Precedente Home Indice Successiva

    2001

RISCOPRIAMO IL LEGAME FRA
ETICA E POLITICA

 a proposito dell’indagine BLUE MOON

Le indagini riservate condotte dai magistrati e forze dell’ordine a Bari nel quartiere Japigia (già in passato centro nazionale di smistamento di droga a buon mercato) contro uno dei poteri forti della città ha nuovamente messo a nudo ciò che una parte dei cittadini, delle associazioni e dei  movimenti aveva da tempo intuito e talvolta denunciato: il collegamento organico fra il crimine organizzato e una parte del mondo della politica e degli affari

Proviamo a collegare a quest’ultimo intervento della Magistratura locale la sentenza della Corte di Cassazione su Punta Perotti, la distruzione e il processo in corso per il rogo del Teatro Petruzzelli, le desolanti vicende della Caripuglia e delle Case di Cura Riunite, lo stato in cui versa il settore della Formazione Professionale pugliese, le pesanti affermazioni dell’ ing. Picone - già Assessore al Comune ed attuale consulente del Sindaco – poco prima dell’approvazione del terzo P.P.A, i fatti di usura con le intimidazioni ai commercianti, le numerose esecuzioni di stampo mafioso avvenute in città anche nelle ore di punta, lo scippo violento delle case popolari ai danni dei cittadini più poveri ed onesti; solo osservando i tasselli di questo mosaico diventa più chiara la mappa delle forze e degli interessi in campo: un mosaico in cui - attraverso politica, affari e criminalità organizzata – emerge l’uso e il controllo del nostro territorio – povera terra di conquista -  che nel tempo ha di fatto cancellato memorie, identità e talvolta la stessa capacità di reagire.

Non possiamo più parlare di Città non inquinata dal potere mafioso, nonostante le continue rassicurazioni del Sindaco Simone Di Cagno Abbrescia, che si ostina a voler chiudere occhi ed orecchie per affermare ancora – contro ogni evidenza - l’assenza di attività mafiose a Bari.

La sua presenza sul palco alla festa di fine anno 2000 con il figlio del boss barese Savino Parisi non è per noi priva di significato simbolico...

La Commissione Nazionale Antimafia nel corso di questi ultimi anni, durante le sue visite nel capoluogo barese, ci ha più volte messo in guardia del rischio-mafia, ma era più comodo non allarmarsi e far finta di vivere in una realtà diversa (virtuale?) da quella analizzata.

Quando infatti la politica è incapace di guardare oltre il presente e di svolgere la necessaria funzione di mediazione fra le esigenze dei cittadini e quelle delle Istituzioni, allora è facile che diventi preda degli interessi portati avanti dalle lobbies di potere e della criminalità organizzata.

Nonostante lo smarrimento, non è giusto screditare tutto il ceto politico barese anche se la latitanza degli organi di controllo preposti a vigilare sulla correttezza dei meccanismi di sviluppo del territorio pone seri dubbi sulla loro autonomia.

Oggi - come hanno riportato gli organi di stampa - a Bari tocca a due Consiglieri comunali della destra di Alleanza Nazionale essere indagati dalla magistratura per voto di scambio e collusione con personaggi legati ad uno dei clan mafiosi della città, ma soltanto pochi mesi fa a Fasano un Consigliere comunale del centro-sinistra, de “i Democratici”, ha visto figlio e genero pesantemente collegati al contrabbando delle sigarette: non è pertanto questione di appartenenza politica!

Quando viene meno il  legame tra etica e politica, allora non si ha più nemmeno il pudore nella ricerca – a tutto campo ! - del consenso elettorale.

Ben venga allora anche a Bari l’iniziativa di una Magistratura che sa fare il suo dovere e che fa rinascere fiducia e speranza in coloro che da sempre credono nella testimonianza coerente del proprio impegno civile; adesso tocca ad altri fare il proprio dovere, dai cittadini agli organi istituzionali, alle forze economiche e politiche: riflettano seriamente soprattutto i politici sul ruolo di “guida” che possono tornare ad avere i partiti, sia pur rinnovati.

Purtroppo vediamo che anche gli ultimi nati sembrano aver appreso molto bene le vecchie logiche clientelari, quelle che aiutano poi in definitiva la criminalità organizzata a diffondersi e ad affermarsi!

Non è un caso che siano stati nominati i cittadini: è importante il loro ruolo - sia come singoli che come associati in gruppi e movimenti: Bari infatti può tornare a vivere in libertà a patto che tutti i suoi cittadini sappiano con forza ed orgoglio liberarsi da quello spirito di dipendenza che li relega ad un ruolo di estrema debolezza.

Lo sforzo congiunto fra cittadini e classi dirigenti sane, in primis la classe politica,  in un patto nuovo e rinnovato di alleanza civica deve ridare supremazia alla politica sugli interessi di pochi, isolando quanti - forti dei “pacchetti” di voti - cercano e trovano spazio, non importa dove e come, in formazioni politiche prive di ossigeno elettorale e/o di progetti e di sani principi di appartenenza.

La piaga del trasformismo, che innegabilmente è la più grande alleata dei poteri forti (ed uno di questi è rappresentato dalla criminalità organizzata),  può e deve essere combattuta ovunque si manifesti: in questa battaglia può giocare un grande ruolo l’informazione – dalla carta stampata a quella televisiva a quella on line - che deve trovare strategie nuove per riavvicinare i cittadini alla lettura, all’ascolto, alla conoscenza dei fatti, contribuendo alla formazione di un’idea civica di partecipazione e non di un sempre più diffuso senso di solitudine ed isolamento.

Carlo Paolini    Pubblicato su "BariSera" - 13.03.01