La Cimice                                                           Scrittori in Erba                                                                  W il 2000

Il gatto Salem

di Hossam Mohamed

Sono Salem, un gatto nero con un pelo molto folto e ho due occhi variopinti: uno giallo ed uno verde.

Il mio padrone si chiama Carlo, un buon uomo anziano che mi tratta molto bene.

Il mio hobby preferito è acchiappare le lucertole e gli uccellini.

A casa combino a volte qualche guaio: spacco un po’ di vasi, bicchieri, piatti... ma non lo faccio apposta e comunque so farmi benvolere, e ciò che mi piace di più è farmi coccolare.

Io abito vicino ad una scuola media, e gli studenti mi coccolano sempre, soprattutto un ragazzo di nome Hossam. Sapete, lui mi è molto simpatico e io mi ritengo sfortunato perché non ho potuto rispondergli come avrei voluto quando lui mi ha proposto, molte volte, di andare a vivere a casa sua: però io non so parlare ma solo miagolare, peccato, se no avrei accettato. Ma pazienza, non fa niente, perché della mia sistemazione non mi posso davvero lamentare.

Voglio raccontarvi di quella volta che sono andato a Londra con papà Carlo. Lui e le altre persone parlavano una lingua chiamata mm... siamese, no no, danese?... uffi... come?!! Ah ecco, inglese, e dicevano cose di questo tipo: «do you speak English?» e l’altro che rispondeva «yes I do» oppure «no I do not», beh, io non capivo niente.

Lì a Londra un giorno Carlo uscì per compere (per lo «shopping», dicono gli inglesi) ed io ne approfittai per andare in giro. Ero tranquillo, perché sapevo che gli inglesi hanno una lunga tradizione di rispetto e amore per gli animali, ma ahimé, in quel quartiere i bambini non erano come me li aspettavo io: non erano gentili e sensibili come qua a San Maurizio, al contrario mi hanno preso a calci, mi hanno lanciato sassi e scarpe... ma c’era solo uno... avete capito bene, solo un ragazzo, di nome David, che mi faceva i complimenti quando mi vedeva, mi offriva cibo e carezze e poi meno male parlava l’ italiano.

Io lo apprezzavo molto, però lui era molto timido e tutti lo prendevano in giro.

Poi un bel giorno, indovinate chi incontrai là? Su, dai, indovinate! Incontrai la prof. Nin, un’ ambientalista e animalista sensazionale, che non ama solo i gatti, ma tutti gli animali e, naturalmente, anche tutti i bambini e i ragazzi.

La prof. Nin, quando i ragazzi inglesi prendevano in giro David, lei, dato che sa parlare l’inglese, lo difendeva sempre.

Onestamente, io ero invidioso di lei, perché lei difendeva David, mentre invece io non ci riuscivo, benché anch’io volessi con tutto il cuore aiutarlo, per esempio facendo uno scherzo ai bambini persecutori.

Finché una notte... mi misi a pensare un piano e, quando mi venne in mente, il giorno seguente andai da Pete, il capo dei teppistelli, che disse: «look at this cat, he is of David». Poi mi afferrarono e mi portarono in un parco; là, mi posarono a terra e in quel preciso momento io cominciai a correre più veloce che potevo. I ragazzacci ovviamente mi inseguirono senza badare al fatto che io li stavo portando dritti dritti alla centrale di polizia: quelli, ingenui, mi seguirono fino in fondo e quando fummo dentro io cominciai a saltare sui tavoli facendo cadere carte, fogli, telefoni..., insomma riuscii a scatenare un tale caos... e poi usciii. Però non avevo più i teppistelli alle calcagna, e sapete dove erano andati a finire tutti quei bambini? Dai poliziotti, che li portarono a casa dei loro genitori, i quali li mandarono in collegio tutti, bambino per bambino.

Ad essere sincero, io non volevo una punizione così dura, ma d’altra parte se la meritavano.

  Foglia di cactus                                                  Scrittori in Erba