LA
CATTEDRALE DI S. NICOLÓ IN NICOSIA Brevi cenni storici e artistici |
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| 1. Le Origini | 2. Trasformazioni e ampliamenti | 3. Descrizione della Fabbrica | 4. Opere d'arte | |
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La Cattedrale di
Nicosia, dedicata a San Nicola di Bari, rappresenta, insieme alla sua torre campanaria,
l'opera più insigne della città di Nicosia: essa sin dalle origini ebbe la prerogativa
di essere la Chiesa Madre della città e nel 1388 fu ufficialmente riconosciuta Parrocchia
dall'Arcivescovo di Messina, alla cui Archidiocesi Nicosia apparteneva. Con Bolla del 15
giugno 1521 fu eretta collegiata da Papa Leone X, e il 17 marzo 1817, con Bolla di Pio
VII, fu eretta a Cattedrale e come tale fu consacrata il 15 giugno 1856 da Mons. Milana
(l'avvenimento è attestato da una lapide posta di fronte all'ingresso della sacrestia);
fu insignita del titolo e della dignità di Basilica Minore il 19 giugno 1967. È stata dichiarata Monumento Nazionale con R.D. del 21 novembre 1940. La data della sua costruzione è incerta, ma si vuole eretta nel XII secolo, in seguito alla scissione fra i due gruppi etnici (Mariani e Nicoleti) avvenuta dopo la conquista normanna della Sicilia. In una lapide posta sul portale principale si legge: Hoc opus fuit factum post partum Virginis actum dum numero decies demptis octuaginta centis est die nona Maij dicata aedes Nicolai
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2. Trasformazioni e ampliamenti
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Segnerebbe quindi
la data dell'820; ma la lapide proviene probabilmente dall'antichissima chiesa di S.
Nicolò le Petit, sita nei pressi del Castello, e nel XII secolo, con le reliquie ed il
culto del Santo, furono trasferite al piano nella nuova chiesa.
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Della
costruzione del XIII-XIV secolo, l'attuale Cattedrale conserva solo la facciata principale
che, con il suo meraviglioso portale maggiore di stile gotico-normanno ed il rosone,
conserva l'impronta di quell'arte normanna che in Nicosia seppe mirabilmente fondere lo
stile romanico del rosone, quello arabo delle decorazioni e l'arco normanno. Il Portale maggiore presenta una ricca ornamentazione di motivi romanici: vi predominano le foglie d'acanto, ornamenti di perle, di punte di diamante e di funi attorcigliate; le statue delle Virtù Cardinali, poggianti su zoccoli leonini, sono aggiunte barocche. I capitelli presentano una scultura ricca di figure: puttini che suonano o portano foglie, uccelli, ecc.... L'architrave è formato da quattro file di pietra arenaria riccamente scolpita con tori, scanalature, foglie d'acanto, punte di diamanti, ecc.... Il frontone presenta nelle mensole ornamentazioni di teste e due colonnine attorcigliate che sostengono agli angoli il timpano; lo stemma aragonese che, assieme a quello della Città di Nicosia, lo abbellisce, determina. l'epoca della costruzione (XIV-XV secolo), mentre non sono originali la nicchia di San Nicola e le due lapidi; in alto campeggia il rosone della finestra, con una decorazione a zig-zag. L'elegante Portico che guarda a nord, verso la Piazza Garibaldi, coperto da un tetto spiovente, è opera degli scultori palermitani Gabriele De Battista e Andrea Mancino, che lo realizzarono nel 1489-90: le sei colonne (in origine erano otto: due furono sacrificate per l'ampliamento della sagrestia) sono in marmo bianco, poggiano su basi di stile attico, e reggono capitelli di stile lombardo, tre dei quali portano scolpiti lo stemma aragonese, lo stemma della Città ed un'immagine di San Nicola. Gli archi ogivali, che poggiano sui capitelli, sono in pietra arenaria e sono abbelliti da archivolti che alla loro estremità poggiano su mensoline a forma di volti umani e di motivi floreali. Nel suo insieme il portico presenta una notevole analogia stilistica e costruttiva con la seconda elevazione del loggiato di Palazzo Aiutamicristo di Palermo il cui autore è Matteo Carnalivari, progettista anche del Palazzo Abatellis di Palermo le cui colonne e capitelli sono opera dei "nostri" G. De Battista e A. Mancino (Il sillogismo è d'obbligo). Sotto il Portico si apre una porta, sormontata da una finestra rotonda del '500, che immetteva nella cappella di S. Crispino (sede, nel passato, della Confraternita dei Calzolai). Nella facciata rivolta a mezzogiorno, si apre un'altra porta di più recente fattura (fine '700) ma ben disegnata, con due colonne lavorate, sormontata da un'aquila aragonese.
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Rispetto alla costruzione originaria, importanti rifacimenti sono stati
eseguiti agli inizi dei secoli XVII e XIX; al primo di tali periodi risale una radicale
trasformazione del tempio, che fu rifatto in stile barocco, con: |
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Filippo Costa, 1999 |
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