IL VOLO
DEL NOSTRO PARACADUTE
La giornata è molto nuvolosa, ha piovuto molto e c'è un vento
forte. Siamo lungo la pista di volo del 51° Stormo di Istrana di
Treviso. Siamo al riparo, all'interno di un hangar e stiamo
aspettando che il tempo migliori ed il vento cali. Aspettiamo
anche che atterrino un aereo ed un elicottero che sono in volo.
Oggi siamo tutti insieme, le quattro classi quinte che hanno
partecipato al progetto e siamo qui per provare i nostri due
paracadute.
Mentre aspettiamo, il signor Lopez ed il signor Amato, i due
aeromodellisti che ci hanno aiutato stanno gonfiando, con il gas
elio, il pallone aerostatico che solleverà il paracadute con il
nostro paracadutista.
Intanto si devono montare le strutture dei paracadute ed infilare
le vele. E' una manovra un po' complicata, specialmente con il
paracadute della San Giovanni Bosco che ha una vela un po'
stretta.
Finito il montaggio, i paracadute si appendono ad un gancio e si
preparano i cordini che reggeranno i paracadutisti. Ogni
paracadutista è in abito rinascimentale con una grossa cintura di
cuoio che fa da "imbracatura". I cordini sono fissati alla cintura
con un moschettone.
Il pallone è quasi pronto: ci mette molto però a gonfiarsi.
Intanto viene preparato il "dispositivo di sgancio" che è un
rettangolino misterioso che ubbidisce ad un comando che viene
azionato dal Signor Amato.
Il pilota addetto alla sicurezza del volo viene ad avvisarci che
possiamo cominciare il nostro esperimento ed il vento soffia
ancora più forte.
Di fronte a noi c'è la manica a vento che segnala la direzione e
l'intensità del vento: ora è a quindici nodi.
Non possiamo aspettare ancora e decidiamo di provare lo stesso il
primo lancio.
Il pallone, mentre sale, viene schiacciato dal vento che è molto
forte e non riesce ad alzarsi molto.
Il paracadute e il paracadutista oscillano spinti dal vento, per
fortuna che il paracadutista è abbastanza pesante perché il signor
Lopez, pazientemente, lo aveva riempito di piombo perché
raggiungesse il peso adeguato al nostro paracadute per bilanciare
la caduta.
Quando il pallone è sufficientemente in alto, il Signor Amato dà
il comando di sganciamento: il pallone continua per un po' a
salire, mentre il paracadute oscillando, spinto dal vento, scende
troppo velocemente. Cade lontano da noi, sul bordo della pista. Lo
recuperano: è tutto intero, anche il paracadutista "sta bene".
Si prepara il secondo lancio. Sale il pallone con il paracadute
dell'Anna Frank. Per fortuna c'è calma di vento. Quando il
paracadute viene sganciato cade lentamente e perfettamente
verticale. L'atterraggio è morbido. Tutti urlano dall'entusiasmo:
il paracadute funziona! Leonardo aveva ragione!. |