I NUOVI PADRI:

LE BUONE PRASSI

Nelle pagine seguenti proponiamo tre esperienze-pilota di creazione di strutture per l'infanzia interne alle aziende e l'esperienza sul territorio delle Banche del tempo.

Gli asili aziendali

IL NIDO DELL'OSPEDALE SAN CARLO

L'asilo nido dell'azienda ospedaliera "Ospedale San Carlo Borromeo" di Milano è stato aperto nel 1967, in concomitanza con la realizzazione di questa struttura che a quel tempo faceva capo all'Ospedale MAggiore. Il nido, creato nel contesto di un villaggio-convitto progettato, tra gli altri, dall'architetto Giò Ponti, nell'ambito di un moderno concetto di società, è una realtà ancora oggi unica in Lombardia ed è interamente a disposizione dei circa duemila dipendenti dell'ospedale. La gestione è affidata direttamente all'Amministrazione del San Carlo, coadiuvata da un comitato a cui partecipano di diritto una rappresentanza di genitori e il sindacato.

<< L'asilo nido - si legge nel regolamento, appena rinnovato - è un servizio socio-educativo che si propone di assicurare le condizioni ottimali per un adeguato e gradevole sviluppo del bambino fino ai tre anni, con particolare attenzione alla socializzazione con i compagni e gli educatori in un clima di fiducia teso al raggiungimento di una progressiva autonomia. Attraverso il benessere del bambino, il genitore può svolgere tranquillamente la sua attività lavorativa garantendone la continuità>>.

Il nido dispone di 60 posti, tutti regolarmente occupati (c'è anche una lista d'attesa): 40 sono riservati ai "grandi" (dai 15 mesi ai tre anni) e 20 ai "piccoli" (dai 3 ai 15 mesi). Mediamente, considerando i turni dei genitori, nei periodi di punta sono presenti contemporaneamente una quarantina di bambini. E' aperto tutto l'anno: dal lunedì al venerdì dalle 6.30 alle 21.00, il sabato e festivi dalle 6.30 alle 14.30. Quando in genitore-dipendente non è al lavoro, di norma il figlio non può frequentare. Il personale è interno all'ospedale. L'organico è composto da una caposala, undici educatrici (in larga parte puericultrici), e sei addette ai servizi ausiliari. La funzione della struttura è andata modificandosi nel corso del tempo: da semplice "area protetta" per i figli dei lavoratori, negli ultimi anni si è trasformata in un servizio didattico-educativo a tutti gli effetti, in piena conformità con gli standard regionali. Il nido è ospitato in una palazzina di circa 700 metri quadrati su due piani, all'interno delle mura dell'ospedale. Gli spazi per i bambini sono tutti al pianterreno. In estate l'attività si sposta anche all'esterno, nel giardinorecintato, dotato di giochi e di una piccola piscina. I genitori (in larga parte si tratta di infermieri, impiegati e tecnici) possono portare o andare a prendere i figli entro mezz'ora dall'inizio o dalla fine del turno di lavoro. La retta, concordata con il sindacato, è particolarmente competitiva: si va dalle centomila lire per i redditi più bassi alle quattrocento cinquantamila per quelli più alti. Fino a qualche anno fa l'accesso era gratuito. La quota di iscrizione è stata introdotta nel 1998, nell'ambito delle manovre di riorganizzazione e di contenimento dei costi conseguenti alla trasformazione del San Carlo in azienda ospedaliera.

L'ASILO NIDO PEG-PEREGO

L'asilo nido ella Peg-Perego di Arcore, nel milanese, è stato inaugurato l'1 ottobre del 2001. L'azienda è un marchio leader in Italia e in Europa nel settore degli articoli per le prima infanzia (passeggini, carrozzine, seggioloni...) e del giocattolo (auto e moto a pedali e batteria). I suoi prodotti vengono commercializzati in tutto il mondo. Attualmente conta cinque stabilimenti in Italia, uno negli USA, uno in Canada e uno in Brasile, acquisito i recente. Nel complesso dà lavoro a circa 1500 persone e vanta un fatturato consolidato di trecentocinquanta miliardi. Il nido, intitolato a Giuseppe Perego, fondatore della società nel 1949, dispone di trentadue posti: 16 sono riservati ai dipendenti, i restanti, in virtù di una convenzione con il Comune (che ha favorito il ricorso a procedure burocratiche più snelle per concretizzare il progetto), alle famiglie arcoresi. Gli spazi sono stati calibrati per ospitare 10 lattanti (dai sei mesi all'anno di età) e 22 "divezzi" (da uno a tre anni).

<<E' un iniziativa di cui andiamo fieri - spiega il dottor Lucio Perego, a capo dell'azienda paterna con i fratelli Gianluca e Michele -, che viene incontro alle esigenze dei nostri dipendenti, ma anche del territorio: oggi la domanda di questo tipo di strutture, ed in particolare di quelle riservate ai lattanti, è molto elevata>>

Ma com'è nata l'idea di un nido?

<<Le prime sollecitazioni - nota ancora Perego - sono venute dalle lavoratrici: solo nello stabilimento di Arcore abbiamo mediamente circa 15 maternità all'anno. La Peg, considerando anche il tipo di prodotto che realizza, è da sempre attenta ai bisogni dei bambini e, quindi, dei genitori. E' una sensibilità che abbiamo ereditato da nostro padre>>.

Della parte didattico-educativa si occupa una cooperativa sociale ("Giuseppe Cavenaghi"), fondata da un gruppo di genitori che circa vent'anni fa si sono uniti per aprire un nido in un comune della zona. I piccoli ospiti, oltre che da un pool di educatrici, sono seguiti da un pediatra, un pedagogista e un neuropsichiatra infantile. La "campanella" suona alle 7.30 e alle 18.00, ma compatibilmente con le esigenze dei genitori, è previsto anche il part-time e il ricorso ad un orario più elastico. Il nido è aperto dal lunedì al venerdì, tutti i mesi, escluso agosto. La retta è di circa un milione per i lattanti e ottocentomila per i "divezzi". Per tutti. Sono, però, allo studio sgravi o contributi per i dipendenti. La struttura sorge a due passi dallo stabilimento, nei pressi di una vecchia cascina, oggi in ristrutturazione che verrà trasformata in self-service inter-aziendale. Il progettista, l'architetto Aldo Frigerio, ha disegnato un edificio su un piano unico, di circa 500 metri quadrati: una costruzione aperta, con un corpo centrale spazioso, ben illuminato, circondata da un bel giardino. Grande cura è stata posta alla scelta dei materiali, tra cui abbonda il legno, in particolare negli interni. Il complesso, più che una scuola richiama l'idea di una casa. Calda, vivace e accogliente. L'opera, soltanto per le spese di costruzione, ha richiesto un investimento di oltre un miliardo e mezzo. Interamente a carico dell'azienda.

I CUCCIOLOSI

Si chiama "I cuccioloSi". L'asilo aziendale della Servizi Interbancari di Milano - la società che gestisce CartaSi - ha un nome davvero simpatico. La struttura, inaugurata lo scorso 24 settembre, è stata realizzata all'interno della sede di corso Sempione e ha una capienza di 60 posti: l'85% è riservato ai dipendenti della Società e di altre realtà del Gruppo, e a quelli di SSB e Banca d'Italia. Il restante 15% è, invece, a disposizione dei residenti della zona. Gli spazi sono stati pensati per accogliere 20 "lattanti" (dai quattro mesi all'anno di età) e 40 "divezzi" (da uno a tre anni). I locali, realizzati secondo le più avanzate soluzioni tecnologiche di tipo igienico-ambientale e con l'impiego di materiali anallergici e antiurto, occupano una superficie di 425 allegri e coloratissimi metri quadrati.

<<La scelta di aprire un asilo - spiega l'Amministratore Delegato di Servizi Interbancari, Maurizio Cartocci, è nata dal desiderio di valorizzare e rafforzare i rapporti umani all'interno dell'azienda. Siamo particolarmente soddisfatti di questa struttura proprio perchè è dedicata alle persone che lavorano all'interno del Gruppo e che ogni giorno contribuiscono al suo successo. Siamo certi che questa iniziativa migliorerà in modo significativo la qualità della vita dei nostri dipendenti e delle loro famiglie>>.

L'idea di realizzare un nido interno è partita dai vertici aziendali. Prima di avviare il progetto, sono stati interpellati gli oltre 600 dipendenti con un questionario ad hoc. Le risposte, in gran parte favorevoli all'apertura di una struttura di questo tipo, hanno convinto i vertici a dare il via libera. E non poteva essere altrimenti. I numeri parlano chiaro: il 54% del personale di Servizi Interbancari è costituito da donne con età media intorno ai 34 anni; dal giugno 1994 al giugno 2000 in azienda ci sono state 102 maternità, quasi 15 all'anno. Complessivamente nell'iniziativa sono stati investiti circa quattrocento milioni, con un contributo di centoottanta milioni da parte del Comune di Milano. Il nido è stato aperto a tempo di record: quattro mesi o poco più. L'azienda si è avvalsa della collaborazione di una società qualificata - la Babyworld (asili in franchising in tutta Italia) - che ha seguito le diverse fasi del progetto, dall'ideazione alla realizzazione, e che ora gestisce anche la parte educativa e didattica. Il rapporto educatori-bambini è di 1 a 5 per i lattanti e di 1 a 8 per i più grandi. L'asilo è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00, ma gli orari di ingresso e uscita sono elastici in funzione delle esigenze dei genitori. E' prevista anche la possibilità di apertura al sabato e in agosto con un minimo di 16 richieste. La retta, pagata direttamente alla società gestrice, è calcolata in base alle ore di frequenza. Ad esempio, per una frequenza di 8/9 ore, la quota tipo per i dipendenti è di settecentocinquantamila lire al mese (novecentomila per gli esterni).

LE BANCHE DEL TEMPO

A definire la qualità della vita di donne e uomini non contribuisce soltanto il reddito ma anche il tempo. Tempo di lavoro, tempo libero, tempo per le cure famigliari, tempo per sè e per le proprie relazioni. E' quindi sulla questione del tempo, oltre che sui servizi, che si articola la conciliazione lavoro-vita privata. In questa direzione molte sono le esperienze territoriali innovative di questi anni, che vanno dai servizi all'infanzia a quelli per gli anziani e a quelli per il tempo libero. Tra questi nuovi servizi le Banche del tempo rappresentano una novità assoluta. L'obbiettivo è quello di aiutarsi nella quotidianità, non solo per soddisfare i propri bisogni senza esborso di denaro, ma anche per trovare un luogo di aggregazione, di solidarietà, di amicizia fra soggetti diversi: giovani, donne, anziani, bambini, immigrati.

La Banca del tempo si fonda su alcuni principi fondamentali:

  • è un'attività di scambio perchè si dà tempo e si riceve tempo;

  • è uno scambio paritario indipendentemente dal tipo di prestazione;

  • è un luogo che consente di conoscersi, di sviluppare relazioni tra famiglia e persone;

  • è uno scambio senza circolazione di denaro.

L'organizzazione della Banca del tempo implica metodo, oltre a passione e non si può improvvisare; proprio per questo si sono costituiti dei coordinamenti, come quello della Regione Lombardia per migliorare lo scambio di esperienze tra le varie banche, mettere in comune le esperienze più avanzate e superare i problemi. Nella BAnca del tempo non si deposita denaro ma tempo, si crea scambio, relazione, fra soggetti diversi, si trova risposta ad alcune esigenze a volte elementari come la compagnia a una persona anziana, o l'accompagnamento a scuola di un bambino. Le attività che si scambiano sono diverse: dalla cura delle persone, alla cura della casa, dei bambini, alle lezioni di italiano, inglese, arabo, computer, cucina. Tutto avviene con tempi propri, partendo dai bisogni reciproci. In Italia ci sono ben 275 banche del tempo, in Lombardia 57 e a Milano e provincia circa 40. Speso vengono promosse da comuni o da associazioni non-profit. Alcune di queste Banche sono state realizzate anche grazie ai contributi pubblici previsti dalla Legge regionale sulla famiglia 23/99.

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