La shell è l'intermediario tra l'utente e il sistema, e di conseguenza il mezzo normale attraverso cui si può avviare e controllare un processo. Un comando impartito attraverso una shell può generare più di un processo, per esempio quando viene avviato un programma o uno script che avvia a sua volta diversi programmi, oppure quando si realizzano delle pipeline. Per questo motivo, quando si vuole fare riferimento all'attività derivata da un comando dato attraverso una shell, si parla di job e non di singoli processi.
Attraverso alcune shell è possibile gestire i job che in questo caso rappresentano raggruppamenti di processi generati da un unico comando.
La shell Bash, e in generale le shell POSIX, oltre alla shell Korn e alla shell C, gestiscono i job. Nelle sezioni seguenti si fa riferimento al comportamento di Bash (in qualità di shell POSIX), ma la maggior parte di quanto spiegato in queste sezioni vale anche per le shell Korn e C (ksh
e csh
).
Non si deve confondere un job di shell con un processo. Un processo è un singolo eseguibile messo in funzione: se questo a sua volta avvia un altro eseguibile, viene generato un nuovo processo a esso associato. Un job di shell rappresenta tutti i processi che vengono generati da un comando impartito tramite la shell stessa. Basta immaginare cosa succede quando si utilizza una canalizzazione di programmi (pipe), dove l'output di un programma è l'input del successivo. |
L'attività di un job può avvenire in primo piano (foreground) o sullo sfondo (background). Nel primo caso, il job impegna la shell e quindi anche il terminale, mentre nel secondo la shell è libera da impegni e così anche il terminale.
Di conseguenza, non ha senso pretendere da un programma che richiede l'interazione continua con l'utente che possa funzionare sullo sfondo.
Se un programma richiede dati dallo standard input o ha la necessità di emettere dati attraverso lo standard output o lo standard error, per poterlo avviare come job sullo sfondo, bisogna almeno provvedere a ridirigere l'input e l'output.
Un programma è avviato esplicitamente come job sullo sfondo quando alla fine della riga di comando viene aggiunto il simbolo &
. Per esempio:
#
make zImage > ~/make.msg &
avvia sullo sfondo il comando make zImage
, per generare un kernel, dirigendo lo standard output verso un file per un possibile controllo successivo dell'esito della compilazione.
Dopo l'avvio di un programma come job sullo sfondo, la shell restituisce una riga contenente il numero del job e il numero del processo terminale generato da questo job (PID). Per esempio:
[1] 173 |
rappresenta il job numero 1 che termina con il processo 173.
Se viene avviato un job sullo sfondo, quando a un certo punto ha la necessità di emettere dati attraverso lo standard output o lo standard error e questi non sono stati ridiretti, si ottiene una segnalazione simile alla seguente:
[1]+ Stopped (tty output) pippo |
Nell'esempio, il job avviato con il comando pippo
si è bloccato in attesa di poter emettere dell'output. Nello stesso modo, se viene avviato un job sullo sfondo che a un certo punto ha la necessità di ricevere dati dallo standard input e questo non è stato ridiretto, si ottiene una segnalazione simile alla seguente:
[1]+ Stopped (tty input) pippo |
Se è stato avviato un job in primo piano e si desidera sospenderne l'esecuzione, si può inviare attraverso la tastiera il carattere susp
, che di solito si ottiene con la combinazione [Ctrl+z]. Il job viene sospeso e posto sullo sfondo. Quando un job viene sospeso, la shell genera una riga come nell'esempio seguente:
[1]+ Stopped pippo |
dove il job pippo
è stato sospeso.
jobs [<opzioni>] [<job>] |
Il comando di shell jobs
, permette di conoscere l'elenco dei job esistenti e il loro stato. Per poter utilizzare il comando jobs
occorre che non ci siano altri job in esecuzione in primo piano, di conseguenza, quello che si ottiene è solo l'elenco dei job sullo sfondo.
|
Permette di conoscere anche i numeri PID dei processi di ogni job.
|
Emette solo i numeri PID del processo leader (quello iniziale) di ogni job.
$
jobs
Si ottiene l'elenco normale dei job sullo sfondo. Nel caso dell'esempio seguente, il primo job è in esecuzione, il secondo è sospeso in attesa di poter emettere l'output, l'ultimo è sospeso in attesa di poter ricevere l'input.
[1] Running yes >/dev/null & [2]- Stopped (tty output) mc [3]+ Stopped (tty input) unix2dos |
$
jobs
-
p
Si ottiene soltanto l'elenco dei numeri PID dei processi leader di ogni job.
232 233 235 |
---------
Per comprendere l'utilizzo dell'opzione
, occorre avviare sullo sfondo qualche comando un po' articolato.
-
l
$
yes | cat | sort > /dev/null &
[Invio]
[1] 594 |
$
yes | cat > /dev/null &
[Invio]
[2] 596 |
$
jobs
[Invio]-
l
[1]- 592 Running yes 593 | cat 594 | sort >/dev/null & [2]+ 595 Running yes 596 | cat >/dev/null & |
Come si può osservare, l'opzione
permette di avere informazioni più dettagliate su tutti i processi che dipendono dai vari job presenti.
-
l
L'elenco di job ottenuto attraverso il comando jobs
, mostra in particolare il simbolo +
a fianco del numero del job attuale, ed eventualmente il simbolo
a fianco di quello che diventerebbe il job attuale se il primo termina o viene comunque eliminato.
-
Il job attuale è quello a cui si fa riferimento in modo predefinito tutte le volte che un comando richiede l'indicazione di un job e questo non viene fornito.
Di norma si indica un job con il suo numero preceduto dal simbolo %
, ma si possono anche utilizzare altri metodi elencati nella tabella
21.1.
Simbolo | Descrizione |
%n | Il job con il numero indicato dalla lettera n. |
%<stringa> | Il job il cui comando inizia con la stringa indicata. |
%?<stringa> | Il job il cui comando contiene la stringa indicata. |
%% | Il job attuale. |
%+ | Il job attuale. |
%- | Il job precedente a quello attuale. |
fg [<job>] |
Il comando fg
porta in primo piano un job che prima era sullo sfondo. Se non viene specificato il job su cui agire, si intende quello attuale.
bg [<job>] |
Il comando bg
permette di fare riprendere (sullo sfondo) l'esecuzione di un job sospeso. Ciò è possibile solo se il job in questione non è in attesa di un input o di poter emettere l'output. Se non si specifica il job, si intende quello attuale.
Quando si utilizza la combinazione [Ctrl+z] per sospendere l'esecuzione di un job, questo viene messo sullo sfondo e diviene il job attuale. Di conseguenza, è normale utilizzare il comando bg
subito dopo, senza argomenti, in modo da fare riprendere il job appena sospeso.
kill [ |
Il comando kill
funziona quasi nello stesso modo del programma omonimo. Di solito, non ci si rende conto che si utilizza il comando e non il programma. Il comando kill
in particolare, rispetto al programma, permette di inviare un segnale ai processi di un job, indicando direttamente il job.
Quando si vuole eliminare tutto un job, a volte non è sufficiente un segnale SIGTERM
. Se necessario si può utilizzare il segnale SIGKILL
(con prudenza però).
$
kill
-
KILL %1
Elimina i processi abbinati al job numero 1, inviando il segnale SIGKILL
.
$
kill
-
9 %1
Elimina i processi abbinati al job numero 1, inviando il segnale SIGKILL
, espresso in forma numerica.
Attraverso il comando interno trap
è possibile intrappolare ed eventualmente attribuire un comando (comando interno, funzione o programma) a un segnale particolare.
In questo modo uno script può gestire i segnali. L'esempio seguente ne mostra uno (trappola
) in grado di reagire ai segnali SIGUSR1
e SIGUSR2
emettendo semplicemente un messaggio.
#!/bin/bash trap 'echo "Ho intrappolato il segnale SIGUSR1"' SIGUSR1 trap 'echo "Ho intrappolato il segnale SIGUSR2"' SIGUSR2 while [ 0 ] # ripete continuamente do NULLA="ciao" # esegue un'operazione inutile done |
Supponendo di avere avviato lo script nel modo seguente,
$
trappola &
[Invio]
e che il suo numero PID sia 1234...
$
kill
[Invio]-
s SIGUSR1 1234
Ho intrappolato il segnale SIGUSR1 |
$
kill
[Invio]-
s SIGUSR2 1234
Ho intrappolato il segnale SIGUSR2 |
trap [
|
Il comando espresso come argomento di trap
viene eseguito quando la shell riceve il segnale o i segnali indicati. Se non viene fornito il comando, o se al suo posto si mette un trattino (
), tutti i segnali specificati sono riportati al loro valore originale (i valori che avevano al momento dell'ingresso nella shell), cioè riprendono il loro significato normale. Se il comando fornito corrisponde a una stringa nulla, il segnale relativo viene ignorato dalla shell e dai comandi che questo avvia. Il segnale può essere espresso in forma verbale (per nome) o con il suo numero. Se il segnale è -
EXIT
, pari a zero, il comando viene eseguito all'uscita della shell.
Se viene utilizzato senza argomenti, trap
emette la lista di comandi associati con ciascun numero di segnale.
$
trap 'ls
-
l' SIGUSR1
Se la shell riceve un segnale SIGUSR1
esegue ls
.
-
l
$
trap '' SIGUSR1
La shell e tutti i processi figli ignorano il segnale SIGUSR1
.
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Appunti Linux 1999.07.12 --- Copyright © 1997-1999 Daniele Giacomini -- daniele @ evo.it
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