A proposito di Franco Battiato

di Danilo Lorenzini

 

"Per parlare di un'azione impossibile o di una impresa assurda, si dice: <<è come cercare di vedere la notte in pieno giorno>>, oppure: <<è come voler illuminare il sole per vederlo meglio>>, o ancora: <<è come tentar di cogliere la Rosa-amara>>. (R. Daumal, "Il Monte Analogo").

L'invito a narrare qualcosa che riguardi Franco Battiato, benché molto gradito, mi mette tra i poli d'un piccolo dilemma. Se l'amico Battiato ha infatti rivestito un ruolo significativo nella mia vita, del personaggio pubblico non so quasi nulla. Mi sarebbe pertanto difficile attestare la mia riconoscenza aggiungendo elogi per il musicista a quelli che la numerosa falange dei suoi ammiratori gli tributa, anche perché questo sarebbe forse un po' <<come voler illuminare il sole per vederlo meglio>>.

D'altro canto in un libro che è stato recentemente dedicato alle mie opere musicali ho creduto giusto intervenire affinché venisse evidenziata la positiva influenza che la conoscenza di Franco Battiato ha esercitato sulla mia crescita artistica e spirituale.

Vorrei dunque riandare con un'ideale "macchina del tempo" alle belle serate sul finire degli anni settanta nel suo appartamento milanese; alla graduale scoperta del suo modo profondamente libero e spesso stimolante di pensare e di vivere la musica; alle sue osservazioni sempre creative e talvolta sorprendenti...

Improvvisare insieme a quattro mani sul pianoforte, riconoscere poco a poco affinità di vedute e vicinanza d'intenti assieme alla marcata differenza delle nostre sensibilità e delle nostre interpretazioni del reale, percepire alle radici della comunicazione un comune bisogno di conoscenza: tutto ciò ha contribuito a creare una rete di connessioni vissute da parte mia con molta intensità.

Forse per questo l'ascolto di "Genesi" o di "L'era del Cinghiale bianco", ad esempio, continua ad emozionarmi. Perché al di là dell'indubbia intelligenza nell'arte di combinare i suoni, in questa musica percepisco l'eco e la rivelazione d'una persona di cui il destino m'ha concesso di apprezzare il ricco mondo interiore.

Questa è la mia testimonianza e questo il mio modo di dirgli "grazie", ne altro vi saprei aggiungere.

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