IL TESTAMENTO DEL CAPITANO
IL TESTAMENTO
DEL CAPITANO
Il capitan de la compagnia
e l'è ferito sta per morir
e manda a dire ai suoi Alpini
perché lo vengano a ritrovar.
I suoi alpini ghe manda a dire
che non han scarpe per camminar.
"O con le scarpe, o senza scarpe
i miei Alpini li voglio qua".
Cosa comanda siòr Capitano
che noi adesso semo arriva'.
"E io comando che il mio corpo
in cinque pezzi sia taglia'"!
Il primo pezzo al Re d'Italia,
il secondo pezzo al Battaglion,
il terzo pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figliol.
Il quarto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor.
Il quinto pezzo alle montagne
ché lo fioriscano di rose e fior.
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LA CANZONE DEL PIAVE
LA CANZONE
DEL PIAVE
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava andare avanti.
S'udiva intanto dallae amate sponde,
sommesso e lieve il mormorìo dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: non passa lo straniero!
Ma in una notte trista si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha vista venir giù lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti,
venivano a gremir tutti i suoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde
sommesso e tristo il mormorar dell'onde.
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò: ritorna lo straniero!
E ritornò il nemico: per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora!
- No - disse il Piave. - No, - dissero i fanti -
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E, come i fanti, combattevan l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò: indietro, và, straniero!
Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
E la Vittoria sciolse l'ali al vento!
Fu sacro il patto antico: tra le schiere, furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti!
Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'impiccatore!
Sicure l'Alpi, libere le sponde
Si tacque il Piave, si placaron l'onde.
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò nè oppressi nè stranieri!
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MI SON ALPIN
MI SON ALPIN
Mi son Alpin
me pias el vin
tengo l'innamorata
in fondo al quartier.
Vicino al quartier
vicino alla caserma
tengo una bella serva
per fare all'amore.
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QUEL MAZZOLIN DI FIORI
QUEL MAZZOLIN DI FIORI
Quel mazzolin di fiori
che vien dalla montagna
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar,
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar.
Lo voglio regalare
perchè l'è un bel mazzetto,
lo voglio dare al mio moretto
stasera quando vien,
lo voglio dare al mio moretto
stasera quando vien.
Stasera quando vien
gli fo una brutta cera;
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me,
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me.
Non l'è vegnù da me,
l'è andà dalla Rosina...
Perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar,
perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar.
Mi fa piangere e sospirare
sul letto dei lamenti
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me,
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me.
Diran che son tradita,
tradita nell'amore
e a me mi piange il cuore
e per sempre piangerà,
e a me mi piange il cuore
e per sempre piangerà.
Abbandonato il primo,
abbandonà il secondo,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più.
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APRITE LE PORTE
APRITE
LE PORTE
Aprite le porte
che passano, che passano,
aprite le porte
che passano i baldi alpin!
freschi e bei, senza schei, bei putei
E come la marcia ben
le banda, la banda,
e come la marcia ben
le banda dei alpin!Vinassa, vinassa
Là nella valle, c'è un'osteria
è l'allegria, è l'allegria
là nella valle, c'è un'osteria
è l'allegria di noi alpin!
E se son pallida nè miei colori
no' vo' dotori, no' vo' dotori
e se son pallida come 'na strassa
vinassa, vinassa e fiaschi de vin!
Là sul Cervino c'è una colonna
è la Madonna, è la Madonna
là sul Cervino c'è una colonna
è la Madonna di noi alpin!
E se son pallida nè miei colori etc...
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MONTE NERO
MONTE
NERO
Spunta l'alba del 16 giugno,
comincia il fuoco l'artiglieria,
il Terzo Alpini è sulla via
Monte Nero a conquistar.
Monte Rosso e Monte Nero,
traditor della vita mia,
ho lasciato la casa mia
per venirti a conquistar.
Per venirti a conquistare
abbiam perduti tanti compagni.
Tutti giovani sui vent'anni.
La sua vita non torna più.
Il colonnello che piangeva
a veder tanto macello:
- Fatti coraggio, Alpino bello,
che l'onor sarà per te! -
Arrivati a trenta metri
dal costone trincerato
con assalto disperato
il nemico fu prigionier.
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INNO AL SOLDATO IGNOTO D'ITALIA
INNO
AL SOLDATO IGNOTO D'ITALIA
La gloria era un abisso,
che si stendeva dallo Stelvio al mare,
ma l'occhio ardente e fisso
non si distolse e si dovea passare.
E la chiodata scarpa che passava
tritò l'impervio Carso a roccia a roccia;
pigiò nel Piave sacro che arrossava
sangue nemico tratto a goccia a goccia!
Soldato ignoto, e Tu: perduto fra i meandri del destino!
mucchio senza piastrino, eroe senza medaglia,
il nome Tuo non esisteva più.
Finita la battaglia, fu chiesto inutilmente:
nessun per te poteva dir : presente!
Il Piave era una diga:
file d'elmetti e siepi di fucili,
zappe e chitarre, e tutti quanti in riga.
No, Generale, i Fanti non son vili:
la Morte li afferrò tra le sue branche,
li strinse a mille nelle ossute braccia,
li rese irriconoscibili fantasmi
ne disperse fin l'ultima traccia.
Soldato ignoto, e tu disperso tra i meandri del Destino!
Muto senza piastrino, eroe senza medaglia,
il nome tuo non esisteva più.
Finita la battaglia fu chiesto inutilmente
(ma) tra i morti intatti (ri)cercherò l'assente.
Il Carso era una prora,
prora d'Italia volta all'avvenire,
immersa nell'aurora,
con il motto in cima vincere o morire!
E intorno a quella prora si moriva,
mentre alla nave arrise la vittoria
e il nome di ogni Fante che periva
passava all'albo bronzeo della storia!
Soldato ignoto, e Tu: ritorna dai meandri del destino!
brilla il Tuo bel piastrino, fregiato della palma:
Tu sei l'eroe che non morrà mai più!
E solo la Tua salma, che volta ad oriente,
da Roma può rispondere: presente!
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