il territorio comunale |
L'economiapagina 1/1 |
veduta di Lercara Friddi da sud est |
L'economia di Lercara Friddi si fonda, oggi, sullo sviluppo, che ha avuto nell'ultimo trentennio (e che nell'ultimo decennio ormai declina), del terziario, ed in modo particolare sul pubblico impiego, i servizi, il credito e assicurazioni, nonché ovviamente sul commercio, il trasporto e le comunicazioni.
Si è già accennato più volte alle condizioni che hanno determinato questo fenomeno dovuto essenzialmente al crollo, nel 1964, a conclusione di 130 anni di attività, del settore dello zolfo, con le sue 5 miniere e con circa mille minatori impegnati nelle zone "Scianna","Chiavitteri", "Anzalone".
Lercara Friddi dipendeva dal distretto di Caltanissetta e con la soppressione della linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava la Stazione di Lercara Bassa Con la stazione di Lercara Alta, la comunità ha perso un'altra grossa fonte di occupazione.
Non è rimasto che il pubblico impiego e i servizi.
L'agricoltura è di normale amministrazione: poca uva, fave, frumento, poca zootecnia, solo a conduzione familiare, niente cooperative o associazioni.
Qualche piccola fabbrica a conduzione familiare, molti artigiani e diversi muratori ed officine.
L'Agricoltura è a nostro avviso il comparto che necessita di una più attenta incentivazione, anche perché la pratica agricola è quella che sostanzialmente può determinare l'arresto del degrado ambientale di cui abbiamo già detto.
A tale
proposito si è approfondita l'analisi estendendo la
studio relativo alla condizione dello stato di fatto
all'intero territorio comunale riguardo alla qualità ed
utilizzazione dei suoli, alle irrigazioni, alle sistemazioni
idrauliche ed idraulico forestali, alla potenzialità produttiva
e vocazione dei suoli.
Zolfatari Lercaresi al lavoro, alle loro spalle i cosiddetti pani di zolfo e il riflusso Bellina |
Dagli elementi acquisiti è
emerso:
a) la quasi
totalità dei suoli dei suoli comunali è utilizzata con impianti
di seminativo asciutto, pochissimo seminativo erborato, qualche
modesto uliveto, pochi vigneti.
b) Anche le
superfici agrarie destinate a pascolo sono sostanzialmente
modeste e quasi tutte ricadenti in contrada "Caruso",
c) Le
aree suscettibili di eventuali possibili sviluppi
dell'irrigazione sono quelle ubicate all'estremo est
del territorio comunale in località Piano Pitarrè, tra il fiume
torto e la bretella ferroviaria che porta alla stazione di
Lercara bassa e continua poi verso Agrigento.
d) I
miglioramenti fondiari possibili nell'ampia porzione
territoriale nord del territorio comunale sono strettamente
connessi alla realizzazione di laghetti collinari in alveo lungo
il confine comunale, utilizzando a tal fine l'impluvio
naturale costituito dal vallone del Ladro; mentre è
consigliabile procedere all'imbrigliamento dello stesso
vallone, oltre che del fiume torto.
e) Quasi
tutto il territorio agricolo con la sola esclusione del Piano
Croce, Piano Santuzzo, Contrada Miglio Sartorio è sottoposto a
vincolo idrogeologico ai sensi dell'art. 1 del RD 30/12/1923
n 3267
Da quanto sin qui detto e in correlazione con le caratteristiche podologiche dei suoli, emerge che è possibile un diffuso intervento migliorativo delle colture; in modo particolare in contrada Pitarrè dove per effetto della possibile trasformazione irrigua possono praticarsi colture erbacee, ortive e frutticole. Una vasta ampia porzione territoriale a monte ed a ovest di piano pitarrè nonché tutta quella ad ovest del vallone morello sino alle quote di 600-650 m. sono idonee per la pratica di colture erbacee, arbustive ed arboree per la pratica dell'allevamento del bestiame. Mentre rimane utilizzabile a pascolo ed a prato-pascolo; la restante parte del territorio comunale, quindi, in questo caso, strettamente connesso allo sviluppo della attività zootecnica.
Il commercio, è sufficientemente sviluppato, anche se risente di una notevole polverizzazione dei punti vendita, peraltro tutti concentrati nel nucleo baricentrico dell'abitato.
L'artigianato dopo avere avuto un momento di espansione negli anni ottanta è pure esso in declino con la scomparsa di mole ditte artigiane. Le più significative attività artigianali sono state rappresentate dal cucito e confezioni, al trasporto e di servizio degli autoveicoli, nonché delle attività connesse alla industria delle costruzioni edili.
Anno |
Abitanti |
Anno |
Abitanti |
|
1653 | 279 | 1931 | 11137 | |
1748 | 1862 | 1936 | 12255 | |
1798 | 5396 | 1951 | 13512 | |
1831 | 6035 | 1961 | 11872 | |
1852 | 7463 | 1971 | 9536 | |
1861 | 9023 | 1981 | 9829 | |
1871 | 9067 | 1991 | 7602 | |
1881 | 13205 | 2001 | 7385 | |
1901 | 13562 | 2002 | 7374 | |
1911 |
11262 | |||
1921 | 10876 |
Si è già fatto cenno , come la scoperta delle miniere di zolfo, avvenuta nel 1828, abbia determinato una impennata dello sviluppo demografico, tale da portare nell'arco di un cinquantennio (1831 - 1881) la popolazione residente a 13205 unità con un incremento percentuale di oltre il 100%.
dal 1901 al 1921 sono gli anni della più grave crisi dell'industria zolfifera e della insufficienza dei terreni da coltivare dei salari di fame e quindi dell' inevitabile esodo degli operai verso le terre d'oltre oceano.
La ubicazione topografica (punto mediano del percorso carrabile Palermo - Agrigento, in prossimità del bivio fra tale percorso e quell per Enna e Catania), nonché quella Geografica (spartiacque fra i fiumi Torto e Platani sulle pendici di Pizzo Lanzarone a circa 700 metri sul livello del mare ) e la sua economia, prevalentemente industriale, connessa alla estrazione e lavorazione dello zolfo, integrata da iniziative commerciali e modeste attività agricole e zootecniche, ha determinato nei primi 50 anni di questo secolo un sostanziale mantenimento dei livelli quantitativi di popolazione residente.
Una fase precaria di incremento demografico si ebbe dal 1921 al 1951 dovuto forse anche alla politica demografica fascista.
Nel ventennio 1951 - 1971 si è, invece avuto un netto decremento della popolazione residente. Il fenomeno è sostanzialmente imputabile alla fine della attività industriale zolfifera e quindi al conseguente elevato tasso migratorio, con picchi elevatissimi nel 1962 e nel 1971.
Nel continuare il
fenomeno del calo demografico dal 1971 al 1981, e di nuovo ai
nostri giorni, la forte flessione demografica dovuta
all'emigrazione causata dal declino anche della
attività artigianale ( per lo più edilizia ).
Zolfatari Lercaresi al lavoro. Interno del Castelletto da cui veniva portato in superfice il minerale scavato in miniera |
La crisi interessa
l'intera regione Siciliana ed è causata dall'assenza,
perlomeno nella nostra comunità, di fonti alternative di
reddito.
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