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E’ vero progresso, è vero benessere?

            di G.LeImi

             "Tragico week-end, nebbia e ghiaccio, strage sulle strade". Ecco quanto siamo abituati a leggere ogni lunedì mattina sui giornali. Bilanci che oscillano in tutta Italia ogni fine settimana dai trenta ai quaranta morti. Cosa facciamo quando leggiamo cifre del genere? Buttiamo il giornale, molto spesso non restiamo neanche impressionati da tali cifre, tanto a noi va sempre bene, al limite ci arrabbiamo quando al rientro da una gita dobbiamo fare una mezz’ora di fila, poi tutto finisce lì. Giornali ecologisti come; "Notizie Verdi" riportano titoli: “I verdi al potere?", "Di ritorno dalla Jugoslavia, un groppo in gola", "La riforma dei potere elettorale", “La terapia biologica del cancro", chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere. Ogni singolo individuo cosa fa di concreto per arrestare questa terrificante carneficina che oramai ha raggiunto, secondo cifre da me lette, circa diecimila morti l'anno? Quando vediamo le decine di lapidi, fiori, foto che costeggiano le strade, rimaniamo quasi indifferenti, morire per l'auto è normale e si fa poco e nulla per arrestare questa strage. Molto spesso sono i giovani le principali vittime di queste ecatombe e non ci sentiamo assolutamente  responsabili quali adulti, di riservare a loro ed alle generazioni che verranno una vita difficile, quasi impossibile. Regalare un motorino a questi ragazzi è per noi motivo di soddisfazione: loro sono contenti e noi ci sentiamo più liberi. Ma noi CAI, cosa facciamo praticamente nella società per arrestare questa carneficina? Le gite sociali si continua a farle in auto private, in pullman a noleggio. Quante sono le escursioni effettuate con mezzi pubblici: corriere di linea, treni? E’ meglio non rispondere. Le scusanti per non adoperare il mezzo pubblico sono: le attese, la comodità e l'efficienza del mezzo privato. Eppure vi assicuro che adoperare il mezzo pubblico non è così, si entra in un'altra dimensione. Il viaggio in treno procede con delle soste che allungano i tempi di percorrenza, ma avete mai pensato quale dimensione umana acquista la nostra giornata, quando stanchi di una gita, facciamo una sosta di mezz'ora in qualche cittadina di provincia? A volte è vero per la gita spendiamo qualcosa in più viaggiando in treno, ma molto spesso viene sottovalutata la sicurezza, la possibilità di muoversi nel mezzo e soprattutto il vantaggio di evitare lunghe code ai caselli. Fattore importante nel trasporto collettivo è la diminuzione di inquinamento che noi amanti della natura, spesso, neanche prendiamo in considerazione. Ci arrabbiamo solo quando una moto da trial ci oltrepassa su un sentiero di montagna. Respirando quei gas di scarico nell'aria pura della quota ci accorgiamo quanto veleno inalano i nostri polmoni giornalmente. Il trasporto collettivo è risparmio, altro fattore particolarmente importante in questo periodo di crisi economica. Il treno a mio avviso è un mezzo estremamente comodo per viaggiare e senz'altro va preso in considerazione negli spostamenti nell'ambito dei nostro territorio. Una rete ferroviaria anche se vetusta, offre dei buoni collegamenti, basta conoscere gli orari ed uniformarsi ad un modo differente di viaggiare che richiede più tempo ma è senza meno sicuro e piacevole. Non si possono disconoscere ì bel panorami della linea Sulmona - Carpinone, Temi - L'Aquila - Suimona, Avezzano - Sora - Venafro, vere opere d'arte, che nulla hanno da invidiare a quegli scenari che ci vengono offerti sulle Alpi da alcune linee ferroviarie svizzere. Scesi dal treno si può utilizzare una corriera di linea, o come spesso ho già fatto ìn Svizzera e Francia, si può noleggiare un taxì per raggiungere la meta prefissata. Ma un grave rischìo sì profila all'orizzonte; in un articolo apparso sul periodico di informazione dell'Ente Ferrovie dello Stato di settembre 1992, da parte del signor Cesare Vaciago, responsabile Divisione trasporto Locale intitolato: "Chi paga?" si espone: "Contíamo le teste ai finestrini, amici: Sono meno di 50? Quel treno deve sparire. Sono meno della metà dei posti? Quel treno costa troppo; - Sono più della metà? Bisogna pagare il giusto oggi e prepararci a pagare di più in futuro". L'autore dell'interessante articolo riprende in un altro punto una considerazione a mio avviso molto importante: "La morale è semplice: perché un treno sia ripagato (vedremo da chi) deve portare almeno l'equivalente di 4/5 autobus e cioè 200-250 persone. Comunque é inaccettabile programmare il trasporto su ferro di un numero di persone inferiore alla portata di 1 o 2 autobus ... un treno è realmente giustificato se trasporta l'equivalente di 10 autobus: 500 persone circa". Signor Cesare Vaciago il suo articolo dice senza dubbio il vero, ma la carenza di viaggiatori sui treni non è dovuta anche ad un mancata pubblicità sui vantaggi dei mezzo pubblico? Non mi voglio permettere di controbattere, da grande esperto che è lei, quanto evidenzia nel suo articolo. Ma, secondo me, da semplice utente del mezzo pubblico, mi sento di affermare che se le ferrovie propagandassero attraverso i mass-media l'uso del treno, i rami secchi delle ferrovie forse potrebbero sopravvivere. E’ un grave errore abbandonare a se stesso un patrimonio ferroviario che i nostri progenitori ci hanno lasciato. Orari ben studiati che valutino le coincidenze di treno e corriere possono senz'altro agevolare l'uso dei mezzo pubblico. Una propaganda all'estero ed in Italia delle nostre linee ferroviarie secondarie potrebbe agevolare un buon turismo alternativo. Certo occorrono degli sforzi, occorre modificare l'efficienza del centralino addetto alle informazioni degli orari ferroviari, favorire l'uso dei treno creando apposite tessere per escursionisti come già avviene da tempo in Francia. Perché non si ricreano i treni della neve? Ricordo molto bene che si scendeva ad Avezzano, poi le corriere ti portavano a sciare ad Ovindoli. Per una città come Roma con oltre tre milioni di abitanti ed una serie di cittadine e paesi satelliti creare una struttura simile sarebbe una cosa straordinaria. Con quanta più sicurezza si potrebbero raggiungere l'Altipiano delle Rocche e le innumerevoli piste di fondo, da discesa, per non parlare delle infinite possibilità che si aprono allo sciatore alpinista. Si è mai pensato quali enormi opportunità per gli amanti degli sport invernali esistono a Roccaraso, Pescocostanzo, Campo di Giove, alla stazione di Palena: si scende dal treno e trovi subito la neve. In estate oltre agli escursionisti, si potrebbero favorire gli amanti della “mount-bike", i turisti che apprezzano l'arte e la cucina. Spero con questo mio scritto di non aver urtato la sensibilità di nessuno, il mio vuole essere solo uno sfogo quale unità singola che nulla può e tanto vorrebbe fare per m maggiore benessere che ricada su tutta la collettività.