PERCHE' SI PARLA DI RIVOLUZIONE AGRICOLA MEDIOEVALE?

L'unico documento prima del XIV secolo relativo ai fatti demografici è il "Domesday book", censimento inglese voluto dal re Guglielmo il Conquistatore per avere una base per le imposizioni fiscali. Ne derivano diverse stime tra cui uno che ha dato una media di 3,5 componenti per ogni famiglia contadina e una popolazione totale di 1,1 milioni di abitanti. Gli storici hanno analizzato la situazione anche negli altri paesi. Nel 1000 l'Italia era il paese più densamente popolato e raddoppiò nei tre secoli successivi. In Francia e nei Paesi Bassi la popolazione si triplicò e in Inghilterra e in Germania aumentò di tre volte e mezzo. In Spagna e nella parte orientale dell'Europa, invece, lo sviluppo fu più lento. Quindi nel 1000 le realtà demografiche erano molto eterogenee e solo tra il 1320-1340 si creò un mondo demografico più omogeneo poiché ovunque vi erano 30 abitanti per ogni km2. Lo sviluppo demografico fu garantito dalla società carolingia che sfruttò direttamente le risorse dell'ambiente boschivo. Queste condizioni materiali consentivano delle densità demografiche molto basse. Solo la trasformazione di boschi in campi coltivati avrebbe potuto liberare le energie demografiche che si venivano accumulate nell'Europa del X secolo. La crescita demografica dell'Europa medievale fu segnata soprattutto da una vera trasformazione qualitativa: il passaggio da una società silvo-pastorale a una società contadina, nella quale l'aratro dissodatore è andato in concorrenza con il bosco. Le condizioni di sussistenza vennero sempre più a dipendere dall'entità del raccolto. Inoltre dal X al XIV secolo il sistema agricolo europeo si mise in grado di mantenere una popolazione urbana che era cresciuta ancora più in fretta di quella complessiva; infine le condizioni materiali dovevano essere migliorate per tutti, così per tutte queste ragioni molti studiosi hanno accolto l'idea di una vera e propria rivoluzione agricola medievale.

 

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