Iranian
Notizie dall'Iran e dagli iraniani

N°: 13092004c002

 

Data:13.09.2004

Fonte: Radio Farda - Peykeiran.com

 

Iran, ancora ignota la sorte di dieci pastori

TEHERAN (Iran) - Dopo tre giorni non è ancora noto dove siano stati trasferiti dieci degli ottanta credenti evangelici iraniani arrestati lo scorso 10 settembre. Il luogo di detenzione dei dieci pastori non ancora rilasciati - Vartan, Soren, Harmik, Giorg, Omid, Farhad, Neshan Khatashuria, Hamid, Henry Manukian e Robert - non è stato ancora reso noto nemmeno ai familiari, che non sono riusciti a sapere dove sono stati trasferiti.

Gli evangelici arrestati erano alla loro riunione annuale a Karaj, vicino alla capitale Teheran; testimoni oculari affermano che gli arrestati sono stati portati via con diverse macchine, gli occhi bendati e le mani legate. Le automobili si sono divise e hanno girato per le vie della città prima di allontanarsi. Da tredici anni la chiesa evangelista iraniana è sotto la pressione del regime
islamico. Nel 1993 Mehdi Dibaj, che si era convertito al cristianesimo ed era diventato pastore, è stato condannato a morte per ateismo, secondo la legge islamica praticata in Iran; rilasciato in seguito a una campagna d'opinione internazionale nel gennaio 1994, è stato rapito e assassinato appena cinque mesi dopo essere tornato in libertà.

In questi tredici anni molti iraniani, in particolare giovani, si sono convertiti di nascosto al cristianesimo, frequentando culti evangelici in clandestinità. Huspian Mehr, vescovo armeno, prima di essere ucciso ha scritto: "Se ci uccidono o finiamo in carcere è per la nostra fede. Vogliamo che tutti i cristiani del mondo sappiano quello che ci succede in Iran. Non abbiamo niente da perdere. In tutti questi anni abbiamo subito e sopportato in silenzio ma non è cambiato niente".

Secondo la legge khomeinista le pratiche religiose sono
teoricamente libere (anche se vi sono in realtà forti restrizioni), ma convertirsi dall'Islam a un'altra religione viene punito con la pena di morte.
 

Arrestati ottanta evangelici in Iran: torna la repressione

TEHERAN (Iran) - La polizia si è introdotta all'annuale raduno delle Assemblee di Dio, che si stava svolgendo nella città di Karaj, a 30 km dalla capitale Teheran, ed ha arrestato ottanta leader di chiesa. L'azione, da molti definita «la peggiore azione repressiva degli ultimi dieci anni nei confronti dei cristiani evangelici», è avvenuta giovedì 9 ma se n'è avuta conferma solo oggi.

Le forze dell'ordine hanno effettuato un raid senza preavviso nella sede della denominazione: come riferiscono testimoni oculari, hanno accerchiato l'edificio e poi vi si sono introdotte, arrestando tutti i presenti, bendandoli ed interrogandoli. Per evitare che potessero capire dove erano condotti, sono stati trasportati in giro, per molte ore, a bordo delle automobili delle forze dell'ordine, bendati, fino a raggiungere un posto di polizia, ove sono stati interrogati. La polizia aveva a disposizione numerosissime informazioni su ciascuno di loro, come tutti hanno capito dal tenore delle domande rivolte.

Al momento, dieci pastori permangono nelle mani delle forze di sicurezza ed è loro impedito ogni contatto con le famiglie. L'agenzia "Compass" incalza: «Questa è la più grande crisi da quando dieci anni fa furono uccisi tre pastori evangelici».

A tutti i credenti rilasciati giovedì è stato proibito di frequentare i servizi di culto la giornata successiva e la questione riapre ferite che si credevano rimarginate: l'Iran è una teocrazia stretta, ha sempre cercato di limitare le attività dei cristiani anche attraverso l'uso degli arresti e, per la legge islamica, l'abbandono dell'Islam è inteso come apostasia meritevole di morte.

Le fonti ufficiali iraniane non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sul caso.