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PROGETTO DI UNA VEDETTA ALPINA SUL GIANICOLO

di Gianfranco Lelmi

L’ingegnere P.E. De Sanctis fu il promotore di un progetto originale  che contemplava la realizzazione di una “vedetta Appennina” da realizzare sul Gianicolo, onde permettere ai visitatori di ammirare i vasti panorami che circondano Roma. Come scriveva l’autore del progetto, socio del Club Alpino Italiano, “l’alpinista da questo punto di osservazione vi apprende l’ubicazione esatta dei monti vicini, ma anche dei lontanissimi che sembra che alzino le vette per mostrarsi agli abitanti della città eterna”. Pertanto rifacendosi alla “stazione vedetta” esistente all’epoca sul monte dei Cappuccini,  a Torino, visitata ogni anno da migliaia di persone ed alle osservazioni del compianto presidente del Club Alpino Quintino Sella che consigliava di farne un punto di osservazione, nella riunione del consiglio direttivo  della Sezione del Club Alpino Italiano di Roma, il giorno 23 marzo 1887, fu approvato il progetto per eseguire lavori di restauro ed adattamento all’edificio esistente. All’inizio il colle del Gianicolo era di pertinenza della privata villa Corsini, poi l’acquisto da parte del comune e del governo, per sistemare a palazzo Corsini l’Accademia dei Lincei, facilitò la realizzazione di un tracciato per una “splendida ed amena passeggiata”. Fu nella parte più elevata di questa villa che si pensò di realizzarvi “una vedetta Appennina”. Come scriveva l’autore del progetto, “il corpo di fabbrica verso mezzogiorno-oriente è completamente destinato ad uso esclusivo del Club Alpino Italiano”. La vedetta propriamente detta era concepita nel progetto, sulla terrazza superiore  della torre “che costituisce la vedetta propriamente detta”. A 95 m. sul livello del mare, da questo punto si gode “un completo e splendido panorama”. Difatti come osservava l’Autore, si possono osservare i Sabatini, i Cimini, i monti Sabini con il Tancia e più indietro il monte Terminllo. Il Gennaro quasi di fronte, verso Tivoli si susseguono i monti Simbruini ed i Prenestini. I monti vulcanici laziali, i Castelli, il monte Cavo, completamente sulla destra.