le produzioni delle stagioni precedenti
A 5 CM. DA TERRA testo e regia di Gianluigi
Gherzi con Stefano Jotti e Emanuele Valenti (Mario Imparato) scene e luci di Paolo Baroni musiche originali di Leandro Sorrentino e Sascia Ricci - costumi di Daniela Salernitano |
Chi è "il padre", oggi?
Che significa "imparare a volare"?
Chi educa chi?
A cinque
centimetri da terra è il tentativo di unire dimensioni apparentemente opposte. Ci è
piaciuto in questo spettacolo cercare di essere leggeri e, contemporaneamente,
“pesanti”.
Pesanti in che senso? In quello di voler parlare
della realtà, di sentirsi molto legati a questa storia, che è una storia di scugnizzi
che volano. E il cui desiderio di volare prende tanto più valore in quanto
viene da una condizione in cui si conoscono la fame, la privazione,
l’umiliazione quotidiana per le strade. In questa storia di orfani, di piccoli
furti e astuti espedienti, di abbandoni e di vita di banda, a un certo punto
qualcuno arriva: ti indica il cielo e ti invita a guardare in alto. Non per
dimenticare la vita da cui vieni, ma perchè quel guardare in alto potrà essere
utile a tutti, realizzare un sogno che la brutalità del presente ha soffocato.
La leggerezza. Il sogno e la promessa del volo. Un
volo non solo fisico. Un ripulirsi, un affinare le proprie qualità, un
tentativo di arrivare vicini a quell’estremo dove l’umano si realizza.
“A cinque
centimetri da terra” unisce in scena due attori molto diversi: il lavoro di Stefano
Jotti, sanguigno attore di origine emiliana, istrionico e fantasioso e nello
stesso tempo capace di un rigore disossato, e l’energia felice, la comicità
istintiva, la freschezza dell’approccio al teatro di Emanuele Valenti,
giovanissimo attore napoletano, con alle spalle importanti esperienze di lavoro
con Enzo Moscato e Sergio Longobardi.
Paolo Baroni ha disegnato e realizzato scenografia e
luci dello spettacolo. Anch’egli è partito dal “pesante”, raccogliendo
materiali da discariche e non, innamorandosi di pezzi di ferro, di scafi di
vecchie barche, di cassette di legno e molle acrobatiche. Ha iniziato poi a
indagare, con gli attori, durante le prove, le possibilità di utilizzo e
trasformazione dei materiali, alla ricerca di un “leggero”, di un
“meraviglioso” non scontato, ma che riconosca la propria origine
nell’utilizzo e nella trasformazione degli oggetti quotidiani, anche i più
poveri.
Sacha Ricci e Leandro Sorrentino, membri dei gruppi
musicali 99 Posse e Bala
Perdida, hanno avvolto la nostra storia di un suono inquietante e
contemporaneo, a rimettere ulteriormente in campo la forza di un presente che ci
appartiene. Daniela Salernitano, con mano felice, ha saputo cucire sui
personaggi i colori e i costumi del nostro scugnizzo
volante e del nostro maestro zingaro.
Gigi Gherzi
Gigi Gherzi continua con questo spettacolo la sua
ricerca di un nuovo teatro popolare, comico e lirico insieme, saldamente
ancorato a quello che, bello o scomodo che sia, attraversa le nostre esperienze,
curioso del rapporto con ciò che nella musica, nelle arti visive, nel lavoro
delle arti tutte ci aiuta a ripensare un linguaggio caldo, immediato di poesia e
di cuore.
Una sberla in faccia, che, nello stesso tempo, faccia sorridere e mandi a casa gli spettatori sollevati, possibilmente a cinque centimetri da terra.
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