- Aglio
La
responsabile della reputazione più o meno buona dell'aglio è una
proteina, l'alliina, contenuta in appositi comparti all'interno delle
sue cellule: quando si taglia lo spicchio, essa fuoriesce e va in
contatto con alcuni enzimi che la trasformano in allicina, la sostanza
che gli conferisce il caratteristico odore.
Tale odore è più penetrante se l'aglio è crudo. Allium sativum è
una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Gigliaceae, come
la cipolla (Allium cepa), il porro (Allium porrum) e lo scalogno (Allium
ascalonicum). Dell'aglio si utilizza il bulbo, diviso ulteriormente in
bulbilli. Fin dall'antichità se ne conoscono le proprietà
terapeutiche, definite da alcuni pleiotropiche, in grado cioè di
influenzare contemporaneamente più fattori: riequilibra il tenore del
colesterolo, riduce i trigliceridi, riduce la pressione sanguigna,
fluidificando il plasma. In Giappone l'aglio è riconosciuto come
ipotensivo dalle autorità sanitarie. Inoltre è un antitelmintico,
ovvero un vermifugo. Esistono molte varietà di aglio ed è coltivato
da tempi remotissimi: in Cina ve ne sono varietà dal gusto intenso e
spiccato. In Italia una varietà di aglio che merita di essere salvato
è quello di Vessalico, un piccolo comune dell'entroterra di Albenga,
in Liguria. Qui in una fascia montana intorno ai 500 metri, i
contadini si tramandano i semi da decenni, ma la quantità prodotta
diminuisce ogni anno. Per salvare un prodotto che dalla sua parte ha
la delicatezza del gusto e la maggior digeribilità, Slow Food ha
istituito un presidio. Anche la Comunità Montana e l'Università di
Genova stanno lavorando per migliorare la produzione, agendo oltre che
sulle tecniche di coltura, che attualmente ne determinano una resa
molto bassa, sul risanamento della pianta, che a causa del reincrocio
è andata incontro ad un depauperamento genico. Una ricetta
interessante è l'agliata, preparata con olio di oliva ligure, sale,
pepe, aceto, spicchi d'aglio e mollica di pane (un etto per 7/8
spicchi). Questa ricetta ci ricorda che, nel Medioevo, due erano le
salse che stavano a base di tutta la cucina: la porrata (che oggi
identifichiamo nella salsa di porri o di cipolle, e spesso anche nel
soffritto da cui si parte per tanti piatti) e l'agliata, considerata
un toccasana contro infezioni, contagi e via dicendo. In Francia, e
precisamente in Provenza, questa salsa è diventata, oggi, l'aioli.
Nella versione ligure moderna, si pesta l'aglio nel mortaio,
aggiungendo a poco a poco un filo d'olio d'oliva, in modo da ottenere
un composto cremoso; poi si unisce anche la mollica di pane, prima
bagnata nell'aceto e poi strizzata; si pesta ancora tutto insieme, e
si aggiusta di pepe e sale.