Poesie da "Atlantide riemersa"  
"Pugnalato da un pianto"

Mi ero lasciato il mare alle spalle;
si era ormai dissolto l'aroma delle onde.
Remote note di pianoforte giunsero fino a me:
solo allora, incontrai i suoi occhi.

Mi disse: Aggrappati a me,
alle mie sordide verità,
alle mie cupe schiettezze,
alle mie chiare sofferenze.

C'era incertezza nel mio sguardo:
culla di iridescenti paure,
regno di atavici pudori,
fortezza di radicati timori.

Indietreggiai, lambito dagli effluvi del mare
che, con nera prepotenza, ancora mi inondò;
pronunciai, in un mormorio, un fugace addio.
E mi chiusi in me stesso, pugnalato da un pianto.

(Luglio 1999)

"Atlantide perduta"

Calato in una notte senza alcun rispetto,
le ali nere: doloranti, lacerate, sanguinanti...
Porto silenzio e pace tra le stelle appisolate:
sulla luna troverò la mia ombra proiettata;
ma non è il sole la sorgente di luce, è Lei.

Sommerso da un oscuro cielo da attraversare,
spiegando le ali e baciandole di nuvole nere,
mi scorgo sullo specchio della mia luna...
Ma ci sei tu... Riemersa da un terremoto,
mia adorata Atlantide perduta... Amata...

Non hai ali, mia traditrice preferita,
timida figlia del peccatore...
Vieni: sarò io a sorreggerti.
Vieni: sarò io a condurti dentro me.
Vieni: sarò io ad implorare aiuto.

Una volta tramortito.
Una volta innamorato.

(Novembre 1999)
 



Torna alla pagina delle poesie