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Domande |
Risposte |
Prof. U. Senin |
Dal
suo personale impegno come Presidente della SIGG è nata l’iniziativa
del Progetto ReGAl (Rete Geriatrica Alzheimer) che ha come obiettivo
l’attivazione in ogni Regione di Centri geriatrici esperti nel trattamento
delle demenze. Come interagisce questo Progetto con il Progetto Cronos
del Ministero della Sanità? |
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L’attività
dei centri che si occupano della malattia di Alzheimer vede la necessaria
collaborazione di più figure professionali; in questo lavoro di équipe
qual è il ruolo del geriatra? E, più in generale, quale dovrà essere
la sua funzione operativa in un'organizzazione sanitaria che si va
ristrutturando? |
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Prof. C. Caltagirone |
Le
scoperte della ricerca di base e la possibilità di disporre di nuovi
farmaci hanno riportato all’attenzione della medicina e della sanità
il tema della malattia di Alzheimer. Il Progetto Cronos è uno dei
frutti di questo interesse. Tra le iniziative di rilievo su questo
tema ricordiamo l’ITINAD (Italian Interdisciplinary Network on Alzheimer
Disease) di cui lei è uno dei maggiori animatori. Quali sono le caratteristiche
di questo network? |
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La
maggior parte dei centri che si occupano della malattia di Alzheimer
deriva da strutture neurologiche o geriatriche. Queste sono quindi
le figure specialistiche chiamate ad occuparsi dei pazienti alzheimeriani.
In questo contesto, qual è il rispettivo ruolo del neurologo e del
geriatra? È prospettabile la concreta realizzazione di un lavoro di
équipe su larga scala in campo nazionale? |
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Quali
sono a suo avviso i filoni di ricerca che permettono di fornire le
più approfondite conoscenze sulla malattia di Alzheimer e delle demenze
in genere, in particolare quali potrebbero avere più immediate conseguenze
sulla pratica clinica? |
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Prof. R. Bernabei |
Lei
è noto per il suo impegno nella diffusione dell’impiego della valutazione
multidimensionale nella pratica geriatrica. Quanto è realmente esteso
l’uso di questa metodologia nel nostro Paese? Quali sono gli strumenti
maggiormente impiegati ed i risultati obiettivamente raggiunti nelle
varie realtà italiane? |
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Uno
degli argomenti direttamente correlati alla valutazione multidimensionale
è quello della possibilità di fornire assistenza agli anziani da parte
di team multidisciplinari e integrando le prestazioni di tipo sanitario
con quelle a carattere sociale. Tutto ciò implica un notevole sforzo
di preparazione e coordinamento del personale. Esistono evidenze che
questa modalità assistenziale sia realmente vantaggiosa rispetto a
pratiche più tradizionali ed applicabile nella realtà italiana?
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Prof. F. Rengo |
La
proporzione di pazienti anziani seguiti dai Medici di Medicina Generale
continua ad aumentare. Molti di questi professionisti non hanno però
ricevuto una preparazione formale in geriatria nel corso dei loro
studi. Ritiene necessario, e per quali motivi, un aggiornamento delle
conoscenze in merito? Quali ritiene siano i mezzi più adeguati da
utilizzare? |
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Lei
è il Presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento.
Oltre alla promozione della ricerca scientifica gerontologico-geriatrica,
la Fondazione pone tra le sue finalità l’organizzazione di iniziative
di tipo formativo. Quali sono le proposte di maggior rilievo? Ed in
particolare, quali i prossimi appuntamenti destinati ai Medici di
Medicina generale? |
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Prof. G. Salvioli |
Lei
è Direttore Esecutivo del Giornale di Gerontologia, organo ufficiale
della SIGG, che a partire dal 2000 ha subito un profondo rinnovamento
editoriale, non soltanto nella veste grafica, ma soprattutto nei contenuti.
Questi cambiamenti modificano la collocazione della rivista nella
vita della SIGG e nel quadro delle pubblicazioni di settore italiane
ed internazionali? |
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Nell’ambito
del rinnovamento del Giornale di Gerontologia si è notata una forte
propensione alla pubblicazione di linee guida ed indicazioni di percorsi
diagnostico-terapeutici. Quali sono le ragioni alla base di questa
scelta editoriale, in particolare rapportata al mondo della geriatria
italiana? |
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Prof. D. Cucinotta |
Sempre
più spesso trattando di anziani si entra nel campo dell’alimentazione.
In positivo, perché si tende a considerare il tipo di alimentazione
come uno degli elementi che favoriscono l’invecchiamento con successo,
ad esempio nel caso dei centenari. In negativo, perché si ritiene
che l’anziano medio abbia delle abitudini alimentari che possono addirittura
peggiorare le sue condizioni di salute, come monotonia nel tipo di
alimenti consumati, scarsità di cibi freschi, eccessivo introito di
sodio. Quale è la realtà a suo avviso? |
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L’assunzione
di un adeguato comportamento alimentare si basa necessariamente su
una consapevolezza culturale e sulla possibilità di disporre dei cibi
stessi. A questo proposito, quali sono i ruoli di iniziative culturali
quali corsi indirizzati alla terza età sull’alimentazione o di forme
di assistenza quali i pasti a domicilio? |
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Prof.ssa L. Bartorelli |
Lei
è stata un pioniere nella strutturazione delle reti di assistenza
geriatrica, della realizzazione concreta dell’interazione tra ospedale
e territorio. Pensa che il concetto di rete dei servizi, di cui ormai
si discute in più ambiti, sia un concreto dato di fatto nel nostro
Paese? Quali sono stati gli elementi che hanno caratterizzato l’evoluzione
dell’assistenza geriatrica in questi anni? |
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Un
tema dominante della fine dello scorso anno è stato l’avvio del Progetto
Cronos, a cui molti geriatri sono stati chiamati a partecipare. Pensa
che le strutture di assistenza geriatrica possano trovare una ulteriore
spinta evolutiva nella gestione delle UVA o queste rappresentano in
realtà solo un ulteriore carico di lavoro? |
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Arch. P. Valla |
Il
design italiano è famoso nel mondo per aver prodotto oggetti capaci
di conciliare eleganza e praticità d’uso. Sembra ora voler raccogliere
la sfida proposta dall’invecchiamento della popolazione e proporre
oggetti ed ambienti pensati per gli anziani e per le persone con deficit
cognitivi. Quali sono le idee di architetti, progettisti e designer
che si muovono in questo campo? |
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Mentre
è facile pensare alla creazione ex novo di ambienti destinati all’uso
da parte di anziani più o meno autosufficienti, più difficile risulta
far accettare modificazioni delle abitazioni private, sia per ragioni
affettive che economiche. In che modo si potrebbero riprogettare con
criteri di sicurezza le case in cui abitano anziani senza interventi
traumatici? |
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Prof. N. Basaglia |
In
Medicina Riabilitativa l’attenzione è stata spostata dalla service-based
rehabilitation alla outcome-based rehabilitation, sostanzialmente
dai servizi erogati ai risultati raggiunti. Come si concilia con i
bisogni dei pazienti anziani questo fondamentale cambiamento di ottica? |
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Il
trattamento del paziente anziano prevede necessariamente il coinvolgimento
e l’interazione della famiglia, della struttura in cui spesso egli
è inserito, delle varie figure assistenziali, del team riabilitativo.
Appare evidente la necessità e la difficoltà di coordinamento di così
numerose entità nel prospettare progetti riabilitativi individuali.
Esistono esperienze e metodologie di provata efficacia da proporre
come modelli di intervento? |
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Dr. G.F. Nizzardo |
Le
Case di Riposo appaiono alternativamente con l’immagine dell’unica
sistemazione possibile e auspicabile per gli anziani o con quella
demonizzata di un luogo che funge solamente da deposito. Qual è e
quale può essere il ruolo effettivo di queste strutture in una società
anziana come la nostra? Quali sono le loro caratteristiche più moderne? |
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Fra
i diritti degli anziani, come di tutti i cittadini e consumatori,
è di fondamentale importanza non solo il poter usufruire di servizi,
ma che questi siano di livello adeguato e di qualità uniforme sul
territorio nazionale. Come e da chi viene garantito questo diritto?
E, in particolare, come viene preparato il personale? |
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Dr. Pietro Calandriello |
Il
18 ottobre 2000 è stata approvata dal Senato la “Legge quadro per
la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”.
Quali sono i punti caratterizzanti di questa legge che possono permettere
di progettare e realizzare un migliore servizio di assistenza agli
anziani? |
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In
Italia, dopo aver vissuto l’esperienza del veloce invecchiamento della
popolazione,
stiamo vivendo una fase di grande fermento in materia di assistenza
e servizi sociali, anche se la distribuzione territoriale di queste
realtà è molto variegata sia per differenze demografiche che per leggi
regionali. Quanto siamo lontani da una reale integrazione dell’assistenza
sociale e sanitaria su tutto il territorio nazionale? Quali saranno
i soggetti chiamati a realizzarla? |
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