Sulle orme del Chupacabras

di Roberto Malini

Capitolo terzo

Il primo animale domestico ucciso dal Chupacabras, secondo gli specialisti che si occupano di studiare il misterioso predatore, fu una capra. L'aggressione avvenne nell'isola di Porto Rico. La capra riportava una strana ferita sulla gola, attraverso cui le era stato estratto tutto il sangue. Le presunte vittime del Chupacabras presentano le stesse caratteristiche: uno o più fori sul collo, lacerazioni sul corpo e assenza di sangue. Talvolta i fori sono assai profondi e raggiungono gli organi interni dell'animale: il cervello, lo stomaco o il fegato. In alcune vittime non si è notato il consueto rigor mortis. Alcuni animali uccisi e dissanguati presentavano inoltre diverse mutilazioni. Se si considera la casistica relativa a Porto Rico, Guatemala, Messico, Ecuador, California, Costarica e, infine, Cile, ci si trova di fronte a centinaia di attacchi solo nel periodo 1994-2002. Le prime segnalazioni provenivano dai centri urbani di Orcovis e Canovanas, Portorico; successivamente da numerose località del Centroamerica. Per comprendere la natura del Chupacabras abbiamo a disposizione, oltre all'osservazione delle vittime, un buon numero di relazioni di testimoni che affermano di aver osservato la creatura. Il Chupacabras sarebbe alto circa un metro e trenta (anche se alcuni testimoni hanno parlato di due metri di altezza), avrebbe la testa di forma ovale, canini sporgenti e acuminati, grandi globi oculari di colore rosso, orecchie a punta, piccole narici e pelle verde, caratterizzata da una lieve peluria grigia. Alcuni testimoni hanno descritto inoltre una cresta evidente sul capo e sulla schiena del predatore. Il Chupacabras, secondo chi afferma di averlo visto, procederebbe in stazione eretta. Le sue impronte, se le poche rilevazioni possono esere ritenute attendibili, sembrano quelle di un canide sconosciuto. Se consideriamo la sua altezza, attraverso una media, di un metro e trenta, possiamo ipotizzare il suo peso in 25-30 chilogrammi. Scorrendo le descrizioni della creatura, si parla qualche volta di una sua andatura a balzi molto alti. Alcuni testimonianze lo raffigurano come un essere dotato di ali simili a quelle dei chirotteri, ali membranose che giustificherebbero l'entità dei suoi balzi: fino a otto metri di altezza.

La signora Maria de Gomez, residente a El Yunque, Porto Rico, descrisse il Chupacabras come un essere alto circa un metro e venti, magro e di colore grigio: "Ho sentito il mio cagnolino Suki abbaiare furiosamente davanti a casa mia e mi sono affacciata dalla porta di ingresso. Mi sono trovata di fronte alla più brutta creatura che avessi mai visto. Solo la fragile porta di casa e una mazza da baseball che mio marito tiene sempre in casa avrebbero potuto salvarmi da una sua eventuale aggressione. Ho pensato: amico mio, se sei il Chupacabras, sei maledettamente brutto". Per fortuna il predatore si coperse la faccia e si allontanò acquattandosi contro un muro. Secondo la testimone, gli occhi del mostro irradiavano fasci di luce bianca. Un'altra donna, Evelyn Esbry, sempre residente nell'isola di Porto Rico, a Baquedano, vicino a Antofagasta, descrisse il Chupacabras come un essere "alto circa un metro e trenta centimetri, coperto di pelo scuro, dal muso sporgente su cui spiccavano i grandi occhi che emettevano una luce arancione". La donna subì un'aggressione da parte del mostro, che la ferì sul collo, sulla schiena e sulle mani, oltre a lacerarle gli abiti. Evelyn cercò di resistere all'attacco, ma a un certo punto le sembrò che la sua mente fosse perforata da un messaggio telepatico che le intimava di arrendersi, di non opporre resistenza. A quel punto la donna svenne e si risvegliò in ospedale, dove era stata portata dal marito, che l'aveva ritrovata, rientrando a casa, in quello stato pietoso. La signora Esbry non è la sola testimone ad aver rilevato nel Chupacabras poteri telepatici.



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