I DISCORSI DI BENITO MVSSOLINI |
PREFAZIONE Nelle pagine seguenti abbiamo voluto pubblicare alcuni discorsi di Benito Mussolini che riteniamo importanti ai fini storici. I discorsi presi in considerazione sono stati pronunciati dal 1919 (un anno dopo la fine della I Guerra Mondiale) al 1922 (Marcia su Roma). Nella lettura di questi documenti, si può notare come le stesse condizioni storiche dell'epoca vengono oggi nuovamente riproposte, sia nei programmi attuali, sia per i programmi di vita futura. Mussolini, per controbattere il bolscevismo assunse il potere con il preciso intendimento di contrapporvi la sua ideologia anche a discapito di una democrazia che comunque nulla di proficuo prometteva e che anche oggi, viene professata in silenziosa violenza riproponendo le stesse incertezze e gli stessi pericoli di un sopravvento comunista. Si potrebbe dire che benché gli uomini politici siano oggi diversi, i sistemi di governo e la mentalità statalista è rimasta praticamente uguale. Quello che differisce è sostanzialmente il contesto storico. Infatti il 1919 è l'anno seguente alla fine della I Guerra Mondiale che ha visto l'Italia uscire vittoriosa dalle fangose trincee di guerra pagando per questo un alto tributo di sangue. In quella guerra, condotta principalmente da contadini italiani, i quali erano spinti oltre che dalla necessità anche da un forte sentimento patriottico, l'Italia ha potuto scrivere un valoroso capitolo della sua storia. Benito Mussolini, prima socialista, diventa ben presto un agguerrito avversario di tale ideologia perché in esso vede un inopportuno attendismo e una forte vigliaccheria che pericolosamente si avvicina al tradimento. Sarà soprattutto su questo ultimo aggettivo che il futuro Duce d'Italia attaccherà il governo con i suoi discorsi pronunciati al popolo nelle piazze prima e in parlamento dopo. Un tradimento voluto dal governo dell'epoca che svenderà al tavolo della Pace la vittoria italiana conquistata sui campi di battaglia. Gli uomini di eccellente cultura del tempo, si schiereranno con Mussolini. Tra questi vi sarà D'Annunzio che, senza sparare un solo colpo di fucile, conquisterà Fiume donandola all'Italia. Riteniamo che i discorsi qui pubblicati possano dare il reale senso di ciò che in quel momento stava accadendo nel nostro Paese. Le frasi, gli atteggiamenti, le provocazioni e anche le violenze squadriste che lo stesso Mussolini più volte cita nei suoi discorsi, sono gli effetti di una causa social-comunista che per imporre le proprie idee e per distruggere già allora l'ideologia Fascista, fa della violenza urbana la principale arma persuasiva. Come potrete leggere, Mussolini invita più volte i comunisti e i socialisti a deporre questo ignobile modo di imporre l'idea politica alla massa e chiede ripetutamente di affrontare il problema in parlamento e con la dialettica, ricordando però, allo stesso tempo, che alla violenza social-comunista si contrapporrà quella Fascista. Gli anni di quel dopoguerra sono tumultuosi, i socialisti e i comunisti, sentono di perdere terreno nei confronti delle masse che sempre di più si schierano verso l'ideale Fascista. Mussolini ribatte più volte alle folle l'importanza di una guerra vinta ma che non è stata degnamente valutata sui tavoli della Pace. Sul giornale"Il Popolo D'Italia" e "Gerarchia"più volte scriverà articoli sul pericolo tedesco e su quanto poco o nulla abbiano fatto Francia e Inghilterra per evitare che la Germania sconfitta riprendesse il suo potere economico e quindi militare. Il 22 Marzo 1922, Mussolini, a proposito della Germania che ritiene sempre pericolosa e pronta ad una rivincita scriverà su "Gerarchia": " Guai alla Francia, se i tedeschi potessero domani, fare una nuova guerra e vincerla! Gli ultimi francesi sarebbero gettati nell'Atlantico." Le documentazioni riportate sono piene di nozioni storiche e citarle tutte sarebbe un po' come rovinare il piacere della lettura. Concludiamo questa nostra prefazione invitando i lettori a riflettere su quanto andranno a leggere. Assoluzioni o giudizi di colpevolezza non possono essere fatti se non immedesimandosi nel contesto di quella parte di storia presa in esame. Offensivo e denigratorio sarebbe, nei confronti di coloro che credettero nel Fascismo e che per esso morirono, dare un giudizio pretestuoso e/o di parte senza tener conto anacronisticamente del momento particolare nel quale l'Italia si trovava e stava vivendo. Siamo certi che, nonostante i tentativi di falsificazione e i voluti silenzi sulla storia da parte dei governi succedutisi fino ai giorni nostri dopo la fine della II Guerra Mondiale, nonostante le volgari e assurde accuse date nel tempo da chi più commise stragi ed atrocità di guerra rispetto a coloro che di tali reati furono accusati e nonostante una continua campagna denigratoria voluta da un governo che ha le sue fondamenta sul tradimento compiuto 54 anni fa ed è reo di eccidi mai giudicati e condannati, ma anzi, glorificati e presi a vanto per una ignobile guerra quanto ignobili furono coloro che nel nome di una ipocrita democrazia e di una falsa libertà la condussero, portando il nostro paese nel baratro della guerra fratricida, ribaltando posizioni nemiche ed alleate, Benito Mussolini rimanga sempre quell'uomo di grande carisma e di lungimiranza politica che ha saputo dare all'Italia ed al suo Popolo anni di gloria e di unità Nazionale come mai nessuno, prima e dopo di lui, è più riuscito. Egli, come tutti i grandi è, a tutto gli effetti, facente parte della gloriosa e sacra storia d'Italia. |
DISCORSI DA ASCOLTARE Discorso del 22-01-1939 ( File mp3) Discorso del 11-12-1941 ( File mp3) |