L’ACQUA …. LA ROCCIA …… IL TEMPO

GROTTE DI SU MANNAU

Percorriamo il Ramo Turistico……….

IL RAMO TURISTICO

Una parte della Grotta di Su Mannau, oggi è ampiamente conosciuta grazie alla realizzazione del ramo Turistico che nel tempo si è arricchito di nuovi percorsi. Attualmente ha uno sviluppo di circa 500 mt percorribili con l’ausilio della guida in circa 1 ora.

La Sala Archeologica

Il Ramo Turistico della grotta di Su Mannau si suddivide in due parti:

- Il Ramo Archeologico  e la parte speleologica.

La prima sala ad essere visitata è praticamente un unico ambiante lungo sessanta metri, adibito in antichità a luogo di culto.

Questa sala di grande importanza sotto l'aspetto storico, infatti essa va  a collegarsi  idealmente con il vicino tempio di Antas.

La  Grotta fu probabilmente il luogo dove le popolazioni indigene si recavano per l'adorazione delle loro divinità che  vengono identificate nel periodo nuragico con il " Culto delle Acque ". Tutta la sala è assai ricca di piccoli frammenti di lucerne votive ad olio di fattura assai varia. A suffragio di tale culto esiste all'esterno una vecchia strada che, collega la Valle di Antas con la Grotta di Su Mannau.

           La sala Centrale.

Inoltrandoci nel ramo Speleologico si nota  subito un taglio artificiale fatto per permettere un accesso facile alla grotta, infatti prima vi era uno strettissimo passaggio.  Da questa parte, infatti non ci sono testimoniante archeologiche, infatti seppur la prima parte è stata visitata per millenni, l'ambiente angusto e buio ha da sempre provocato nella gente una certa apprensione, infatti  la stessa parola " SU MANNAU"  indica un luogo tetro e oscuro, abitato da un orco .Solo in tempi relativamente recenti la grotta fu oggetto di visita da parte di curiosi e collezionisti di minerali che, provocarono evidenti danni alla cavità. Grandi concrezioni furono distrutte per la semplice mania di asportare pezzi di concrezione assai insignificanti una volta portati all'esterno. I pezzi delle concrezioni furono, poi abbandonati all'esterno della grotta perché ritenuti di scarso interesse.  Nonostante questi danneggiamenti la Grotta di Su Mannau si salvò da ulteriori  deturpazioni  giacché diventava subito una cavità difficile, infatti questa grande sala detta Sala Centrale è profonda 20 mt e solo con l'ausilio di corde può essere discesa.

La sala è il punto centrale della Grotta, da qui partono due rami:

- il ramo di Destra lungo 5 km e originato dal fiume Rapido, questi risale verso la Valle di Antas dove il Rio omonimo si inoltra attraverso dei sifoni alimentando questo fiume;

- il ramo di Sinistra Lungo 2,0 Km originato dal fiume Placido raccoglie l'acqua che proviene più a sud dalla zona di terra Nieddas - Corona Arrubia.

Il ramo Turistico che si percorre  appartiene al ramo alto di Sinistra. Proseguendo nella visita ammiriamo i laghetti d'acqua assai limpida  giacché nelle grotte non crescono i vegetali e le alghe al contrario delle acque di superficie. Inoltre l'acqua che arriva in questi laghetti è stata filtrata da uno spessore di roccia di circa 300 mt .

Il Lago degli Stenasellus;

Elemento importante che occorre tenere presente nelle grotte turistiche e la presenza di fauna cavernicola .

A Su Mannau, nei laghetti, sopravvive un piccolo " gamberetto" di origine marina detto " Stenasellus nuragicus " , questi è di circa 1 cm, di colore bianco trasparente e manca completamente degli occhi. Vive dragando con le piccole zampe i fondi melmosi dei laghetti da dove riesce a trarre il proprio nutrimento. Alcuni laghi dove egli è ben presente, sono stati esclusi dai rami turistici affinché se ne salvaguardi la specie che è unica al mondo. Tutti i percorsi turistici sono realizzati in passerelle di acciaio trattato con lo zinco per impedire il formarsi della ruggine, inoltre il tutto è semplicemente appoggiato alle rocce e fissato con bullonature che in qualunque momento possono essere smontate e trasportate all'esterno per una eventuale manutenzione. Superando i laghetti notiamo  un ramo assai ben concrezionato dove le stalattiti sono in continua  evoluzione.

Dall'alto il lago presenta nella parte sommersa le caratteristiche concrezioni a cavolfiore ambiente dove queste si formano, ciò indica periodi di piena intercalati a periodi asciutti che innalzano le stalagmiti presenti sul fondo del laghetto. Continuando, passiamo vicini a grandi colate a " ventaglio" denominate concrezioni di frattura. Queste si formano in corrispondenza di fratture inclinate sulla volta della grotta che obbligano l'acqua allo scorrimento obliquo accrescendo le concrezioni in questo particolare modo. Sotto di noi le " Gaurs" o vasche di tracimazione, queste si originano per l' intercalarsi di periodi di scorrimento d'acqua a periodi di stasi. Quando non vi è scorrimento l'acqua deposito un velo di calcite sul bordo del laghetto provocandone l innalzamento.

La Cascata di galleria Puddu;

Una ampia e comoda scala ci fa risalire fino alla galleria Puddu ( in onore di un grande studioso sardo della fauna cavernicola)Qui la grotta si divide in due rami:

- la Galleria Puddu da dove scende l'acqua  assai ben concrezionata ma quasi impraticabile per le strettoie e la presenza d'acqua; da qui si accede alla Sala dei Cristalli e al Pozzo Cagliari.

- la galleria per  Pozzo Rodriguez ( piuttosto bassa) la percorriamo tra una miriade di stalattiti quasi fossili  appese ad una volta che presenta i segni di un antico fiume che in tempi lontanissimi la scavò in modo violento. Il fiume Placido oggi scorre a ben 40 mt. sotto . Sotto di noi si intravede un'altro piccolo laghetto  simile a quelli appena superati.

Il ramo fossile;

La galleria qui si abbassa e ci obbliga a chinarci leggermente , il pavimento presenta piccole vaschette costituite da livelli di accrescimento dovute a copioso stillicidio presente nei tempi di forte precipitazione. Superato questo tratto, arriviamo ad un piccolo belvedere posto alla sommità di una grande scalinata. La galleria si presenta fossile, con tracce di antiche erosioni. Di fronte a noi il Pozzo Rodriguez con al centro una grande colonna. Discesi la scalinata si gira attorno ad una chiocciola per addentrarci in una miriade di concrezioni a festone. Si passa vicini ad un grande pozzo completamente cristallizzato dove copioso stillicidio crea suggestivi rumori .

Il Pozzo Rodriguez;

Girando a sinistra attraverso una piccola scala si arriva al Belvedere di Pozzo Rodriguez, l’imponente colonna alta 7 metri troneggia al centro. Essa è costituita da una stalattite collegatasi ad una stalagmite a formare un autentico pilastro naturale. Dal belvedere si può ammirare l’imponenza del pozzo costituita da grandi colate calcistiche ricoperte di cristalli. Il fondo del grande baratro è a 23 metri sotto di noi. Da là sotto si dipartono tre diversi rami che portano uno verso un ramo fossile assai concrezionato; un’altro verso il Ramo dell'Infinito, e la sala  Serra, l’ultimo dopo un salto di altri 20 metri arriva al sottostante fiume Placido che lentamente scorre verso l’esterno. Sopra il belvedere Rodriguez grandi colate e festoni celano segreti inimmaginabili. Infatti alla sommità di queste “ cascate di pietra” un piccolo ambiente “ ha dato origine ad una cristallizzazione unica delle stalattiti che si atteggiano a veri e propri grappoli d’uva. Ciò è dovuto ad un continuo allagamento della sala che funge da bacino di raccolta delle acque di stillicidio.

IL Salone Rodriguez

Il ramo turistico prosegue con una splendida scalinata che ci permette di discendere l’ampio salone profondo ben 20 mt. La struttura metallica elegantemente adagiata sulle pareti permette di circumnavigare l’imtero ambiente con ampi belvedere adatti alla sosta e con visioni sulle sale laterali quali il Ramo del Pozzo Torino assai ricco di aragoniti coralloidi. Si arriva quindi alla base dove attraverso una lunga passerella si accede al belvedere finale da dove si può ammirare un immenso duomo stalattitico.

           Qui termina la parte turistica.

 

 

Didascalia dell'immagine o della fotografia

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