Dr. Sebastiano
Venturi
investigator on Iodine Deficiency Disorders
and Iodine metabolism
-Iodine in biology
-Extrathyroidal iodine
-Gastric cancer
-Atrophic gastritis
-Breast cancer
-Goitre
-Salivary Glands
-Oral Health
-Immunity
-Iodine metabolism
-Iodide as an antioxidant
-Iodine-prophylaxis
-Cretinism
-Neuropsycological Pathologies
-Evolution
-Evolution of Dietary Antioxidants
-Vitamin C in Evolution
-Selenium: Evolution in Biology
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Dr. Sebastiano Venturi
via Tre Genghe n. 2; 47864
PENNABILLI (RN) ; (Italy)
Tel : (+39) 0541 928205.
E-mail :
venturi.sebastiano@gmail.com
C.V.
Updated March 12, 2011
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RUOLO DELLO IODURO NELLA CANCEROGENESI
DELLO STOMACO E DELLA MAMMELLA : UN ANTICO ANTIOSSIDANTE ?
( Pubblicato su i "QUADERNI di ONCOLOGIA"
1998, Vol. 8, n.1 :37- 40 )
Sebastiano Venturi, Mattia Venturi e Marta
Venturi .
Servizio dIgiene, USL n.1 - Regione
Marche. Via Tre Genghe, 2 - 61016-PENNABILLI (PS)
Tel. 0541-928205 ; Fax : 0541- 928112 ;
E-mail : venturi.sebastiano@gmail.com
http://www.infotel.it/moon/pennabilli/venturi.htm
Lo iodio è lelemento
più pesante e ricco di elettroni che si riscontra nella dieta.
In natura lo iodio esiste come ione ioduro (I-) ed in questa forma viene
captato da tutte le cellule viventi, animali e vegetali. Nei vertebrati,
che sono i soli a possedere la tiroide ed i suoi ormoni iodati, gli ioduri
inorganici extratiroidei non-ormonali costituiscono più del 50-80
% dello iodio corporeo totale ed il significato del loro ruolo biologico
non è ancora conosciuto.
CORRELAZIONI TRA IODIO, STOMACO e TIROIDE
La ghiandola tiroidea deriva, dal punto
di vista embriogenetico e filogenetico, dallo stomaco primitivo, per cui
possiamo considerare le cellule tiroidee come cellule gastriche primitive
che, durante levoluzione, sono migrate e si sono specializzate nella
cattura, nellaccumulo e nella elaborazione di composti iodati. Questa
trasformazione si è resa necessaria per ladattamento di animali
primitivi marini allambiente terrestre, carente di iodio. Le cellule
dello stomaco, della tiroide e della mammella hanno in comune la capacità
di concentrare lo ioduro e tale funzione è codificata dallo stesso
gene cromosomico per il sodium-iodide symporter della "pompa dello
ioduro" (1). Tiroide e mucosa gastrica condividono numerose affinità
morfologiche e funzionali, tra cui la polarità cellulare, i microvilli
apicali e la capacità di secernere glicoproteine simili (tireoglobulina
e mucina). Entrambe secernono ormoni peptidici (pepsina e tiroxina) ed
hanno capacità di digestione (tramite peptidasi) e di riassorbire
proteine alimentari e tireoglobulina; inoltre hanno in comune antigeni
organospecifici simili e malattie autoimmuni associate. Nel 1985 Banerjee
e coll. hanno dimostrato, in cellule gastriche e tiroidee, anche la capacità
di formare simili iodotirosine e composti iodati. In tali cellule gli
ioduri agiscono come donatori di elettroni in presenza di perossido di
idrogeno (2). Ma la primordiale "pompa dello ioduro" della cellula
mucosa gastrica, ha minore affinità per lo ioduro di quella tiroidea
e non risponde allo stimolo del più moderno ed evoluto TSH. Infatti
le cellule iodio-captanti della cavità gastrale dei Poriferi hanno
circa 700 milioni di anni e 400-500 milioni quelle iodio-captanti dellendostilo
gastrointestinale dei primi Cordati da cui, quasi 200-150 milioni di anni
fa, ha avuto origine la tiroide degli odierni mammiferi.
Pertanto, cronologicamente (dal punto di
vista filogenetico ed anche embriogenetico) possiamo differenziare 3 meccanismi
di azione dello iodio:
A) Meccanismo antico e diretto sullendoderma
iodiocaptante dell intestino superiore e dello stomaco primitivo,
e sullectoderma ed epidermide. In tale azione gli ioduri, probabilmente,
funzionano come antiossidanti.
B) Meccanismo più recente e diretto
sugli organi iodio-captanti derivati dalle tasche branchiali: in particolare
sull' abbozzo tiroideo fetale (pre-ormonale), sulle ghiandole salivari,
sul timo e sulla mucosa faringea. Tale azione, inoltre, si esplica anche
sui plessi coroidei cerebrali, sulle arterie e sull' apparato osteo-articolare.
Anche questi organi utilizzano, in parte, ioduri inorganici.
C) Meccanismo più recente ed indiretto
della tiroide funzionante e dei suoi ormoni iodati che agiscono su tutte
le cellule dei vertebrati utilizzando composti organici dello iodio (
T4 e T3). Tali ormoni agiscono in piccolissime quantità ed utilizzano
meno di 1 mg di iodio (circa 1/30 - 1/50 dello iodio totale dellorganismo
umano). La T4, trasformata in T3, agisce tramite i recettori della T3
stessa.
A tal proposito, abbiamo ipotizzato che
tutti questi tre meccanismi d' azione tuttora possano coesistere nelle
cellule dei vertebrati. Evans e coll.(3) hanno dimostrato, su ratti tiroidectomizzati,
che 5 mg di ioduro di potassio, iniettati giornalmente, sono in grado
di ripristinare la funzionalità degli organi compromessi dallipotiroidismo,
come si ottiene anche con la somministrazione di 0.250 microgrammi di
tiroxina.
Nella topina gravida, la mucosa gastrica
del feto mostra una attività iodio-concentrante più precoce
di quella della tiroide fetale (4). Scintigrafie con Iodio-131, nelluomo,
evidenziano la persistenza del radio-iodio nello stomaco per oltre 72
ore e così nellabomaso dei bovini, nei quali esiste un efficiente
meccanismo di riciclaggio dello iodio tramite lapparato gastrointestinale
(5). Nello stomaco di certi rettili, più primitivi, il radioiodio
permane per più di 8 giorni (6) .
La ghiandola tiroidea è, dal punto di vista evoluzionistico, un
organo moderno e la sua funzione è iniziata ed è stata perfezionata
dai primi cordati fino ai più recenti mammiferi.
La tiroidectomia ed il conseguente ipotiroidismo possono, secondo noi,
essre corsiderati una sorta di "rettilizzazuione", cioè
quasi una regressione filogenetica allo "stadio di rettile"
, di cui infatti vengono riacquistate alcune caratteristiche come: la
pella secca, squamosa con perdita di peli, un generale rallentamento della
digestione, del battito cardiaco, dei riflessi nervosi con stato letargico
ed infine la riduzione del metabolismo e la ipotermia.
Ma qual è il ruolo biochimico dello
iodio nelle cellule iodiocaptanti?
Tramite perossidasi, gli ioduri riducono,
cedendo un elettrone, lossigeno del perossido di idrogeno, anche
nella normale ormonogenesi tiroidea. Il rimanente atomo di iodio si lega
rapidamente a residui della tirosina, o anche della istidina o a specifiche
proteine e lipidi, neutralizzando il suo forte potere tossico ed ossidante.
A tal proposito, possiamo ricordare brevemente,
l'azione cooperante dello iodio con il selenio: esso è presente
negli enzimi perossidasici che scambiano elettroni con gli ioduri. Infatti
la carenza di iodio e di selenio sono state indicate come condizioni predisponenti
nella cancerogenesi ed in alcune disfunzioni tiroidee. E' interessante
ricordare, inoltre, il progressivo gradiente di elettronegatività,
secondo le unità della scala di Pauling, esistente tra Ossigeno
(3.44), Iodio (2.66), Selenio ( 2.55) e Idrogeno (2.20).
Tale gradiente sembra far intuire il ruolo
e la collocazione degli ioduri nel trasferimento degli elettroni. Nei
ratti, gli ioduri "proteggono" le cellule cerebrali ed epatiche dai danni
della perossidazione lipidica senza alterarne il profilo ormonale tiroideo
(7), e mantengono tale azione anche nellocchio isolato di coniglio
(8).
Recentemente, abbiamo riportato (9) (10)
che la carenza o leccesso, di iodio nella dieta costituisce un fattore
di rischio per il cancro gastrico e per la gastrite cronica atrofica ,
molto frequenti nellentroterra delle provincie di Pesaro, Forlì
e Arezzo, che sono tuttora fra le province italiane più colpite
da cancro gastrico ed anche da gozzo da carenza iodica . La correlazione
statistica tra gozzo e cancro gastrico era stata descritta nei primi ampi
studi epidemiologici dei britannici Stocks (11) e Spencer (12) e, in questi
anni, da noi riconfermata (9). Alcuni inibitori e competitori della "pompa
dello ioduro" come i nitrati, i tiocianati ed il cloruro di sodio (13),
sono fattori di rischio ben conosciuti nella cancerogenesi dello stomaco.
Malgrado ciò, lItalia è,
insieme allAlbania, allultimo posto in Europa per consumo
di sale iodato. Oggi solo il 2 % del sale consumato dagli italiani è
iodato, e diversamente da tutti gli altri paesi civili, ha un costo vergognoso
di quasi 1000 (mille !) lire in più al chilogrammo che ne disincentiva
luso. Le nostre prime esperienze locali (pubblicate) di iodioprofilassi
furono eseguite con la soluzione di Lugol, essendo irreperibile tale tipo
di sale negli anni 70.
IODIO e MAMMELLA
Esistono numerosi studi su importanti riviste
bio-mediche, reperibili su Medline, che dimostrano l'esistenza di una
correlazione tra il tumore della mammella con la carenza alimentare di
iodio (14) e di alghe marine commestibili, ricche di ioduri. Negli USA,
in cui il sale da cucina iodato è usato da molti decenni, il gozzo
ed il cancro dello stomaco sono molto diminuiti, e da alcuni anni, anche
il cancro della mammella ha iniziato a diminuire in modo rilevante. Le
cellule alveolari dei duttoli mammari captano ioduri inorganici e formano,
tramite specifiche perossidasi, iodoproteine solo durante la gravidanza
e allattamento, condizioni ben conosciute che proteggono dal cancro mammario.
La captazione diretta dello ioduro, da parte delle cellule tumorali, mostra,
sperimentalmente, un effetto soppressivo sulla crescita dei tumori mammari,
nei ratti, indotta dallagente cancerogeno DMBA (15).
In tutto il mondo, i clinici, fino agli
anni 50, usavano gli ioduri come "farmaci" immunostimolanti,
antiaterosclerotici, antiartrosici ed antiflogistici (sia nelle forme
croniche che degenerative) con evidenze cliniche e sperimentali anche
su animali di laboratorio. Oggi, come è noto, molte di tali malattie
degenerative sono imputabili, in parte, ai radicali liberi dellossigeno,
che sono neutralizzati anche dagli ioduri.
IODIO, TIROIDE ed EVOLUZIONE
Recentemente abbiamo ipotizzato che lazione
antiossidante degli ioduri sia molto antica, ed abbia preceduto la formazione
della tiroide e dei suoi ormoni (16)(17). Tre miliardi di anni fa le Alghe,
ricchissime di iodio, furono le prime cellule viventi a produrre ossigeno,
tossico a quei tempi, nellatmosfera terrestre. Pertanto le cellule
delle alghe necessitavano di una efficace sostanza antiossidante per difendersi
dallossigeno prodotto nel loro interno. E possibile che gli
ioduri abbiano avuto proprio questo specifico ruolo antiossidante.
Recentemente ricercatori del CNRS francese
hanno confermato, sperimentalmente, sulle alghe lazione antiossidante
da noi ipotizzata (18).
La ghiandola tiroidea è, filogeneticamente,
un organo moderno e la sua funzione è iniziata ed è stata
perfezionata, come si è detto, dai primi Cordati ai più
recenti Mammiferi. Moderni sono anche i recettori nucleari della T3 se
paragonati alla più antica e primitiva tiroxina (T4). Infatti la
tiroxina è presente nei tessuti fibrosi dellesoscheletro
degli animali inferiori (Invertebrati), senza alcuna azione ormonale (17).
Quando alcuni animali marini cominciarono, per la prima volta, ad emergere
dalloceano, ricco di iodio, ed a trasferirsi sulla terraferma, povera
di iodio, la loro dieta vegetale diventò non solo carente di fonti
di iodio (il fitoplancton marino), ma anche ricca di competitori dello
ioduro come i nitrati, nitriti, tiocianati ed alcuni glicosidi. E
probabile che, durante il processo evolutivo di adattamento alla vita
terrestre, questi animali primitivi abbiano imparato ad usare la T4, non
antagonizzata dai suddetti inibitori. Le cellule produttrici di tiroxina
(prima probabilmente utilizzata come sostanza di sostegno dellesoscheletro
degli invertebrati), in seguito hanno iniziato a cooperare con altre cellule
di strutture anatomicamente ed embriologicamente vicine: come le cellule
C della stessa tiroide (produttrici di calcitonina) e le cellule delle
paratiroidi (produttrici di paratormone). Scopo di tale cooperazione era
il potenziamento strutturale antigravitario dellendoscheletro dei
vertebrati. Le cellule dei vertebrati hanno cominciato anche ad utilizzare
la T4 come trasportatore intracellulare di ioduro-antiossidante, grazie
ad enzimi deiodasici presenti nelle cellule-bersaglio periferiche.
Come inibitori della perossidazione lipidica,
tramite la 5-monodeiodasi, la tiroxina e la reverse-T3 sono state
trovate più efficaci per attività antiossidante della vitamina
E, del glutatione e dellacido ascorbico (19).
La rimanente deiodata T3, divenne, così,
il vero ormone dei moderni Vertebrati, capace di attivare la metamorfosi
e la termogenesi, necessarie per la vita terrestre, tramite la neo-formazione
di recettori (alfa e beta) della T3 (17) (20) (21).
L'elevata iodocaptazione del timo fa capire
inoltre limportante, anche se poco conosciuto, ruolo degli ioduri
nei meccanismi immunitari, anche da noi, studiato nei bambini in iodioprofilassi
(22). Tale azione rafforza le difese immunitarie in generale e verosimilmente
anche quelle contro le cellule tumorali (9).
In conclusione, noi riteniamo che lazione
antiossidante (e presumibilmente antitumorale) di tale oligoelemento potrebbe
costituire un meccanismo naturale protettivo, importante anche a scopo
preventivo. Vogliamo sottolineare, inoltre, che lo studio dellazione
extratiroidea dello ioduro potrebbe costituire una nuova importante area
di ricerca.
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