Le nostre proposte

v    Fonte Colombo (Rieti)

v    Viaggio nella Ciociaria

v    San Leo (Pesaro)

v    Pitigliano (GR)

 

Per chi è " assetato " di curiosità e aneddoti o vuole  ulteriori informazioni o suggerirci nuovi spunti per itinerari  può scriverci…

 

 

 

L'incanto di…

Fonte Colombo 

 

 


Il Santuario di Fonte Colombo, fuori dagli itinerari abitualmente percorsi dai turisti se non da quelli che amano visitare i luoghi di San Francesco, può essere la meta di un suggestivo fine settimana. Si raggiunge prendendo da Roma la via Salaria, percorrendola per circa 70 km, giunti alle porte di Rieti sulla sinistra un bivio ne indicherà la strada.

Fonte Colombo è anche conosciuto come il "Sinai francescano", poiché qui San Francesco nel 1223 dopo quaranta giorni di penitenza, ricevette da Cristo la conferma della Regola dell'Ordine.

Il luogo è fiabesco, isolato tra i boschi, a 500 metri di altezza su uno sperone di roccia, a picco su vertiginosi panorami. Da visitare la cappella quattrocentesca, il nucleo antico dell'eremo che si compone di due piccole celle e di un soggiorno comune ai frati. Nella sottostante chiesetta del XII secolo, detta della Maddalena, sull'abside si possono ammirare gli affreschi coevi vagamente bizantineggianti, a destra le immagini di Maria Maddalena e S. Cunegonda, a sinistra S. Chiara (sec. XVII). 

Merita attenzione una " t " attribuita dalla tradizione allo stesso san Francesco, dipinto nella strombatura della finestrella a sinistra. Di fronte a tale chiesetta c'è il Romitorio, dove nel 1226 San Francesco gravemente afflitto da un morbo agli occhi, sottoposto a operazione, non ne soffrì il dolore della cauterizzazione dopo aver pregato "fratel foco" che lo preservasse dalla bruciatura. Scendendo poi allo speco, una caverna lunga sette metri e larga uno, c'è un leccio morto; qui narra la tradizione che alcuni frati temendo che la Regola fosse troppo severa vennero per protestare e che sulla cima del leccio stesso comparve il Signore, che disse: "Francesco, nella tua Regola nulla è venuto da te, ma da me tutto".

L'itinerario merita di essere completato con due visite nei paraggi: a Greccio, dove la tradizione cristiana vuole che il Santo abbia rappresentato il primo presepe vivente che tuttora si rinnova a Natale, e al convento La foresta delle laudi.

 

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         Il piacere di un …

 
  Viaggio nella ciociaria

 

 

 

 

 


        La Ciociaria, il cui nome deriva dalle " ciocie ", un singolare tipo di calzatura rudimentale usato dagli abitanti di questa zona fin dai tempi più antichi, è la regione a sud di Roma attraversata dalla via Casilina, delimitata dal fiume Sacco, dalle colline di Frosinone, dai monti Ernici e dalla linea Paliano-Colleferro. Offre, a chi desidera scoprirla, tesori d'arte inestimabili, paesaggi suggestivi e ambienti naturali molto ben conservati. Più di un itinerario potrebbe essere proposto, qui indichiamo il seguente.

     Partiamo da ANAGNI che ne è la capitale storica, religiosa e politica. Cicerone, Marco Aurelio, Commodo, Caracolla, i grandi dell'antica Roma la scelsero come loro residenza. Tra le sue mura sono nati ben quattro papi: Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX, compreso quel Bonifacio VIII, che Dante condanna nel XX canto del Purgatorio, che fece deportare papa Celestino V, che promulgò il primo Anno Santo nel 1300 e che fu al centro del celeberrimo "schiaffo". Anagni mostra ai turisti il palazzo e la sala dove il 7 settembre 1303 avvenne l'increscioso episodio. Palazzo Bonifacio edificato agli inizi del sec. VIII, è uno dei monumenti più belli che la città conserva. Raggiunta la parte alta attraverso la stupenda via fiancheggiata da palazzi medioevali è consigliabile andare verso il belvedere e godere dell'ampia vista sulla valle del Sacco. Voltate, poi, le spalle a questa si può ammirare il Duomo del 1047, una delle più belle chiese romaniche del Lazio; e pensare che sotto queste arcate papa Alessandro III scomunicò il Barbarossa, fu eletto papa Innocenzo IV e sepolto Bonifacio. Sulla piazzetta che guarda la fiancata sinistra del Duomo, si trova lo studio di uno scultore le cui opere in bronzo hanno avuto successo in molti paesi del mondo e trova in Anagni la sua fonte d'ispirazione.

     A una decina di chilometri c'è FERENTINO, città costruita dagli Ernici, conquistata dai Romani, devastata dai Cartaginesi di Annibale, saccheggiata dai Saraceni, e così via. Il monumento più illustre è l'Acropoli, cinta di mura poligonali, ma meritano di essere viste anche i resti del teatro e del mercato romano; una serie di porte interessantissime per antichità e struttura: la Porta Sanguinaria, la Porta Montana, la Porta del Borgo e la Porta Maggiore, oltre la quale c'è la lapide col testamento di Aulo Quintilio, morto al tempo di Traiano lasciando tutti i suoi beni alla comunità. Presso le suore clarisse, nella chiesa di S. Chiara  viene  conservato il cuore di Celestino V le cui spoglie sono state sepolte nella chiesa di S. Antonio Abate per oltre trentadue anni.

     Sulle orme di Celestino un appuntamento interessante potrebbe essere quello con la vicina  Rocca di Fumone . Circondata da alte e possenti mura a bastione, attorno alle quali si è sviluppato un piccolo ma grazioso centro storico; è qui che dopo il " gran rifiuto " papa Celestino V venne rinchiuso e troverà la morte. E' possibile visitare la cappella e la prigione del santo papa.

      Una visita merita la Certosa di Trisulti, iniziata nel 1204, ma è soprattutto nel '7OO che trovò il suo grandioso abbellimento: sobria ed incantevole incorniciata da un paesaggio affascinante, in un bosco di querce. E' un vasto complesso di costruzioni accentrate intorno alla duecentesca chiesa di S.Bartolomeo, straordinari sono il Chiostro Grande e la Sala Capitolare. Un discorso a parte può esser fatto per la splendida  Farmacia seicentesca con la sua preziosa raccolta di vasi e arredi; famosa è la liquoreria dove i frati cistercensi producono, secondo antiche ricette, e vendono liquori che distillano dalle erbe del bosco.

       E' bene continuare la visita andando verso Alatri che di aspetto medioevale, ma di antichissime origini, colpisce per le sue mura ciclopiche che sostengono una bella  Acropoli e Veroli  sulla cima di un colle, con le sue chiese, la Biblioteca Giovardiana, fondata nel 1773 e ricca di 18.000 volumi di carattere religioso, letterario, storico e scientifico e il Museo delle Erbe dove si conservano circa 850 piante di interesse medicinale.

     Sempre nel territorio di Veroli non è possibile non fermarsi nella storica Abbazia di Casamari; le prime notizie relative ad essa risalgono al 1036, anno nel quale quattro religiosi verolani di ispirazione benedettina, eressero un primo edificio dedicato ai S.S. Giovanni e Paolo, dopo circa 100 anni passò ai cistercensi e fu centro di grande influenza culturale fino al '400. La bellezza del monumento appare subito , appena si oltrepassa il maestoso portale di ingresso e si scorge la stupenda facciata della chiesa gotica al culmine di un'ampia gradinata. La visita al complesso abbaziale, che si compone della chiesa, del chiostro, della sala del capitolo e del refettorio, non può non concludersi senza uno sguardo all' interessante museo-pinacoteca che raccoglie reperti preistorici, materiali archeologici di epoca romana, opere di Caracci, Maratta e Guercino.

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         San Leo

 

 

                                                                             Città d'arte

 

San Leo, il cui nome è Montefeltro, è situata nella suggestiva valle del fiume Marecchia. Aggrappata ad un impervio, altissimo sperone di roccia, vi si accede per un'unica strada tagliata nella roccia. La si raggiunge da Roma in tre ore, da Pesaro in un'ora, da Firenze in poco più di due ore e da Rimini in poco più di mezz'ora.

Per la sua strategica ed inattaccabile posizione visse importanti momenti storici di carattere civile, militare, religioso e politico. Nell'età romana fu sede importante per la nascente chiesa cattolica e sarà san Leone a dare il nome al paese. Dopo la caduta dell'impero romano, viene contesa dalle varie dominazioni barbariche e nell'VIII secolo fu istituita la diocesi. Nel 962-964 Berengario II la elegge capitale d'Italia e la difende in modo eroico dagli attacchi di Ottone I, imperatore tedesco. Nel 1155 Federico Barbarossa dona al conte Montefeltrano I la contea di San Leo: così ha inizio la prestigiosa dinastia dei Montefeltro, che regnarono su tutto il Montefeltro, Urbino e Pesaro fino alla loro estinzione nel XVI secolo. Finita la dinastia dei Montefeltro fu Francesco I della Rovere che lo tenne fino all'arrivo dei Medici, per poi passare sotto il dominio della chiesa fino al 1860 quando fu annesso al Regno d'Italia.

Furono suoi ospiti: Dante Alighieri, "Vassi in san Leo…" Purg. IV , e san Francesco, che qui ricevette in dono il monte della Verna dal conte Orlando da Chiusi (1213).  

Della ricca e travagliata storia di San Leo restano numerose testimonianze: il forte, meravigliosamente conservato domina l'abitato; fu costruito nel medioevo ed ampliato nel '400. Per un lungo periodo durante il dominio pontificio fu usato come carcere e vi morirono oltre a Felice Orsini (1844), il cospiratore che doveva attentare alla vita di Napoleone III, Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come Cagliostro, dopo quattro anni e quattro mesi trascorsi in una cella murata (1795). Attualmente ospita un museo, che raccoglie una collezione di armi antiche e una piccola pinacoteca; nelle stanze della corte ducale si conservano carte geografiche e stampe antiche. Di grande interesse sono le sue chiese: la Pieve, costruzione preromanica del IX secolo, pregevole all'interno il ciborio bizantino, il Duomo in stile romanico-lombardo eretto nel 1173 in onore di san Leo sulle fondamenta di un precedente tempio pagano di epoca romana. Il campanile sempre in stile romanico, s'innalza leggermente discosto dalla chiesa. Interessante anche il palazzo municipale, residenza cinquecentesca dei Montefeltro, e nella stessa piazza il palazzo mediceo.

Oltre agli aspetti storico-artistici San Leo va ricordato anche per il florido artigianato: il distillatore di liquori d'erbe secondo i metodi tradizionali, gli artigiani del legno e i restauratori di mobili si alternano ai ceramisti ed ai fornai che sfornano dolci caserecci.

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Una perla della Maremma

 

 

 

Pitigliano 

 


La Maremma che sul mare sfoggia piccole perle come Talamone o Porto Ercole, offre all'interno, verso le colline, sorprese archeologiche, culturali e architettoniche di assoluto pregio. Tra queste il suggestivo borgo di Pitigliano che ci appare sul filo di una stretta lama di tufo e ci viene incontro con la sua storia antichissima che affonda le sue radici in epoca etrusca e forse ancor prima, come attestano i reperti neolitici, per poi diventare insediamento romano. Nel Medioevo la sua storia fu segnata dagli Aldobrandini (XII sec.) e poi dagli Orsini (fine del XIII sec.) che ne fecero la  capitale della loro contea e quando la famiglia si estinse divenne dominio di Piero Strozzi e di Cosimo de' Medici per essere infine compresa, nel XVII secolo, nel Granducato di  Toscana e seguirne le vicende.

Ognuno di loro ha lasciato un segno tangibile. Si può visitare Palazzo Orsini, passeggiare in via Roma, che ha mantenuto intatto il carattere medioevale, entrare nel Duomo dalla facciata barocca, ma di origine molto più antica, o scendere alla Porta Capo di Sotto per vedere i resti delle mura etrusche.

Pitigliano racconta la sua storia anche attraverso le sue caverne e suoi camminamenti scavati nel tufo, una città sotterranea davvero di grande fascino, così come pure tra i ricordi lasciati dalla forte e fiorente comunità ebraica che qui visse e che le ha valso il titolo di Piccola Gerusalemme. Non si può mancare di visitare un vero gioiello come la Sinagoga e il forno dove si impastava e cuoceva il pane azzimo, le botteghe che ancor'oggi offrono prodotti Kasher, i vini e i dolci tipici, fra cui lo "sfratto" ottimo impasto di miele e noci e le carni sempre lavorate secondo l'uso ebraico.

Lasciando infine Pitigliano, è la natura che colpisce. Una fitta macchia mediterranea fra gole profonde, scoscesi dirupi, pittoreschi in tutti i periodi dell'anno. Poche  città dell'Etruria vulcanica sono situate in uno scenario più bello.

 

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