LA PESTE

 Nel 1347 la comparsa delle peste ebbe effetti rovinosi. La peste è un morbo provocato dal bacillo di Yersin. Si presenta in due varietà: bubbonica e polmonare. Agente del contagio è la pulce che si annida nella pelliccia dell'animale e che alla sua morte può trasferirne il sangue infetto su essere umano. Conduce alla morte nel 60% dei casi. In Europa il roditore che diffuse la peste fu il rattus rattus (piccolo topo nero con coda molto lunga). Comparsa nel 1338 in Asia a partire da un focolaio sconosciuto la peste si diffuse verso occidente seguendo i percorsi della via della seta. La riduzione della popolazione ebbe un peso determinante nel condurre il XIV secolo a una situazione di crisi generale. Le stime accertate ci dicono che l'Europa era passata da 35/40 milioni di abitanti del 950/1000 agli 80/85 milioni dei 1300, discesi a poco più di 70 alla vigilia della peste. Dopo tre anni di epidemia i dati disponibili suggeriscono una cifra dell'ordine dei 50 milioni. La prima reazione dell'epidemia fu il terrore collettivo e parve come un'inesorabile punizione divina. Fu la peste a procurare ulteriori carestie ostacolando con la sovramortalità e il panico le operazioni di semina e raccolto. Grandi masse di contadini furono allora spinte verso le città che diventarono ancora più esposte ai rischi del contagio. Non appena una regione veniva colpita dalla peste l'intera vita economica si arrestava di colpo. I prezzi dei prodotti si ridussero notevolmente, i salari aumentarono e ci furono delle consistenti riduzioni dei canoni che gravavano sulla terra.

 

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