Hardware e software

Indipendentemente dal tipo (personal computer, portatile, mainframe ecc.), sono sempre due gli elementi fondamentali alla base degli elaboratori: hardware e software, intimamente correlati tra loro.

L’hardware (dall’inglese, ferramenta) è costituito da tutte le componenti elettriche e meccaniche del computer. È la parte fisicamente esistente e tangibile, dal disco fisso alla tastiera, dal monitor all’alimentatore, ai microprocessori, ai chip di memoria.

L’hardware però non serve a niente se non è corredato dal software.

Il software è composto dai programmi che l’uomo utilizza per il funzionamento del computer.

Al concetto di hard (in inglese, duro) che denota la tangibilità e la materialità dei componenti del computer, si contrappone soft (in inglese, morbido) quasi ad indicarne, viceversa, l’immaterialità.

Dalla simbiosi di hardware e software nasce il computer che, rispetto ad altre macchine in cui sono presenti microchip (elettrodomestici, macchine fotografiche, sistemi di allarme ecc.), si differenzia per una caratteristica fondamentale: la flessibilità nell’impiego.

La creazione di programmi, per affrontare e risolvere problemi dalle caratteristiche più diverse, consente agli elaboratori, "macchine programmabili", di fruire di una notevole flessibilità negli utilizzi più diversi: dalla creazione di testi alla gestione di immagini, dalla visione di filmati alla partecipazione ad un videogioco, in collegamento su Internet, con altri giocatori.

La flessibilità nell’impiego è quindi una caratteristica specifica dei computer e non può attribuirsi a macchine non programmabili, come i comuni elettrodomestici che, pur potendo essere dotati di microchip per una migliore gestione dei propri compiti, si limitano esclusivamente a svolgere la specifica funzione per la quale sono stati progettati.

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