...Viaggio tra mito e realtà...  ...Viaggio tra mito e realtà...

 

 

 

 

 

 

 

 

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Campi Flegrei

 

zona flegrea

 

fuorigrotta n. 1

 

fuorigrotta n. 2

 

San Vitale

 

 

 

 

 

Fuorigrotta

 

e

 

I Campi Flegrei

 

 

 

" Viaggio mitico " tra biografia e storia, descritto  da

Gennaro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indice:

 

Ø      Baia

Ø      Pozzuoli

Ø      Cuma

Ø      Bacoli

Ø      Miseno

Ø      Fusaro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fuorigrotta

 

 

Perché iniziare da Fuorigrotta ? almeno per tre motivi: il primo perché è il quartiere dove sono nato ed ho vissuto per tutta la mia permanenza a Napoli; il secondo perché è una delle zone di Napoli più ricche di storia antica; e terzo perché è la terra dove è più incisivo il ricordo del soggiorno del poeta Giacomo Leopardi, a me caro.

        Fuorigrotta è a nord di Napoli, sulla strada che porta a Pozzuoli e quindi a Roma. Per questo è segnata dalle vestigia dell'antica Roma.

        Durante i lavori di sterro per l'edificazione della Mostra d'Oltremare vennero alla luce una gran quantità di reperti archeologici, tra cui il " villaggio del Marcianum " ove fu sepolto San Gennaro, i cui resti furono successivamente portati alla catacomba che porta il suo nome.

        Nei pressi della scuola media Silio Italico si erge una stele ormai quasi del tutto illeggibile, risalente al 1789 e fatta erigere dal Tribunale della generale salute. Non è chiara la destinazione di quel luogo; sulla stele vi si legge che i carri e le bestie dovevano fermarsi, non si sa se fosse una sorta di dogana o un posto sanitario.

        A Fuorigrotta v'era un gioiello, una antica chiesa che sia per i tesori d'arte, sia per la storia di cui le sue pietre erano custodi era l'orgoglio dei fuorigrottesi: la chiesa di San Vitale, alla gente del luogo bastava indicarla coma " la chiesa ". Originaria del XIV secolo, fu abbattuta perché venne a trovarsi sul tracciato di un nuovo e grande viale che dritto doveva portare alla Mostra d'Oltremare. Il dolore per la sua distruzione fu grande, sia perché troppo cara ai fuorigrottesi, sia perché lì erano custodite le spoglie del poeta Giacomo Leopardi, i cui resti furono traslati al Parco Virgiliano e collocati nei pressi della tomba di Virgilio. Numerose le personalità della cultura che accompagnarono il corteo, tra queste lo scrittore Giovanni Papini. Ai fuorigrottesi resta il merito di avere amato il poeta e di averne gelosamente custodito i resti; molte delle strade di Fuorigrotta portano il nome di una poesia del poeta.

Ma a Fuorigrotta c'era e c'è un'altra istituzione, indicata  per antonomasia:  " la scuola ". E' un complesso scolastico elementare e non a caso il nome è " Giacomo Leopardi ". Fu una scuola costruita e regolata sui modelli europei più moderni e all'avanguardia per quegli anni: nel 1928 disponeva di 40 aule spaziose e luminose, con annessi l'ambulatorio medico, le sale per la terapia, le palestre, la biblioteca (ricca di libri), l'aula di scienze, il refettorio, la cucina, il cinema. Essa era all'epoca la scuola pilota di Napoli. A dare il maggiore contributo allo splendore della scuola, fino a portarla a scuola modello fu il compianto direttore Alessandro Lala, la cui famiglia contribuì notevolmente all'arricchimento della biblioteca scolastica lasciando alla sua morte gran parte dei libri.

Viaggio nei Campi Flegrei

 

Nell'immaginario storico, Campi Flegrei è mito. Il nome « phlegràios = ardenti » fu dato dal vate Virgilio. Terra di  vulcani; la leggenda domina da grande e ben fa il paio con la storia. L'una e l'altra coesistono in un armonioso e perenne intreccio. Terra di esplosioni che generarono Agnano, Baia, il lago d'Averno, Monte Nuovo, e poi Cuma, la prima colonia della Magna Grecia, Pozzuoli " Puteoli " (piccoli pozzi) la più importante città commerciale di Roma, Miseno il primo porto militare dell'Impero, Baia residenza dell'Imperatore, il lago d'Averno ingresso dell'Ade dove Enea incontrò lo spirito del padre Anchise, Quarto (al quarto miglio della via Campana) la più importante arteria tra Pozzuoli e Capua.

La regione, si estende in un arco lungo il golfo di Pozzuoli da Capo Posillipo a Capo Miseno. Il paesaggio ispirò Omero e Virgilio che su questi luoghi basarono i miti dell'oracolo « Sibilla di Cuma » (Odissea) e del regno dei morti (Eneide). Mi piace presentare questi luoghi come " Littoria hospita mundi " (Stazio), aprendo le porte sulla vista di un incomparabile paesaggio con grandiosi monumenti archeologici e con posti che inevitabilmente susciteranno nel visitatore incanto e sacra atmosfera.

Iniziamo il viaggio da…

Ø    Baia

" Nullus in orbe sinus Bais praelucet amoenis ", così la celebra Orazio.

C'è a Baia il castello Aragonese, edificato sul finire del XV secolo da Alfonso d'Aragona per difendere il golfo di Pozzuoli dalle incursioni dei Mori. Il castello fu fortificato e ampliato dal viceré don Pedro di Toledo. Si crede che fu eretto sulle rovine di una grande villa, forse di Cesare, dal racconto di Tacito.

Poi ci sono le Terme di epoca augustea, si estendono per circa 450 metri. Le acque terapeutiche sorgevano dal sottosuolo vulcanico. Si dividono in quattro terme principali: del tempio di Diana, del tempio di Mercurio, della piscina di Sosandra, risalente al II-I sec. a. C., e del tempio di Venere.

Ø    Pozzuoli

Era il mercato di Cuma, divenne ricca e forte sotto il dominio di Roma nel 338 a.C.. Assimilò i segni della cristianità, è storicamente accertata la permanenza di san Paolo che nel 61 vi trovò già una comunità cristiana.

A Pozzuoli resta il maestoso Anfiteatro Flavio, una delle più grandi arene edificato sotto l'Imperatore Vespasiano. Alto 149 metri è per grandezza il terzo in Italia, dopo il Colosseo e l'Anfiteatro di Capua.

Poi il tempio di Serapide, il " Macellum ", è il termometro del bradisismo. Le sue colonne portano i segni chiari dell'innalzamento e abbassamento della terra. Infine la leggenda della Grotta della Sibilla. Fatta costruire da Agrippina nel 37 a. C. è una galleria scavata sotto il monte Grillo per collegare il porto e i cantieri sull'Averno. La leggenda colloca qui la residenza della Sibilla Cumana.

Nei pressi della Solfatara si incontra la chiesa di S. Gennaro, sul luogo dove il 19 settembre del 305 furono decapitati Gennaro, Sossio, Procolo, Eutichete, Acuzie,, Festo, e Desiderio. Secondo la tradizione in questa chiesa si conserva la pietra dove furono decapitati i martiri. Il 19 settembre si aspetta il miracolo dell'arrossamento della pietra in contemporanea con quello dello scioglimento del sangue nel Duomo di Napoli.

Ø    Cuma

Fu la culla della civiltà greca, fondata dai Calcidesi nel 730 a. C.. Si celebravano il culto di Apollo, Hera, Demetra, Dioniso; da qui i Cumani si mossero per fondare Parthenope (Napoli) e Dicearchia (Pozzuoli). Notevoli i templi dedicati a d Apollo e a Giove, di suggestivo fascino l'antro della Sibilla.

Ø    Bacoli

Qui si ammira la più importante cisterna romana mai portata alla luce: la grandiosa Piscina Mirabile. Fu costruita in epoca augustea sulla collina prospiciente il porto di Miseno. Capace di raccogliere 12.000 metri cubi d'acqua, raccolti in un'area di 70 metri per 25, alta 15 metri. La sua forma fa pensare ad una immensa cattedrale che si pone tra i monumenti più suggestivi della zona flegrea. Da non perdere la Tomba di Agrippina, chiamata così, ma in realtà era un teatro-ninfeo, a pochi metri dalla Marina Grande. Secondo la tradizione conservava il mausoleo funebre di Agrippina uccisa nel 59 d.C. per mano di sicari del figlio l'mperatore Nerone.

Ø    Miseno

A Miseno si ammira il maestoso monumento del Sacello degli augustali. Il Sacello era dedicato al culto degli imperatori.

Ø    Fusaro

Vi si ammira il gioiello dell'architettura settecentesca, la Casina Vanvitelliana. Costruita nel mezzo del lago del Fusaro, l'antica Palus Acherusia fu voluta da Ferdinando IV di Borbone. A progettarla fu Carlo Vanvitelli nel 1782.

 

 

¦ domenica 24 giugno 2001

 

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