La Cimice                                                       Le nostre inchieste                                                             W il 2000

COME SONO BRAVI I NOSTRI PAPA’ !

di Silvia Carnevale, Francesca Ciardo, Fabio Montingelli, Stefano Perrucci

L’inchiesta che abbiamo fatto in entrambi i plessi scolastici riguarda quanto i papà aiutano nelle faccende domestiche.

Siamo giunti alla conclusione che una buona percentuale (52% che corrisponde a 126 papà di tutte e due le scuole) aiutano le nostre mamme nei lavori domestici .

La percentuale diminuisce al 35% quando si tratta di farlo spontaneamente, segno che per alcuni ci vuole il pungolo del brontolio delle mogli.

La percentuale, invece, aumenta ad un fantastico 75% quando si tratta di recarsi a fare la spesa, ciò dimostra che i papà sono lieti di aiutare le proprie mogli nei lavori extra domestici.

Ma non è finita qui !!!

Il 64% dei padri degli alunni intervistati non esitano a destreggiarsi davanti ai fornelli con successo, chiaramente qualora ce ne fosse bisogno.

Come sono bravi i nostri papà!

E per chi ancora non collabora?

Prendano esempio dagli altri e comincino rimboccarsi le maniche !!! E si ricordino che lo dice anche la legge: il diritto di famiglia impone ai mariti di fare in casa tutto ciò che occorre, in assoluta parità con le mogli.

Quesiti

1^A

1^C

2^A

2^C

3^A

3^C

1^F

1^G

2^F

2^G

3^F

3^G

TN

TP

TOT

TOT

Quanti papà aiutano nei lavori domestici?

13

7

7

8

13

13

13

17

7

9

6

13

61

65

126

52%

Quanti lo fanno spontaneamente?

8

6

2

6

12

9

10

12

3

5

5

6

43

41

84

35%

Quanti papà vanno a fare la spesa?

15

16

12

16

20

17

16

18

12

14

12

13

96

87

181

75%

Quanti papà si mettono davanti ai fornelli?

10

13

8

12

18

21

16

19

7

9

8

13

82

72

154

64%

FACCENDE DOMESTICHE: 

COSE ANCHE DA UOMINI?

La parità tra uomo e donna 

comincia dalle mura domestiche?

di LAURA BERTACCHE E GLORIA LEBBOLO

Recentemente è stato lanciato l’allarme delle lavoratrici in carriera, costrette a lasciare il lavoro dopo il primo figlio per mancanza assoluta di collaborazione domestica da parte del partner. Ricerche e indagini confermano che la parità effettiva è ancora lontana.Dalle inchieste emerge una situazione ambigua.

I mariti, o i conviventi, sono convinti di partecipare all’economica domestica molto più di quanto partecipino di fatto.

Si deve ammettere che dei cambiamenti positivi ci sono stati. Per lo meno a parole, uomini e donne sostengono che la gestione della casa competa a entrambi. Secondo un’indagine nazionale, gli intervistati di ambo i sessi considerano il contributo maschile sufficiente, equilibrato, “giusto”.

Quanto a quelle incombenze complesse ma essenziali al buon funzionamento della famiglia, come la cura e l’ attenzione ai figli e la gestione dell’ economia domestica, risulta che sono le mogli a non voler mollare lo scettro casalingo.

Le stesse donne sono invece pronte a cedere su altri tipi di incombenze, ugualmente essenziali ma più ripetitive, come fare la spesa e cucinare. Cucinare agli uomini piace, ma fare la spesa molto meno, così come non garba loro stirare e fare pulizie.

Quello che è cambiato rispetto al passato è che le donne non si sentono più umiliate dai lavori domestici, anzi, si sentono forti perché sanno far fronte a molteplici impegni dentro e fuori casa.

Il lavoro domestico è diventato più flessibile e soprattutto coinvolgente sul piano mentale, le donne si identificano nel lavoro di casa, perché lì esercitano il loro potere affettivo, che è un potere di relazione.

Paradossalmente, la famiglia è diventata un’azienda. Il lavoro che vi si svolge si è “mentalizzato”, più leggero per quanto riguarda la fatica fisica, più impegnativo sul piano intellettuale.

Proprio perché al lavoro domestico viene attribuita una maggiore dignità, è difficile trovare un uomo che non sia consapevole della necessità di contribuirvi.

Gli uomini però non riescono a mettere in pratica l’intelligenza domestica per far funzionare una casa e fanno più fatica ad organizzarsi.

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