie in Sudamerica, degli Yeti, (anche di minuscole dimensioni in un celebre avvistamento-rapimento accaduto a Caracas nel 1954) sarebbero usciti da dischi volati. Tuttavia l'esistenza dell'essere peloso e di tutti i suoi cugini è ben lungi dall'essere accettata dalla scienza ufficiale. Nel 1984 il prof. Vladimir Ranov, della Società Geofisica Sovietica, ha dichiarato pubblicamente che l'uomo delle nevi è da considerarsi frutto di fantasia. Sulla stessa posizione l'antropologo americano Frank Poirier. In effetti quello che dice Steiger potrebbe essere vero, del resto anche noi mandiamo robot su altri pianeti per scopi di ricerca, certo è che queste creature sono molto dissimili dai robot inoltre quello che pensa Poirier, e solo una sua opinione, certo è che qualcosa di inquietante accade durante certi avvistamenti U.F.O. Anche oggi infatti molti testimoni di oggetti volanti parlano di essere stati avvicinati da creature sconosciute che sarebbero uscite proprio dagli strani oggetti volanti.

 

Al fine di farvi rendere conto di quanto sia importante questo fenomeno, ho preso in considerazione come prova dei casi accaduti in un anno in cui ci furono molti avvistamenti del genere in America, il 1965. In quell’anno molti avvistamenti si ripeterono senza sosta, e benché siano passati molti anni da allora, una concentrazione così grande di avvistamenti riguardanti extraterrestri scimmieschi non si è mai più avuta.

 

Descrizione degli occupanti degli U.F.O.  nell'America Meridionale (1965)

 

 

Descrizione                                                  casi

 

Giganti…                                                         6

Uomini alti…                                                    9

Uomini di statura normale o media…                 5

Uomini piccoli…                                              10

Uomini minuscoli (meno di 90 Cm)…                12

Gnomi pelosi e bellicosi…                                5

Esseri verdastri (pelle verde-luci verdi)…            3

Giganti pelosi…                                               1

 

Gli stessi esseri venivano descritti come dotati di luminosità verdastra degli occhi più o meno intensa, mentre a volte gli occhi sembravano possedere una luminosità rossastra. In effetti gli avvistamenti catalogati dell’epoca parlano di testimoni estremamente attendibili ma è lo stesso  difficile credere a questi racconti. Ci sarebbe anche un’altra teoria, che confermerebbe sia l’esistenza degli Yeti sulla terra come esseri scimmieschi e natii di questo pianeta, come altri animali sconosciuti, sia la venuta stessa degli extraterrestri scimmieschi. Insomma ci troveremmo di fronte a due fenomeni diversi.

 

UOMINI SCIMMIA

Caratteristiche degli esseri avvistati

 

Suoni:                                                                                 Casi

 

Come urlo di donna…                                                               6

Urlo sibilante…                                                                        1

Pianto di bambino…                                                                1

Gorgoglio e/o borbottio…                                                          2

Azioni fisighe:                                                                     Casi

 

Dimostra straordinaria agilità, spicca grandi balzi…                   5

Passa dalla posizione retta a quella di quadrupede…                  1

Apparizione accompagnata da odore sgradevole…                      5

Benché non si possa in questa sede confermare ne l’una ne l’altra teoria, si deve tener conto comunque dei fatti accaduti. come spiegare queste testimonianze?

  Cataldi Daniele

 

 

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